- My ChildHood (1972)
- My Ain Folk (1973)
- My Way Home (1978)
Splendida trilogia che segue la faticosa crescita di un ragazzino, Jaime (Stephen Archibald, ottimo attore che, purtroppo, non ha partecipato in nessun altro progetto cinematografico), in un villaggio minerario scozzese a partire dagli anni '40, durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale.
La realtà che questo bambino deve affrontare quotidianamente è davvero ostica: povertà costante, violenza domestica, sporcizia, situazione familiare disastrosa e poche, anzi, pochissime opportunità di svago.
In tutte queste 3 pellicole sembra essere sempre circondato da un'atmosfera dark: non sorride quasi mai, non interagisce col prossimo se non costretto (e comunque raramente di sua iniziativa). Insomma, pare proprio destinato a non conoscere il significato di calore umano né tantomeno di felicità. Soltanto verso la fine di My Way Home, ormai cresciuto, trova un barlume di speranza grazie a un amico che gli apre gli occhi e che lo comprende senza mai giudicarlo, bensì spronandolo a tirare fuori la sua personalità. La trilogia si conclude senza un vero e proprio epilogo... non si sa quale sia il futuro di Jaime ma almeno si ha la sensazione che il cielo si stia schiarendo. Personalmente ho adorato soprattutto il 1° capitolo, My Childhood, pellicola puramente neorealista e, forse, meno introspettiva rispetto alle due successive (in cui Douglas ha sperimentato parecchio dando un tocco noir decisamente più marcato, più sviluppato). Un must-see per ogni buon cinefilo.