Giappone, 2007
regia di Matsuoka Joji
screenplay Suzuki Matsuo (Koi no mon, Welcome to the quiet room)
dal romanzo autobiografico di Lily Frankie
Premetto che non va confuso con l'altro film del 2005, tratto dallo stesso romanzo.
Premetto anche che odio veramente i classici film "tearjerk" fatti tanto per riempire i botteghini giocando sui facili sentimenti della gente.
A volte, quando un film ti lascia il segno addosso, è difficile riuscire a riorganizzare le sensazioni e le emozioni che ti ha provocato, ed è anche difficile riuscire a spiegarle a chi questo film non l'ha ancora visto.
Potrei banalmente urlare al capolavoro, oppure consigliarvene immediatamente la visione.
Potrei, ma sarebbe davvero riduttivo.
So che qui più di qualcuno l'ha già visto e io avevo avuto la fortuna di vederlo al cinema, appena era uscito in giappone tre anni fa. All'inizio mi domandavo che cosa mi avesse spinto a rivederlo, ma più passavano i minuti, più trovavo le risposte.
La storia è quella di Masaya, sua madre e suo padre. Stanco della vita nel suo villaggio di campagna decide di andare a Tokyo e iscriversi ad una università per diventare illustratore. I genitori si separano quando lui ha appena 3 anni e così passa la sua giovinezza insieme alla madre che si dedica anima e corpo a lui, incontrando raramente il padre.
L'arrivo e il confronto con Tokyo è qualcosa di nuovo e la vita lontano dalla madre gli fa assaporare per la prima volta il gusto dell'indipendenza, la scoperta delle donne, le bevute con gli amici, ma con il passare degli anni, inizia a domandarsi cosa ne sarà del suo futuro. Tra varie vicissitudini, debiti da pagare, anni di università da recuperare e ricerche di lavori stabili, tutto cambia quando viene a sapere delle cattive condizioni di salute della madre. Masaya si rende conto di essere una persona adulta e che è arrivato il momento di dimostrarle l'amore che ha per lei e che in tanti anni non è mai riuscito a tirar fuori.
Il film è quindi basato sul rapporto madre-figlio, che poi diventa figlio-madre, un passaggio naturale, un ciclo che si ripete e che segue il naturale corso della vita.
Raramente ho visto un film in grado di a trattare un tema del genere in maniera così spontanea, naturale. Senza falsa retorica, senza mostrare quello che non è necessario, senza premere inutilmente su situazioni che saprebbero fare a fette un cuore, anche quello meno sensibile. è "solo" il naturale rapporto tra una madre e un figlio, una cosa che tante volte ci pare semplice e scontata ma che invece non lo è.
Se alla fine del film vi ritroverete a pensare come me, ad episodi del passato nei quali vi siete comportati male e/o avete deluso in qualche modo vostra madre o se sentirete il bisogno di telefonare a vostra nonna anche solo per salutarla, forse avrete capito come mi sono sentito alla fine di questo film.
Coniglio caldamente la visione.
Nota di merito all'intero cast.
Odagiri mi fa incazzare perché alterna interpretazioni che arrivano a malapena alla sufficienza e altre dove dimostra di essere un grande, grandissimo attore (come questo caso). Nel cast figurano anche una mastodontica Kirin Kiki (Even if you walk and walk), Yayako Uchida - e tra l'altro queste due attrici sono madre e figlia nella realtà -, Kobayashi Kaoru (Vacation), Takaku Matsu (April Story) e anche Miyazaki Aoi, in una minuscola parte.
L'autore del romanzo è Lily Frankie che forse qualcuno di voi avrà visto nell'altrettanto riuscito "Gururi no koto/Allaround us".
Non fatevi fregare dal trailer studiato a regola d'arte..il film è molto,molto di più.
Messaggio modificato da Dr. Fiemost il 12 October 2010 - 07:40 PM