Titolo originale: IKINAI (trad. letterale "Non-vivere")
Regia: Hiroshi Shimizu
Sceneggiatura: Dankan
Colonna sonora: Maja
Anno: 1998
Durata: 101'
Cast: Dankan (Aragaki), Nanako Ôkôchi (Mitsuki), Toshinori Omi (Kimura), Ippei Souda (Ozawa), Yôichi Nukumizu (Yashiro), Great Gidayu (Nose), Hiroyuki Kishi (Mochizuki), Takashi Mitsuhashi (Komatsu), Mitsuo Togioka (Taguchi), Misayo Haruki (Fukuda), Ichirô Ogura (Kanda), Tarô Ishida (Noguchi), Takenori Murano (Itô)
TRAMA
Un gruppo di persone decidono di partecipare ad un viaggio un po' "speciale" ad Okinawa. Speciale perchè, essendo tutti fortemente indebitati, dopo aver stipulato un'assicurazione sulla vita, hanno deciso di suicidarsi in un incidente, per permettere alle famiglie (ignare di tutto) di incassare i soldi dell'assicurazione e pagare i debiti.Il piano è perfetto, ma i problemi iniziano subito, quando una giovane ragazza di nome Mizuki si unisce al viaggio, grazie al biglietto dello zio ricoverato in manicomio...
COMMENTO
Due parole: divertente e malinconico.La disperazione per la crisi economica degli anni '90 è lo spettro che aleggia costantemente nell'aria, una disperazione così intensa da spingere i personaggi del film a decidere di compiere un sacrificio estremo.
Eppure Ikinai non è un film cupo e nemmeno triste, è pieno di umanità ed energia e racconta gli scorci di vita dei suoi personaggi in modo sconzonato e talvolta umoristico.
Anche il finale gioca ironicamente con il destino dei personaggi, chiudendo degnamente un'opera di aspirazioni non eccelse, ma molto ben curata e decisamente gustosa.
NOTE VARIE
Prima produzione di un film "non di Kitano" della Office Kitano, Ikinai è diretto da Hiroshi Shimizu, collaboratore di "Beat" Takeshi di antica data (assistente alla regia in Hana-bi, L'estate di Kikujiro, Brother).Premi vinti:
- Premio ecumenico a Locarno
- Premio FIPRESCI a Pusan
Un commento di Takeshi Kitano sul film:
Ikinai affronta il tema ricorrente della vita e della morte. La gente non riesce a vivere secondo le proprie aspirazioni. E chiama ciò destino. Se la vita va davvero cosi, trovo che il destino sia molto sarcastico e triste. Se gli spettatori potessero sentire la tristezza che attraversa il film, sarei molto soddisfatto.
Un aneddoto di Hiroshi Shimizu:
Subito dopo aver terminato le riprese del film, accadde realmente che tre proprietari di un'azienda di medie dimensioni, per pagare i debiti attraverso l'assicurazione sulla vita, si suicidarono impiccandosi in una stanza di hotel.
Sono rimasto molto colpito leggendo questa notizia: ciò che raccontiamo nel film è finzione, ma cose simili accadono anche nella vita reale!
Messaggio modificato da Kiny0 il 11 February 2022 - 09:26 PM