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[RETRO] Hideko Takamine


12 risposte a questa discussione

#1 Cignoman

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Inviato 31 May 2013 - 09:22 PM

Hideko Takamine: il sorriso di una leggenda



A cura di Cignoman, fabiojappo, gattociliegia, Ishta, JulesJT, ReikoMorita, Tyto



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Approfondimento di Cignoman:


Enfant prodige divenuta teen-idol cinematografica e modella pubblicitaria, poi fulgida star osannata dalla critica, e ancora cantante, scrittrice, pittrice e attrice per la televisione.


Hideko Takamine (高峰 秀子), all'anagrafe Hideko Hirayama, nasce il 27 Marzo 1924 in una località remota e quantomai lontana dal turbinio delle grandi città e dai riflettori, precisamente a Hakodate, nella fredda isola Hokkaido. Nonostante ciò, a soli 5 anni conquista in patria una straordinaria popolarità recitando nel melodramma muto di Hotei Nomura Haha (Mother), record di incassi del tempo. Venne condotta ad un'audizione negli studios della Shochiku dal patrigno: iniziò così, un po' per caso, la straordinaria carriera di un'interprete che, da semplice enfant prodige, saprà affermarsi nell'arco di ben 50 anni di carriera come icona assoluta dell'età dell'oro del cinema giapponese, recitando in quasi 200 film (qui ne citeremo per ovvi motivi solo una minima parte), spesso diretta dai massimi maestri nipponici della settima arte e affiancata da interpreti altrettanto talentuosi.


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Hideko Takamine negli anni '40


Nel 1931 ad esempio la troviamo per la prima volta in un film di Yasujiro Ozu, Tokyo no gassho (Il coro di Tokyo), e nel 1933 un assistente di regia ventunenne la filma in primo piano per il film di Yasujiro Shimazu Hoho o yosureba (Cheek to Cheek): quell'assistente di regia è "un certo" Keisuke Kinoshita, il cui destino artistico molti anni più tardi si legherà a quello della allora piccola Hideko. Nel frattempo lei lavora anche con altri registi del calibro di Heinosuke Gosho, Yasujiro Shimazu, Hotei Nomura e la sua fama cresce sempre più.
Negli anni successivi la nostra piccola "Deko-chan", come veniva chiamata allora dai fan, cambia "casacca" e viene lanciata come teen-idol dalla casa di produzione Toho, in cambio di un contratto che sponsorizzasse i suoi (limitati, con suo rincrescimento) studi alla scuola progressista Bunka Gakuin. Lei stessa ricordò quegli anni descrivendoli come tutt'altro che idilliaci: odiava la dolorosa applicazione del trucco di scena a caldo, la vita monopolizzata dal lavoro negli studios coi suoi ritmi frenetici (pensate a cosa voleva dire girare fino a 10 film all'anno), la super-responsabilizzazione a cui era sottoposta per supportare economicamente la famiglia.

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Una giovanissima "Deko-chan" in una pubblicità su una rivista degli anni '30


Nel 1938 è la protagonista in Tsuzurikata Kyoshitsu (Composition Class) di Kajiro Yamamoto e tra il 1940 e il 1941, durante la guerra, è così famosa che il suo nome compare perfino nel titolo di due film da lei interpretati, Hideko no oendancho (Hideko The Cheerleader) di Yasuki Chiba e Hideko no shasho-san (Hideko The Bus Conductress) del maestro Mikio Naruse, di cui diventerà l'attrice-feticcio negli anni successivi. Si narra di un breve flirt sul set di Uma (Horse) di Kajiro Yamamoto, nel 1941, con l'allora giovane assistente di regia Akira Kurosawa. Durante la guerra è una delle pin-up più popolari: molti soldati le scrivevano dal fronte e andavano a morire con una sua foto in tasca come conforto.
Nel 1950 fu la prima tra tutti gli attori giapponesi a rompere l'esclusiva con la sua casa di produzione (allora Shin-Toho) e a lavorare sulla base di contratti da freelance: questo ci dà già una chiara idea di che enorme peso avesse il suo nome su una locandina. In uno dei suoi libri di memorie racconta di come allora le pressioni a cui era sottoposta dalla fama, dagli uomini che la inseguivano e da una schiera sterminata di lontani parenti che le chiedevano denaro la portò a nascondersi per ben sei mesi in una pensione di Parigi, dove risiedette sotto falso nome.

