Non posso che confermare l'entusiasmo generale per questo splendido film. Ann Hui qui appare estremamente "brusca", colpisce duro e a fondo, come se, rispecchiando il punto di vista del fotoreporter, lavorasse sul momento presente: quindi niente
ralenti e costruzioni "poetiche", ma ferite che si aprono all'improvviso, traumi improvvisi che non consentono, da parte di chi ne è testimone, una serena rielaborazione, ma che necessitano invece - per sopravvivere, letteralmente - di un cambio di scena immediato. Un volta-pagina del montaggio che però anziché "rimuovere" quanto si è visto, lo spinge ancor più nel profondo. E in questa rincorsa alla sopravvivenza e all'inenarrabile, sbocciano con maggior potenza visiva i rari momenti di dolcezza, di "bellezza" (nei sentimenti fra i personaggi, ma anche nelle stesse immagini).
Grandissima Ann Hui, un talento davvero eclettico e che già allora era capace di reinventarsi ogni volta a seconda del soggetto che sta filmando.
E grazie mille per i sottotitoli che mi hanno permesso di seguire senz'altro meglio questo bellissimo film.
Messaggio modificato da polpa il 09 April 2012 - 11:29 AM