Shutter One
Thailandia, 2009. Di Jarungsak Wonglaeng. Con Surachai Sangakas, Narawan Nirattisai, Suchao Pongwilai. Genere: Horror. Durata: 88’
Tan è un giovane fotografo thailandese alla ricerca di un lavoro: vorrebbe lavorare per una rivista di turismo, ma l’ottenimento del posto sembra un miraggio lontano. Un giorno, però, nota una strana fotografia tra quelle da lui scattate. Una donna sanguinante implora di fronte all’obiettivo. E’ forsa colpa della pellicola, vecchia di vent’anni? Il mistero è molto fitto, anche perché Tan comincia a soffrire di terribili visioni che sconvolgono anche la vita di Mam, la sua nuova fidanzata, la cui famiglia sembra ben legata a quella ragazza misteriosa....
Chi se lo aspettava? Dopo che il capolavoro dell’horror thailandese “Shutter” ha spopolato in tutto il mondo, era naturale che spuntassero fuori I cloni (un po’ come in Giappone avviene con “The Ring” o negli USA con “Scream”) , ma chi mai si sarebbe immaginato che, a cinque anni di distanza dall’originale, venisse pubblicato una sorta di sequel apocrifo, girato per il mercato homevideo? Credo nessuno. “Shutter One”, però, sorprendentemente, pur rimanendo un filmetto di bassa lega, non tocca i vertici di assoluta idiozia di una cagata come “Seven Days In A Coffin” o dell’inguardabile “Dark Devil”. In “Shutter One” c’è un minimo di regia, uno studio della fotografia, una recitazione ben calibrata (i nomi e i personaggi del primo “Shutter” rimangono gli stessi e il protagonista, seppur non bello quanto Ananda Everingham, viene pettinato e vestito a dovere per assomigliargli) e un bel po’ di efficaci salti sulla poltroncina, garantiti da rudimentali ma ben congedati effetti speciali che evitano la risata involontaria. Ne esce un divertente e simpatico prodotto di puro divertissement, che offre una storia coinvolgente (anche se i primi tre quarti d’ora, dove non succede niente, sono abbastanza noiosi), che si palesa nella resa dei conti finale: un’esplosiva mezz’ora dove tra apparizioni spiritiche e splatter si concretizza, finalmente, quella paura tanto agoniata nei prodotti homevideo thai e mai trovata. Insomma, “Shutter One” è un filmetto di serie-b, ma finalmente fa il suo compitino e riesce, persino, a spaventare in più attimi, offrendo anche diversi colpi di scena. Prescindibilissimo, ma l’ideale per chi, come me, non è mai a digiuno di horror asiatici.
Messaggio modificato da creep il 17 June 2010 - 04:54 PM