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Un'immagine tratta da Niju-shi no hitomi (Twenty-Four Eyes) del 1954


Con gli anni '50 arriva la sua "età dell'oro" e quella degli studios giapponesi: recita ancora per Ozu in Munekata shimai (Le sorelle Munekata), poi nel primo film a colori giapponese della storia, il leggero e brioso Karumen kokyo ni kaeru (Carmen Comes Home) di Kinoshita e sopratutto in diversi film memorabili di Mikio Naruse, le cui quotazioni dopo un periodo difficile erano di nuovo in ascesa. Molti di questi film, come ad esempio Inazuma (Lightening) e Bangiku (Late Chrysanthemums) sono adattamenti di romanzi della scrittrice Fumiko Hayashi: la Takamine diviene così per il pubblico il volto stesso delle eroine della Hayashi, donne ostinate e dolenti, spesso alle prese con uomini inetti e con altre figure femminili che sono rivali e al contempo gemelle della protagonista nella lotta contro codici sociali obsoleti e miseria, nella ricerca di istanti di felicità e libertà, effimeri come nella miglior tradizione giapponese del mono no aware.
Hideko ricorda nelle sue memorie tutta una serie di aneddoti sui suoi incontri silenziosi con il taciturno Naruse, con il quale sviluppa una poetica visiva straordinaria, fatta di primi piani, gesti e sguardi, nata da battute obliterate dal copione, spesso su suggerimento della stessa Takamine. Ma è di nuovo Kinoshita nel 1954 a dirigerla nell'acclamatissimo Niju-shi no hitomi (Twenty-Four Eyes), che batté perfino Shichinin no samurai (I sette samurai) di Kurosawa nella classifica di quell'anno della prestigiosa rivista Kinema Jumpo: nei panni della maestra Oishi, Hideko Takamine probabilmente ha consegnato alla storia del cinema la sua più memorabile interpretazione.

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È stata una superstar a due faccie, quindi: famosa e apprezzata come icona vivente della donna giapponese tormentata che affronta gli anni difficili del dopoguerra e le promesse tradite della modernità da un lato, diva popolare dal sorriso irresistibile, sensuale cantante e ballerina dall'altro.
Nel 1955, l'anno che le vede assegnato il premio di Kirema Jumpo come migliore attrice per Ukigumo (Floating Clouds) di Naruse, Hideko sposò l'assistente di regia e sceneggiatore Zenzo Matsuyama (che poi la dirigerà in vari ruoli, tra cui in Happiness of Us Alone, del 1963) e, sebbene usualmente le attrici cessassero la loro carriera una volta accasate, lei continuò a lavorare. In un'intervista rilasciata molti anni dopo descrisse i suoi primi 20 anni come quelli di una "macchina da soldi" per la sua famiglia. L'anno 1955 segna la sua definitiva affermazione come top star del cinema giapponese: lei stessa dichiarò allora di guadagnare circa 500.000 yen al mese (basti pensare che a quel tempo un salario medio mensile arrivava appena a 8.000 yen).
Nel 1958 è al Festival del Cinema di Venezia dove Muhomatsu no issho (L'uomo del risciò) di Hiroshi Inagaki ottiene tra le polemiche il Leone D'oro: pur essendo un melodramma tratto da un racconto popolare, a tratti stucchevole, furono proprio le grandi interpretazioni di Hideko Takamine e Toshiro Mifune a nobilitarlo. Un'altra performance notevolissima ce la regala in Onna ga kaidan o agaru toki (When a Woman Ascends The Stairs), firmato da Naruse nel 1960, in cui duetta con lei un grande Tatsuya Nakadai. L'anno successivo è la star di un altro melodramma di Kinoshita di grande successo, ma dal valore artistico più modesto: Eien no hito (Immortal Love). Nel 1964 un'ennesima grande prova ce la regala in Midareru (Yearning), affianco all'ottimo Yuzo Kayama. Dal 1968 approda anche alla televisione, il nuovo media in ascesa che soppianterà presto il cinema come mezzo di intrattenimento popolare.

