La scelta di quanti e quali termini mantenere in giapponese è soggettiva...
a mio parere:
a- bisogna ascoltare con attenzione l'audio originale per evitare ipercorrettismi
b- bisogna valutare se la parola può essere tradotta senza perdite di significato
(faccio l'esempio del film che ho tradotto: nei sub francesi e inglesi che ho usato 'obi' viene tradotto con cintura, questa è una traduzione assurda! l'obi NON è semplicemente una cintura, quindi reinserire il termine giapponese è importante.)
c- è giusto mantenere alcune parole giapponesi note (katana, kimono, sake,etc)
d- è giusto mantenere alcune parole rare, perchè probabilmente lo sono anche per i giapponesi (geiko per geisha ad esempio) e parole usate con un significato particolare (okasan significa madre, ma nel mondo delle geisha indica la proprietaria di una casa di geisha o di una sala da tè)
Poi ovviamente conta il buonsenso e il tipo di film, un film sulle geisha o sui samurai avrà molte più parole 'rare' e 'particolari' di uno moderno.
Conta anche quanto il traduttore conosce della cultura giapponese e di ciò che sta traducendo e quante parole riesce a percepire nell'audio originale.
Sentire Geiko non ti serve a niente se non sai che geiko è il termine che indica le geisha nel dialetto di Kyoto.
@Magse: il -chan e il -san possono essere importanti, soprattutto quando il film rappresenta un mondo dove le gerarchie sono rigide.
-San indica rispetto, -chan affetto, usandoli il senso di certe frasi è molto più chiaro.
Se un personaggio che chiama una persona Teru-chan di colpo la chiama Terucho, è chiaro che è arrabbiato o vuole mantenere un distacco.
E chibi-chan? Chibi significa piccolo, come tradurre? Piccolina? Che brutto...