(artwork a cura di Kiny0)
a cura dell'utente Meiko Kaji
durante la settimana verrano proposti i sottotitoli di:
Stray Cat Rock: Delinquent Girl Boss
Wandering Ginza Butterfly
già presenti in archivio:
Female Convict Scorpion Jailhouse 41
Female Prisoner #701: Scorpion
Female Prisoner Scorpion: #701's Grudge Song
Female Prisoner Scorpion: Beast Stable
Lady Snowblood (uscito dvd in Italia)
L'attuale interesse in Occidente per Meiko Kaji è nato grazie al film Kill Bill (2003) di Quentin Tarantino, suo grande ammiratore, nel quale il regista di Knoxville ha usato le due canzoni più famose cantate dall'attrice nipponica, Shura no Hana, colonna sonora di Lady Snowblood (1972), e Urami Bushi, dalla serie Female Convict Scorpion (Sasori 1972-73).
Nonostante le ottime doti recitative, l'attrice oggi viene associata principalmente - insieme alle regine del b movie d'azione nipponico Reiko Ike, Miki Sugimoto e Reiko Oshida - al ruolo di donna forte che fu pensato per lei dalla Nikkatsu e proseguito alla Toei, ripetuto in moltissime pellicole: dal capobanda di ragazze delinquenti alla swordswoman alla donna rancorosa rinchiusa in prigione.
Meiko Kaji (Kaji Meiko, 梶芽衣子,), il cui vero nome è Masako Ôta (Ôta Masako, 太田 雅子) nasce il 24 Marzo 1947 nel distretto di Kanda (Chiyoda, Tokyo), e si diploma alla Yakumo Academy high school di Meguro (Tokyo). A quanto pare, stando a varie fonti, scarseggiano, almeno in Occidente, le notizie sulla sua infanzia e giovinezza, nonostante l'attrice sia ancora viva, attiva e (relativamente) giovane (ha anche un blog ufficiale). Inizia la carriera cinematografica col suo vero nome alla Nikkatsu nel 1965, ma bisogna attendere il 1969, per vederle assegnate, con successo, alcune parti di maggior rilievo (“prima ero quasi sempre relegata al ruolo di studentessa”).
(da Adventure with Him, insieme a Hiroyuki Ôta)
L'unico ruolo di un certo spessore come Masako Ôta lo ebbe accanto ad Annu Mari (La farfalla sul mirino, 1967) in Mini-Skirt Lynchers (Zankoku onna rinchi, 1969), considerato il precursore dei girls gang pictures. Il primo film col nuovo nome Meiko Kaji fu The Clean Up del 1969 diretto da Yuji Tanno, un gangster movie contemporaneo con Joe Shishido.
Fu quell'anno [1969] che cambiai il mio nome da Masako Ôta a Meiko Kaji. Fu su richiesta del rispettato regista, Masahiro Makino. (…) Come donna non ero molto fiduciosa di essere capace di fare film di azione violenta. Ma provai a fare del mio meglio per fare ciò che il ruolo esigeva da me. (…) Fui ben accolta come “fuorilegge”, ed ecco perché continuai ad apparire in quel tipo di film.
Il primo film da protagonista fu The Tattooed Swordswoman aka The Blind Woman's Curse aka Black Cat's Revenge aka Strange Tales of Dragon Tattoo aka The Haunted Life of a Dragon-Tattooed Lass (Kaidan nobori ryu, 1970) di Teruo Ishii, che la vede nel ruolo di una capobanda che acceca accidentalmente con la spada la giovane sorella (Hoki Tokuda) del capo della banda rivale. Appartengono al film – un misto di yakuza, elementi sovrannaturali e spada (kaidan e ninkyo yakuza eiga) - alcune sequenze molto suggestive che valgono davvero la pena, dallo scontro iniziale con l'incidente che dà il via agli incubi che tormentano Akemi (un gatto nero le si scaglia contro miagolando sinistramente)
allo scontro finale con una ambientazione quasi fantastica...
e, naturalmente, alle due magnifiche canzoni che vi interpreta da par suo.