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Hideko Takamine sulle copertine di alcune riviste popolari degli anni '50


Noi la ricordiamo come attrice, ma in Giappone è ben nota anche come autrice di libri di ricordi autobiografici e romanzi, così come per i dischi pop che ha inciso e per i suoi quadri.
Si ritirò dalle scene nel 1979, dopo aver recitato un'ultima volta per Kinoshita in Shodo satsujin: Musuko yo (Oh my son!): una sessantacinquenne impeccabile e ancora bellissima, ma decisa a uscire di scena al momento giusto.
Muore per un cancro ai polmoni il 28 dicembre 2010, all'età di 86 anni. Nell'olimpo del cinema giapponese resta indelebile il suo nome, affiancato da quello di altre grandissime colleghe quali Kinuyo Tanaka, Isuzu Yamada, Machiko Kyo, Setsuko Hara, Mariko Okada.


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Una composizione di poster dei film più importanti interpretati da Hideko Takamine




I film della rassegna che le dedica AsianWorld:



- Floating Clouds (Ukigumo) di Mikio Naruse, 1955.

- A Woman's Life (Onna no rekishi) di Mikio Naruse, 1963.

- Hit and Run (Hikinige) di Mikio Naruse, 1966.

- Happiness of Us Alone (Na mo naku mazushiku utsukushiku) di Zenzo Matsuyama, 1961.

- Carmen Comes Home (Karumen kokyo ni kaeru) di Keisuke Kinoshita, 1951.




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Altri film con Hideko Takamine

presenti nell'archivio di AsianWorld:




- Hideko The Bus Conductress (Mikio Naruse, 1941)

- Lightning (Mikio Naruse, 1952)

- Twenty-Four Eyes (Keisuke Kinoshita, 1954)

- Flowing (Mikio Naruse, 1956)

- Muhomatsu, The Rikshaw Man (Hiroshi Inagaki, 1958)

- When a Woman Ascends The Stairs (Mikio Naruse, 1960)

- Daughters, Wives and a Mother (Mikio Naruse, 1960)

- A Wonderer's Notebook (Mikio Naruse, 1962)

- Yearning (Mikio Naruse, 1964)

- Devil's Temple (Kenji Misumi, 1969)






DVD in edizione italiana di film con Hideko Takamine:


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- Stakeout / The Chase (Harikomi) di Yoshitaro Nomura, 1957. Edizione Rarovideo.

- Il coro di Tokyo (Tokyo no gassho) di Yasujiro Ozu, 1931. Edizione CG Home Video DCULT.







Video filmography tribute






Link utili:

La filmografia completa di Hideko Takamine su Internet Movie Database

Immagini di star del cinema giapponese anni '50

Messaggio modificato da fabiojappo il 27 June 2013 - 10:22 PM

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#2 fabiojappo

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Inviato 16 June 2013 - 10:36 AM

Che bello vedere realizzato questo speciale ! Un appassionato di cinema giapponese non può non amare quelle meravigliose attrici che hanno contribuito a renderlo grandissimo. Hideko Takamine è tra queste e personalmente - senza nulla togliere alle altre dee (Kinuyo Tanaka, Isuzu Yamada, Machiko Kyo, Setsuko Hara, Nobuko Otowa...) - quella che preferisco. La sua voce così particolare, i lineamenti... non so bene perché. Unica.

