Nel Giappone feudale dell'XI secolo un funzionario dalle idee umanitarie viene esiliato; i figli vengono catturati e costretti a lavorare come schiavi per l'intendente Sansho, mentre la moglie viene portata sull'isola di Sado e costretta alla prostituzione. Passano una decina d'anni e i due fratelli hanno sempre il desiderio di poter riabbracciare la madre, tanto più che sono riusciti a sapere da un'altra schiava che è ancora viva e che non li ha dimenticati. Il fratello riesce a fuggire ed in una scena toccante, al limite dello strazio, riuscirà ad abbracciare per un'ultima volta la madre ormai cieca e pazza. Splendido affresco di Mizoguchi sull'umanità nel suo duplice aspetto di crudeltà (Sansho che costringe gli uomini in schiavitù e li tortura se disobbediscono) e di bontà infinita (la sorella che si sacrifica perché il fratello possa riabbracciare la mamma), il tutto coronato dal monito del padre ai due figlioletti "Senza pietà un uomo non è un essere umano". Girato con uno stile impeccabile, che rimanda alla pittura cinese e giapponese, con lunghi piano sequenza ed un montaggio che rinuncia all'azione. Splendido.
Kagawa Kyoko (splendida)
Messaggio modificato da feder84 il 31 December 2007 - 10:26 AM