Titolo internazionale: Atonement
Traduzione del titolo: Espiazione
Emittente: Wowow (gennaio-febbraio 2012)
Numero episodi: 5
Sceneggiatura: Kurosawa Kiyoshi
Regia: Kurosawa Kiyoshi
Cast principale:
Koizumi Kyoko (Adachi Asako)
Aoi Yu (Kikuchi Sae)
Koike Eiko (Shinohara Maki)
Ando Sakura (Takano Akiko
Ikewaki Chizuru (Ogawa Yuka)
Traduzione: Picchi, anna 90, Asaka, Cignoman, fabiojappo
Artworks: Îshta
Trama. Nella tranquilla cittadina di Ueda, cinque bambine delle elementari diventano amiche. Un giorno, mentre giocano assieme nel cortile scolastico, una di loro viene adescata e assassinata da uno sconosciuto. Le quattro amichette, sconvolte, non riescono a ricordare il volto dell'uomo e a fornire elementi utili alle indagini. Quindici anni dopo, le quattro donne convivono ancora con il rimorso e la paura mai sopiti. Ma c'è un'altra donna che non può dimenticare: la madre della vittima, che non ha nessuna intenzione di lasciare l'assassino impunito...
Recensione di Asaka
A quattro anni dall'uscita nelle sale cinematografiche nipponiche di “Tokyo Sonata” (2008), Kurosawa Kiyoshi torna alla macchina da presa e firma una serie televisiva cupa e drammatica in 5 episodi, uno per ogni personaggio principale. Tratto da un romanzo di Minato Kanae (già autrice del famoso “Kokuhaku”, da cui il dibattuto film di Nakashima Tetsuya), ma sceneggiato dallo stesso Kurosawa, “Shokuzai” tradisce la propria matrice romanzesca nella circolarità dell'intreccio ad incastro, ma se ne allontana quando il regista sceglie di affidarsi all'ambiguo ed evocativo potere delle immagini.
Introdotta dai colori saturi dell'infanzia, che ben presto virano in una fotografia plumbea e quasi asettica, la serie dà il meglio di sé nelle atmosfere, nelle scelte visive, nelle sequenze allucinate di queste donne immerse in un mondo oscuro e privo di personaggi positivi. Un mondo in cui la parola “shokuzai” (espiazione, redenzione) pare solo una beffa illogica ed inspiegabile.
La regia di Kurosawa lascia che il collante visivo dei cinque episodi sia la fotografia, ma in ogni storia sceglie una drammatizzazione diversa (a volte in modo più evidente, altre in modo più sommesso), inserendo anche delle sotterranee vene ironiche e sensuali. Il risultato non è sempre costante e dà l'impressione di mancare di compattezza ed omogeneità; più di tutto si ha la sensazione (e si ribadisce che si tratta di sensazione, non avendo personalmente letto il romanzo di origine) che, paradossalmente, un maggiore allontanamento dal soggetto di partenza, una minore attenzione alla precisa chiusura di tutte le linee narrative e una minore freddezza nel racconto avrebbero giovato nel restituire con maggior potenza la capacità delle passioni umane di illividire la vita dell'uomo fino a portarlo ad una normalità che è al confine con la follia.
Il cast, quasi completamente femminile, schiera interpreti di buon livello, tra cui necessariamente spiccano Koizumi Kyoko, “la madre”, personaggio cardine, ambiguo e contraddittorio, attorno a cui ruota tutta la vicenda, e Aoi Yu, forse la più celebre del cast, che con il suo volto di porcellana apre il racconto di queste donne in cerca di espiazione. E cosa significhi espiazione, sta allo spettatore scoprirlo.
Kurosawa Kiyoshi con Koizumi Kyoko e le altre protagoniste. Da sinistra: Ikewaki Chizuru, Ando Sakura, Koike Eiko, Aoi Yu
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Progetto completato
(versioni 450p / 720p)
Messaggio modificato da Kiny0 il 14 December 2013 - 12:44 PM