Per questo è una grande soddisfazione far parte della squadra di questo progetto. Ringrazio gli altri componenti. A cominciare da Tyto che ha fatto tantissimo e con il quale ormai collaboro da tempo; gattociliegia e Reikomorita che avendo già in prenotazione due film con l'attrice hanno in qualche modo dato inizio al progetto. Un progetto che non poteva non coinvolgere Cignoman, massimo divulgatore nazionale del cinema di Naruse e di conseguenza della Takamine, spesso protagonista dei suoi film.
Un ringraziamento ovviamente anche ai subber dei film già presenti in archivio, a chi ha contribuito alle revisioni (come Jules in questo caso) e a Ishta per i lavori grafici che rendono ancora più bello questo speciale.

Buone visioni a tutti !

Messaggio modificato da fabiojappo il 16 June 2013 - 10:44 AM


#3 JulesJT

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Inviato 16 June 2013 - 04:39 PM

Appena finito di vedere Hikinige a.k.a. Hit and Run..... m'ha fatto tornare la voglia del cinema anni '60......
Splendida la sceneggiatura targata Zenzo Matsuyama (tra le altre, The Human Condition).
Takamine: è sbocciato l'amore..... definitivamente..... Apprezzo la sua gestualità e capacità espressiva,
(in particolare nelle situazioni in cui sembra essere a disagio... con quelle sue guanciotte! :em41: ).
Naruse: lo adoro. PUNTO

:Japan:

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Messaggio modificato da JulesJT il 16 June 2013 - 05:00 PM

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Cinema Asiatico:
Welcome to the Space Show, Udaan (2010), Goyōkin, Fuse, Dragon Town Story, The River with No Bridge, ILO ILO, A Time in Quchi
Still the Water, Norte - the End of History, The Terrorizers, Yi Yi, Stray Dogs, Tag,
Cemetery of Splendour, A Brighter Summer Day,
Labour of Love,Double Suicide, Japanese Girls at the Harbor, Nobi (Fires on the Plain), The Postmaster, Radiance, Liz and the Blue Bird
Modest Heroes,
The Seen and Unseen, Killing, Dwelling in the Fuchun Mountains, The Woman Who Ran,


L'Altro Cinema:
Kriegerin, Chop Shop, Marilena de la P7, Kinderspiel, Kes, Abbas Kiarostami (special), Hanami, L'enfance nue, Short Term 12
Mamasunción, The Rocket, The Selfish Giant,
Argentinian Lesson, Holubice, The Long Day Closes, Mon oncle Antoine, O som do Tempo
Mammu, es tevi mīlu, Skin, Une histoire sans importance, Couro de Gato, Los motivos de Berta, Ne bolit golova u dyatla, Valuri, Club Sandwich
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Drama: Oshin, Going My Home
Focus: AW - Anime Project 2013, Sull'Onda di Taiwan, Art Theatre Guild of Japan, Allan King, Jonas Mekas,

#4 Tyto

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Inviato 17 June 2013 - 04:28 PM

Un grazie a tutti per aver dato vita a questa retrospettiva, con un ringraziamento speciale a fabiojappo che ne è stato il promotore.
Invito tutti gli appassionati di cinema a godersi qualche film con questa attrice, che ha un talento davvero raro.
file:///C:/Users/Francesco/Desktop/Francesco/Personale/inkan/Inkan.jpgImmagine inserita

#5 Shimamura

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Inviato 18 June 2013 - 10:28 AM

Grazie mille per questa splendida retrospettiva.

Hear Me Talkin' to Ya




Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#6 tartakirka

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Inviato 18 June 2013 - 12:08 PM

iniziativa fantastica, bravissimi!
Naruse poi per me è un mito.
Ancora grazie alla squadra!

#7 Cignoman

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Inviato 18 June 2013 - 10:05 PM

"Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte." -- François Truffaut (1932 - 1984)

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#8 Re Nah Toh

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Inviato 19 June 2013 - 07:43 PM

Adoro la Takamine e adoro voi che fate un lavoro impagabile! Bravi!

#9 andreapulp

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Inviato 19 June 2013 - 10:16 PM

Cigno ha scritto un commento che va oltre, si percepisce tutto il suo amore per questo cinema e per la Takamine! Chapeau Fratello:)





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