Cry Me A River
di Jia Zhangke
Versione Allzine
Titolo Originale: Heshang aiqing
Paese / anno: Cina, Spagna, Francia, 2008
Regia: Jia Zhang-ke
Sceneggiatura: Jia Zhang-ke
Fotografia: Wang Yu
Montaggio: Lin Xu Dong
Scenografia: Liu Qiang
Costumi: Zhao Tong
Durata: 19'
Interpreti:
Lei Hao
Tao Zhao
Hong Weiwang
Xiao Dongguo
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Ho avuto modo (e fortuna) di vedere questo cortometraggio di Jia Zhangke al CCCB (Centro di cultura contemporanea di Barcellona) nell’ambito della mostra “Nella città cinese” organizzata nel 2008 (http://www.cccb.org/...an_empire-16456).
Ad essere sinceri la prima immagine che mi aveva colpito era stata quella di Zhao Tao, la bella attrice coi capelli corti che poi ho ritrovato nell’ultima parte del film “24 City” dello stesso regista. Dei dialoghi avevo capito piuttosto poco, essendo sottotitolato in spagnolo, ma fortunatamente ora il cortometraggio (presentato anche alla mostra del cinema di Venezia) fa parte degli extra del DVD dello stesso “24 City”, film splendido che mi auguro possa passare anch’esso da Asianworld.
Questo corto è pervaso dall’inizio alla fine da una forte malinconia e disillusione, non solo per l’inesorabile tempo che passa, ma anche e soprattutto per i cambiamenti (non sempre positivi) che il tempo ha generato e nella società cinese tutta, e nelle attese e nelle aspettative dei personaggi, ex compagni di università ed anche ex amanti, cui il tempo però non ha ancora lenito le ferite nonostante ad alcuni abbia generato benefici economici (ma non sentimentali).
Stilisticamente “Cry Me A River” si distacca fortemente dal caratteristico stile documentaristico di Jia Zhangke lucidamente messo in mostra in “24 City”, però va dato atto che in 20 minuti questo cortometraggio dice e mostra (con credibilità) molto più che tanti altri lungometraggi (non) riescono a dire e su cui riflettono superficialmente mordendosi la coda.
Chiudo con una piccola citazione: quando Ma Qiang, il professore squattrinato, rivela alla sua ex fiamma Zhou Qi, ora coi capelli corti, che “tu sei con me tutti i giorni: nei dieci anni che sono trascorsi dalla laurea sei l'unica che abbia sognato”, mi è venuta prepotentemente in mente una tavola domenicale di “Calvin & Hobbes”, dedicata dall’autore Bill Watterson al suo gatto appena scomparso, nella quale Hobbes “risponde”, nel letto, a Calvin: “Credo che sogniamo perché così non dobbiamo stare troppo tempo lontani. Se siamo ognuno nei sogni dell’altro, possiamo giocare assieme tutta la notte!”.
A proposito di disillusione (al risveglio, da grandi).
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Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 05:25 PM