ENGKWENTRO
Regia: Pepe Diokno
Sceneggiatura: Pepe Diokno, Bianca Balbuena, Nicholas Varela, Felix Roco, Jerry Gracio
Cast: Celso Ad. Castillo, Felix Roco, Daniel Medrana, Zyrus Desamparado, Eda Nolan, Moises Magisa, Bayang Barrios, Dexter Indab, Jim Libiran
Durata: 60'
Produzione: Filippine 2009
Ambientato in un non meglio precisato luogo delle Filippine, Engkwentro, del giovane e coraggioso regista esordiente Pepe Diokno (classe 1987), segue le vicende di due ragazzini allo sbando, fratelli, membri di bande rivali, della loro vita sciupata fra i marciumi di vicoli putrescenti, destino di molti altri giovani di quella nazione. Racconta con ferocia le barbarie di un sistema giudiziaro che fa acqua da tutte le parti, di un governo che si trova a dover tollerare nella migliore delle ipotesi (ma più realisticamente, appoggiare) vigilanti pronti ad uccidere a sangue freddo chiunque si trovi coinvolto nei traffici della microcriminalità, anche bambini, pur di mantenere un ordine annunciato ma apparentemente impossibile da ottenere.
Solo sessanta minuti girati in digitale, ma pesanti come un macigno. Camera a mano, piani sequenza, riprese striscianti che sembrano calarci sempre più in basso, fornirci la visione di chi ci sta nel mezzo a quel putridume. Un'oscurità che pare avvolgere tutto, inghiottire queste anime disperate in cerca di quella via d'uscita che è solo un sogno, un illusione. Tutto contribuisce a rendere palpabile il disorientamento di questa gente, che sopravvive nel terrore, che può trovare una via di fuga solo nella speranza di una vita migliore che molto probabilmente non verrà mai, e allora finisce invischiata in un sistema di microcriminalità che è ormai cosa endemica, radicata e ramificata nel sistema sociale stesso.
Palese la critica, aperta, di quelle senza peli sulla lingua, al governo delle Filippine. Critica che si rende manifesta nella continua contrapposizione fra la disastrata situazione in cui la gente sullo schermo continua a vivere e le promesse, le belle parole, pronunciate da un fantomatico sindaco che i mezzi di comunicazione diffondono ininterrottmente. Ma sono, ovviamente, parole al vento, parole che fanno sorridere per l'ingenuità e irritano per l'ipocrisia di cui sono foriere. Anche la gente lo sa, ma ormai sembra non farci più caso, intorpidita, assuefatta e completamente sfiduciata nei confronti di una classe dirigente che non sa o non vuole capire e affrontare i problemi della propria nazione. Ed è potente nel bellissimo e scioccante finale l'accusa a coloro che accettano e appoggiano quelle Squadre della Morte che negli ultimi dieci anni hanno causato il decesso di oltre 800 persone, il più delle volte se non innocenti, comunque vittime loro stesse di un sistema che contempla l'assurdità dell'omicidio come soluzione finale ai mali della società.
Girato molto bene, eccellente nel riprendere i vagabondaggi dei disperati, nel mostrare la vita tristissima e senza sbocchi degli slums, in grado di farci sentire quasi l'odore nauseabondo e la sporcizia che avvolge ogni cosa, Engkwentro è uscito nel 2009, lo stesso anno che ci ha regalato Lola di Brillante Mendoza, una pellicola con la quale condivide la stessa ricerca estetica, gli stessi lodevoli tentativi di calare lo spettatore nel contesto sociale delle classi sociali meno abbienti, ma che si discosta mostrando le cose da un punto di vista diverso, concentrandosi sui giovani piuttosto che sugli anziani, e quindi aprendo un dubbio, un grosso punto di domanda sul futuro di questo paese e di questo sistema, e più in generale lasciando un immagine decisamente meno ottimistica della situazione. Doppiamente premiato anche a Venezia nella sezione Orizzonti e col Leone del Futuro è un film che mostra quelche cedimento solo nella rappresentazione degli scontri fisici, poco riusciti e aprossimativi, ma è poca cosa quando il messaggio è così potente, cristallino e coraggioso da farci rabbrividire e indignare, da farci aprire gli occhi su una realtà così distante e diversa dal nostro mondo ovattato, quando l'oscurità che forse è la vera protagonista di questo bel film riesce a toccarci il cuore e farci percepire per un attimo tutta la disperazione di questa gente che non può permettersi il lusso di vivere degnamente la propria vita e la cui unica aspirazione è, tristemente, quella di sopravvivere.
Recensione di Nosferatu