Ricordo chiaramente una cosa accaduta durante una delle battaglie con la spada, il gatto nero doveva saltare verso di me alle spalle, e le unghie del gatto non erano state tagliate. Mi graffiò malamente, e ancora oggi ho quelle cicatrici addosso.
Nello stesso anno, Meiko è scritturata nella serie (cinque film in totale) Stray Cat Rock (Nora-neko rokku), storie di bande giovanili, inizialmente progettata come veicolo per la cantante nippo-coreana Akiko Wada che aveva fatto scalpore poco tempo prima con il singolo Doshaburi No Ame No Naka De (In the Pouring Rain). Per motivi non molto chiari, la Wada partecipò solo al primo film Stray Cat Rock: Delinquent Girl Boss (Nora-neko rokku: Onna banchô, 1970), nel ruolo di una misteriosa motociclista di passaggio che aiuta una banda di ragazze, mentre la Kaji cominciò ad emergere ulteriormente nei successivi episodi.
Dei tre film che ho visti – a parte quello citato, Stray Cat Rock: Wild Jumbo (Nora-neko rokku: Wairudo janbo, 1970) e Stray Cat Rock: Sex Hunter (Nora-neko rokku: Sekkusu hanta, 1970) – questo mi pare di gran lunga il migliore, nonostante legga che di solito gli venga preferito Sex Hunter. La serie ebbe grande successo, specie presso il pubblico giovane, ma la politica della Nikkatsu spinse Meiko a cercare nuove vie.
(Stray Cat Rock: Sex Hunter)
Lasciai la Nikkatsu dopo sei anni. Erano nel pieno di un serio declino finanziario e, per rimanere nell'ambiente, si erano rivolti quasi esclusivamente al roman porno. Non ero d'accordo con quella scelta e non desideravo farne parte. La Toei si dimostrò interessata, e subito dopo cominciò la serie Sasori (Female Convict Scorpion).
In realtà il primo film alla Toei fu Wandering Ginza Butterfly (Ginchô wataridori, 1971) seguito da Wandering Ginza Butterfly: She-Cat Gambler ( Ginchô nagaremono mesuneko bakuchi, 1972), dove interpreta una ragazza uscita di prigione che tenta di redimersi.
Del suo arrivo alla nuova casa di produzione ci parla Kazuhiko Yamaguchi, il regista dei due film:
Arrivò da noi dalla Nikkatsu. Junko Fuji era la stella nascente dello studio Toei di Kyoto. Recitava nel ruolo di una giocatrice d'azzardo [la serie della Peonia Scarlatta, n.d.r.]. Ad ogni modo, lo studio Toei di Tokyo non aveva grandi star a disposizione, nessun grande nome, niente. Credo che Ken Takakura lavorasse sia per Tokyo che per Kyoto. A Kyoto avevano Koji Tsuruta e Tomisaburo Wakayama. Chi altro? Naturalmente, avevano Junko Fuji. Tutti i grandi nomi erano a Kyoto a quei tempi. A Tokyo avevamo Bunta Sugawara, Kunio Murai e Sonny Chiba. Anche Tatsuo Umemiya apparve in molti film di successo. Ciò nonostante, Tokyo sentiva che c'era mancanza della spinta delle star. Così scritturammo Meiko Kaji. Eravamo determinati a fare di lei ciò che Junko Fuji rappresentava per lo studio di Kyoto.
Yamaguchi continua:
Aveva occhi bellissimi, così grandi da sbalordire. Eppure non rideva, era una regina di ghiaccio, molto intensa.
Volevamo esser sicuri che la cinepresa catturasse e valorizzasse la bellezza dei suoi splendidi occhi.
Non trovavamo niente di sexy nel suo atteggiamento. Accettammo di scritturarla soltanto grazie ai suoi occhi. Il produttore si domandava come avrebbe figurato in kimono. Gli dissi di smettere di chiederselo, non dovevamo far altro che farglielo indossare. La vestimmo con un kimono, proprio quello che fu usato alla fine del film.
