The Youth Killer
# Seishun no satsujin sha #
(1976)
'120
Regia: Kazuhiko Hasegawa
Versioni: pme - promise
(Per la versione VELOCE mandatemi un PM)
Jun e Keiko sono due giovani fidanzati che gestiscono assieme un bar. La prima scena ci mostra i due che giocano assieme, l'atmosfera è allegra, non penseresti a cose sgradevoli, se non fosse per quel cielo grigio e nuvoloso. Jun deve andare dai suoi genitori a riprendersi l'auto che gli hanno sequestrato. Non corre buon sangue tra loro, specialmente perché non accettano Keiko nella cerchia famigliare.
Ma non solo, è soprattutto questa incapacità di comunicazione che c'è tra Jun e la sua famiglia. La sua introversione contro l'affezione e l'apprensione dei genitori.
La storia entra subito nel vivo dopo pochi minuti. Sotto la pioggia, Jun raggiunge l'officina meccanica che suo padre e sua madre gestiscono. Prova a scappare di nascosto con l'auto ma viene subito scoperto. La madre viene mandata dal padre a fare acquisti, in modo da restare solo col figlio.
Gli confida quello che ha scoperto sul conto di Keiko e ancora una volta tenta di persuadere il figlio a troncare la relazione. Il dialogo non è acceso, non ti aspetteresti il peggio. A noi rimane lo sguardo di Jun che senza parole guarda fisso in basso e il synth in sospensione a far presagire il peggio. Al rientro della madre, Jun è lordo di sangue e tutto è svelato. Da quel momento, poco a poco la luce negli occhi perde brillantezza e quello che intuiamo è la pura follia che sta prendendo piede in quelle quattro mura. La madre tra dolore, confessione, superstizione e schizofrenie crea un chaos psicologico attorno al figlio che prosciugato mentalmente sente ma non ascolta. Siamo ai limiti del thriller. L'atmosfera non è per nulla rassicurante. Ci si chiede dove stia il pericolo, se sia ancora da qualche parte pronto a colpire. E Jun sempre più apatico, immobile, si lascia investire dall'isterismo della madre, dai suoi sfoghi, dal suo dramma...
Ma il film non è soltanto questo. C'è il dopo, la presa di coscienza, tutto quello che una mente umana può elaborare in una situazione d'impulso emotivo fuori controllo.
La figura di Keiko verrà fuori successivamente. Sente solo da un orecchio a causa di un trauma. Lei, così amorevole e forte di carattere, così innamorata di Jun da accettare i suoi sfoghi e i suoi maltrattamenti, non cede, non abbandona il suo compagno. Ma lui, in quella situazione che sta cercando di nascondere a tutti, è spesso preda di attacchi d'ira che sfoga sulla povera Keiko.
Neanche lei può far qualcosa, Jun è sempre più chiuso in sè stesso, la scaccia, la maltratta, la evita, vorrebbe che se ne andasse per sempre.
Certo, la psicologia dei personaggi è così sottile e variabile che ognuno può trarre una conclusione, un punto di vista.
La forza del film sta nell'ambiguità dei dialoghi, nel coinvolgimento degli eventi che ti portano fino alla fine chiedendoti come andrà a finire per questi due poveri giovani sfortunati.
Qualunque epilogo lo si può percepire nelle parole e nelle azioni impreviste di Jun.
Sempre più solo con sé stesso, sempre più votato alla morte.
Messaggio modificato da JulesWU il 04 March 2017 - 05:01 PM
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