L'intervista. Il regista asiatico: spero nella libertà dei cinesi
Il progetto di Zhang Yimou: set italiano su Marco Polo
Sovversivo o reazionario? Artista del popolo o di regime? A 61 anni da poco compiuti Zhang Yimou è e resta il più celebre e discusso regista della Cina. Prima perseguitato dalla contorta censura del suo Paese, poi, dopo il successo planetario di film come Lanterne rosse, Hero, La foresta dei pugnali volanti, promosso a Tesoro nazionale vivente, incaricato nel 2008 di celebrare i fasti della Repubblica Popolare con il più spettacolare kolossal d'apertura di Giochi olimpici mai visto. Leggendario ed enigmatico, Zhang è capace di raccontare sullo schermo le storie più emozionanti e restare impassibile nella vita persino davanti alle lacrime di Gong Li, che sancirono in diretta al Festival di Cannes 1995 la fine del loro amore. In ogni caso un indiscusso Maestro del cinema al cui lavoro di regista, sceneggiatore e attore il Festival di Marrakech rende ora omaggio. I premi sono occasioni di bilanci. Quale il suo? «La mia carriera è strettamente legata ai cambiamenti della società cinese. Quindi piena di drammi e di incertezze. Fare il regista è stato per me qualcosa di straordinario. Una benedizione del destino. Perciò lavoro tanto duramente e pieno di riconoscenza. Se c'è qualcosa che vorrei condividere con i giovani cineasti di oggi è lo spirito di "perseveranza". Dir loro: nonostante le tante incognite della vita, se non molli, un giorno ce la farai».
Lei ha vissuto i grandi scossoni della storia del suo Paese. Cosa pensa della Cina d'oggi?
«La "quinta generazione" di registi di cui io faccio parte è nata dopo gli enormi cambiamenti della Cina. Come dice un nostro proverbio: "Un eroe non è altro che il prodotto del suo tempo". Se non ci fosse stata la Rivoluzione culturale il nostro Paese oggi sarebbe tutto differente. Mi piace che stia diventando sempre più aperto e fiducioso nelle sue possibilità, nonostante la corruzione e le pratiche illecite che pur esistono. Come artista spero che la Cina possa offrire spazi sempre maggiori alla creazione libera».
Tra i festival che l'hanno premiata c'è quello di Venezia. Che ricordo ne ha? Che pensa del cinema italiano oggi?
«Il festival di Venezia è quello dove sono stato più volte. Penso di avere un'affinità speciale con l'Italia... So che ora state attraversando una crisi economica, ma sono anche sicuro che il cinema italiano non soccomberà. In futuro tra l'Italia e la Cina ci saranno grandi possibilità di collaborazione. Sto solo aspettando un copione di qualità... Butto un'idea: la storia di Marco Polo. Un eroe ben noto in Cina come in Italia. Perfetto per un film da realizzare insieme».
Dopo «The Flowers of War», pagina epica sul massacro di Nanchino durante la guerra sino-giapponese (in Italia dovrebbe uscire a breve) cosa sta preparando ora?
«Un nuovo film, una storia di amore e di perseveranza. Inizierò a girare la prossima primavera e vista la precedente esperienza con attori di lingua inglese (il protagonista di Flowers of War è Christian Bale) penso di ripeterla. Nel mio nuovo film ci saranno attori cinesi e americani. Un altro ponte tra culture». Sui nomi Zhang Yimou non si sbilancia. Ma tra le sorprese di Dragon Kiss ci sarebbero, oltre Brigitte Lin, gloria del cinema di Hong Kong, due superstar: l'hollywoodiana Angelina Jolie e Lang Lang, pianista cinese stellare. (Corsera)
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Ricordiamo che Zhang Yimou non se la passa proprio bene in quest'ultimo periodo. Per rinfrescarvi la memoria: http://leviedellasia...l_declino_di_z/