Era una brava attrice, e aveva anche una grande voce. La differenza tra lei e Reiko Oshida era evidente. Quando arrivava il momento di recitare, non dovevo preoccuparmi di lei. Come posso spiegarlo? Non dovevamo preoccuparci di unire diverse battute per girare una sola scena, era bravissima quando recitava le battute, non importa quanto fossero lunghe. In kimono proiettava un tipo di bellezza completamente differente da quella di Junko Fuji.
Meiko aveva anche delle belle gambe. Un kimono le si adattava a meraviglia. Fu la risposta di Tokyo a Junko Fuji in Kyoto.
Fu mentre lavoravo ai due film Butterfly, che lanciai l'idea per Sasori. Il signor Mine, uno dei produttori, pensava che sarebbe stato un ruolo perfetto per la Kaji, e io ero d'accordo.
La storia verteva sul personaggio di Nami, una ragazza ingiustamente rinchiusa in carcere dopo essere stata vergognosamente sfruttata da un pezzo grosso della polizia. Qui, anche a causa del carattere ribelle, viene messa in isolamento e sottoposta a trattamenti durissimi, ma non smette di meditare su come riuscire a vendicarsi.
Meiko Kaji prese parte ai primi quattro episodi, dei quali i primi tre diretti dall'esordiente Shunya Ito. A mio parere, l'episodio migliore rimane il secondo, Female Convict Scorpion: Jailhouse 41 (Joshuu sasori: Dai-41 zakkyo-bô, 1972) , sostenuto anche da una Meiko Kaji cantante in stato di grazia che interpreta Onna no Jyumon).
Il primo della serie, Female Convict Number 701 – Scorpion, fu il primo film del signor Ito come regista. Quando mi chiese di far parte del progetto, ero totalmente ignara dell'origine della storia, anche se a quel tempo il manga da cui è tratto era estremamente popolare in Giappone. Così il signor Ito mi prestò la serie completa, ed io la lessi. Quando ci incontrammo la seconda volta, lo script era pronto, e vidi che la maggior parte delle oscenità dette dal personaggio del manga erano state mantenute. Gli dissi che la cosa era inaccettabile, e che sarebbero finite col far sembrare il film scadente e squallido, e che la loro esclusione era una delle condizioni che ponevo per accettare il ruolo. Fu d'accordo con me, e cominciò a credere che sarebbe stato tutto più interessante se il mio personaggio avesse parlato raramente, eccetto alcune frasi importanti. Decidemmo che avremmo potuto comunicare quello che Scorpion stava pensando, quello che avrebbe fatto, per mezzo della recitazione, più col lato visivo che con quello verbale. Così dovemmo lavorare sodo su questo aspetto. (…) Il film fu un grande successo, sia grazie alla popolarità del manga che del modo originale in cui concepimmo il personaggio centrale. Il fatto che non la si sentisse quasi mai parlare fu abbastanza sensazionale. (…) Girammo la scena all'inizio di Jahilhouse 41, quella dove sono colpita dai getti degli idranti nella cella sotterranea, alla fine di Novembre, quando era estremamente freddo. Non avremmo neanche potuto usare dell'acqua calda perchè si sarebbe visto il vapore sul mio corpo e sul set. Si trasformò più in un test di resistenza fisica che di capacità attoriali. Dovevo stare più che altro attenta a non ammalarmi, a non farmi male. (…) Inoltre la consapevolezza che ogni film successivo sarebbe diventato sempre più grottesco e radicale allo scopo di mantenere vivo l'interesse degli spettatori e renderli dei successi. Fu per questo che dopo il quarto film, proprio non me la sentii più di recitare in quel ruolo.
