Cayenne Duelist (2005) |
Titolo
Originale: Hyeongsa
Nazione: Corea del sudAnno: 2005 Regia: 이 명세 (Lee Myeong-se) Sceneggiatura: 이명세 (Lee Myeong-se) Musiche: 조 성우 (Jo Seong-woo) Cast: Namsoon (Ha Ji-won), Sad Eyes (Kang Dong-won), Detective Ahn (Ahn Seong-gi) |
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Dinastia
Chosun, Corea del XVII secolo.
Il Detective Ahn e la sua assistente Nam Soon sono sulle tracce di una rete di falsari che sta introducendo in tutto il paese un'ingente quantità di monete false, rischiando di portare l'economia dell'intera nazione al collasso. Dopo uno caotico scontro con alcuni membri della banda all'interno del mercato cittadino, il cammino di Nam Sonn si intreccia con quello di un misterioso uomo mascherato, "Occhi Tristi", spadaccino tanto abile quanto letale, che dopo una breve ma spettacolare scaramuccia si dilegua tra la folla facendo perdere le sue tracce. Ben presto, gli indizi raccolti dalla polizia sembrano far convergere le indagini intorno all'entourage del Ministro della Difesa, potente dignitario di corte e comandante supremo delle forze armate, e al suo letale scherano, quello stesso 'Occhi tristi" nei confronti del quale Nam Soon non può fare a meno di provare una misteriosa quanto fatale attrazione... Man mano che la tela delle indagini si stringe intorno ai malfattori, le spire di un oscuro complotto si dipanano agli occhi dei due detective mentre il perverso legame tra Nam Soon e il misterioso spadaccino subirà un'imprevedibile evoluzione, in cui il ruolo di cacciatore e preda assumeranno contorni pericolosamente sfumati e la stessa tenzone di spada diventerà rito di corteggiamento e schermaglia amorosa... |
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COMMENTO Una
strana pellicola, questa settima regia di Lee
Myeong-se,
adattamento cinematografico di un Manwa coreano di Bang
Hak-Gi già
fonte di ispirazione della serie-tv "DAMO".
Un film spiazzante, difficile da etichettare con precisione. Una di quelle opere che probabilmente non si può valutare troppo razionalmente, ma solo assaporare, d'istinto, e capace di suscitare amore viscerale o profonda indifferenza, se non addirittura aperta irritazione per i suoi contrasti stridenti e quel suo cambiare di registro a più riprese sia a livello formale che narrativo, quasi a farsi beffe dello spettatore.... Dal lato più tecnico si assiste estasiati ad una messa in scena quantomai sontuosa, con una fotografia inizialmente solare e brillante che poi vira repentinamente verso suggestive ambientazioni notturne ammantate di un chiaroscuro irreale, quasi onirico, in un'atmosfera ovattata squarciata solo dal baluginare dei fendenti delle lame sguainate. E c'è davvero da farsi ammaliare da un movimento di camera accattivante, capace di accompagnare lo sguardo dello spettatore con movimenti ampi lungo traiettorie sinuose ed eleganti, all'insegna di un una ricercatezza visiva che spesso sfocia nell'eccesso cromatico e prospettico... Lo stessa coreografia del combattimento, raffinata ed elegante, assume contorni irreali non tanto per il ricorso alle funi o a virtuosismi atletici, quanto per il richiamo a ritmi e movimenti propri della danza: i duellanti si muovono a ritmo sincopato, e lo scontro diventa gioco ossessivo di sguardi e movenze, pura scaramuccia scenica, una cadenza ritmata di fendenti che disegnano traiettorie tanto eleganti quanto vlleitarie, sublimando quasi un rituale di corteggiamento e seduzione più che dischiudere una reale natura offensiva... Facile è, fin da subito, lasciarsi piacevolmente sopraffare dal puro piacere contemplativo della ricercata fotografia, farsi incantare dalle stupende immagini ipersature e dal sofisticato montaggio, cullati da una colonna sonora di contorno perfettamente ricucita sulle atmosfere oniriche ed ovattate della pellicola... Ma
in questo sfarzosità visiva si annida probabilmente anche il
limite
fondamentale del film. L'impressione è che la stessa trama
diventi pretesto per mostrare, più che per raccontare,
cercando
di colmare i difetti di una sceneggiatura piuttosto piatta e
inconcludente, oltre che priva di un coerente registro narrativo.
Se a
ciò aggiungiamo anche una fastidiosa altalenanza di momenti
drammatici a improbabili e distonici siparietti comici, la
sensazione che si prova, durante la visione, è quella di
un vero e proprio disorientamento, dalla quale ci si riesce a liberare
soltanto coi titoli di coda. Né le interpretazioni dei
personaggi
- a parte i due protagonisti, poco resta - aiutano molto a risollevare
le sorti della narrazione, con tentativi di caratterizzazione a
malapena abbozzati e complice anche una certa legnosità
espressiva del
protagonista principale ...
La
sequenza degli ultimi dieci minuti della pellicola,
probabilmente, vale abbondantemente da sola il prezzo del biglietto.
Una scena di
cui è facile inebriarsi...quasi una strizzatina
d'occhio al
Teatro Nero di
Praga, un tavolozza di colori buttata su di una tela di tenebra
incorniciata dal movimento di un manto
candido di fiocchi di neve che calano pigramente sulla
scena...ed il guizzare improvviso dei duellanti che
affiorano dal buio in un turbine di
colori improvvisando la loro danza
di combattimento, passione e morte ...Davvero
spettacolare....Però...però...Nonostante
tutti i suoi limiti, per qualche motivo irrazionale questa pellicola
riesce
comunque a colpire nel segno.. Nonostante
un'avversione di fondo per l'incoerenza della narrazione, non nascondo
di
aver guardato e riguardato questo film ancora
prima di averne iniziato la traduzione, di
aver indugiato su alcuni passaggi oltre
il lecito, allungando più e più volte la mano
sulla scaffale alla ricerca del DVD per il solo gusto di rivivere per
pochi istanti l'emozione di immergermi in quel tripudio di colori e in
quelle atmosfere soffuse.....
Attendo con curiosità pareri e opinioni, sicuramente discordanti e, nel mentre, auguro a tutti.... |