Inviato 16 July 2005 - 06:49 PM
E' una strana coincidenza, una sorta di contrappasso o forse una ben calcolata modalità di Tsukamoto di concepire la sua filmografia.
Sarebbe svelare il segreto di Pulcinella dicendo che il tema principale dei film del giapponese sia il rapporto corpo-spirito, razionalità/istinto. Rapporto sempre conflittuale e fatto di desideri inconsci di pulsioni represse che non trovano mai un modo "naturale" di venire alla luce ma che usano sempre la deflagrazione più assordante per manifestarsi.
Questo rapporto conflittuale credo si possa trovare anche nella filmografia di Tsukamoto. Se da "Tetsuo" fino a "Tokyo fist" (se non completamente almeno in parte) ha la meglio il corpo, e sullo schermo lo splatter scorreva come un fiume in piena, da "Bullet ballet" i poli si invertono e, pur mantenendo una propria coerenza tematica, inizia a prendere il sopravvento l'aspetto più cerebrale del conflitto.
"Vital" in questo senso credo che sia l'apice in questa supremazia dell'aspetto mentale. Il protagonista deve vagare nei suoi ricordi nel proprio cervello attraverso lo studio di un corpo morto.
E se nella realtà i corpi vivono contratti nervosi con desideri autodistruttivi, nel cervello i corpi si muovono liberi, si amano e danzano come non avevano mai fatto in vita.
Tsukamoto aveva sempre avuto bisogno di aggiungere ai corpi qualcosa di andare oltre per esistere, qui il protagonista sembra invece doversi chiudere sempre di più nei suoi pensieri per ritrovare la propria identità. Emblematica in questo senso la scena in cui Takagi va verso una macchia sul muro la apre, trova un cartone con sopra segnata una x e lì dietro ci sono i libri di medicina (una parte della sua identità perduta?)
Sarà che mi sparo tutti sti trip ma a me il film è piaciuto (anche perché prediligo lo Tsukamoto del cervello a quello del corpo), il mio preferito resta "Soseiji" ma questo resta un film assolutamente da non perdere.
Grazie Gacchan!
Sunto subito!
Comitato di suntoryzzazione immediata per Kar-wai!