Nello stesso periodo Meiko fece i due film su Lady Snowblood che sono forse, almeno qui da noi, e sempre grazie a Quentin Tarantino che pare averne preso la struttura in capitoli a modello per Kill Bill, i suoi più noti: Lady Snowblood (Shurayukihime, 1973) di Toshiya Fujita, e Lady Snowblood 2: Love Song of Vengeance (Shura-yuki-hime: Urami Renga, 1974), sempre di Fujita.
Si tratta della solita storia di vendetta, arricchita dal fardello che una donna morente carica sulle spalle della nascitura Yuki, avuta dal rapporto con le guardie delle prigione: sarà lei a doverne vendicare l'uccisione del marito da parte di quattro malviventi. Il primo, con una Kaji pallida e gelida, è considerato un vero capolavoro del suo genere. Personalmente non mi convince, ci sono troppi elementi assurdi, ed una accurata realizzazione non basta a farne un grande film.
Un accenno merita Jeans Blues: No Future (Jinzu burusu: Asu naki furaiha, 1974) di Sadao Nakajima, che vede Meiko di nuovo accanto a Tsunehiko Watase come nel primo (e migliore) episodio di Wandering Ginza in una ricreazione nipponica del mito Bonny and Clyde (basata anche su fatti reali accaduti in Giappone poco tempo prima).
Curiosamente, l'attrice afferma di non averlo mai visto. Di nuovo, merita di essere ricordata la canzone Jeans Blues che apre il film, cantata con grande espressione.
La volontà di lavorare con registi importanti spinse nuovamente Meiko ad una scelta di vita: accettò ruoli minori, rinunciando ad avere il nome in testa al cast. E' lei la ragazza che rifornisce di viveri uno sceneggiatore oltre la mezza età (Keiju Kobayashi), l'unico esponente ancora in vita della sua famiglia, che vive in solitudine, in una casa di montagna in mezzo alla neve, nel ricordo degli anni passati nella agiata famiglia rurale, scrivendo il suo primo romanzo, l'unico modo per poterne tramandare il ricordo. Il film è lo splendido Tree Without Leaves (Rakuyôju, 1986), opera semiautobiografica del grande Kaneto Shindô.
Pare che il film preferito dalla Kaji sia Double Suicide of Sonezaki (Sonezaki shinju, 1978) di Yasuzo Masumura. Per tale pellicola, Meiko Kaji fu candidata a cinque premi - se ne aggiudicò quattro - come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione della prostituta Ohatsu.
A partire dagli anni '80, si dedica quasi esclusivamente alla tv, molto sfiduciata dalla qualità attuale del cinema nipponico.
L'intera industria deve aspirare ad altezze superiori. Attualmente, culturalmente, siamo molto poveri e non stiamo crescendo.
Bene o male, si deve a due canzoni la rinata popolarità di Meiko Kaji. Così risponde alla domanda se avesse avuto una carriera di cantante enka/pop:
Non prima dei film. A quei tempi era una cosa comune per gli attori, specialmente alla Nikkatsu, di cantare i temi delle canzoni dei film nei quali recitavano. Ciò non vuol dire che fossi davvero attiva come cantante pop. Ho fatto circa sette o otto album. In seguito, mentre ero alla Toei, un paio di canzoni ebbero successo, e una [Urami bushi da Female Convict Scorpion, n.d.r] vendette un milione di copie, così molti pensarono che avessi avuto una carriera come cantante pop quando facevo film alla Nikkatsu perchè avevo cantato qualche canzone/tema.
Recentemente l'attrice ha tenuto anche qualche concerto, in concomitanza con l'uscita del singolo Onna wa yametai nel 2009 e il suo nuovo album nel 2011, dopo 31 anni di silenzio. Pare abbia recentemente più volte rifiutato di lavorare in Occidente, ritenendo di saper recitare solo nella lingua madre.
Le dichiarazioni di Meiko Kaji sono tratte dal libro Outlaw Masters of Japanese Film di Chris Desjardins.
Le dichiarazioni di Kazuhiko Yamaguchi sono tratte dagli specilai del dvd Wandering Ginza Butterfly.
Messaggio modificato da Kiny0 il 24 March 2021 - 09:37 AM