A CAGLIARI DAL 2 AL 10 DICEMBRE
‘ACROSS ASIA FILM FESTIVAL 2018. Ghosts of Asia’
Direzione artistica: Stefano Galanti e Maria Paola Zedda
Torna a Cagliari dal 2 al 10 dicembre ‘Across Asia Film Festival’, il festival internazionale del cinema incentrato sui linguaggi indipendenti e innovativi della scena asiatica contemporanea. Quest’anno con Ghosts of Asia il festival indaga più approfonditamente la produzione cinematografica del Sud Est Asiatico, soffermandosi in particolare su Thailandia e Filippine ma proponendo film anche di Singapore e Indonesia. Presenti inoltre nel ricco programma opere da Giappone e Cina. Tra gli ospiti il regista thailandese Thunska Pansittivorakul, censurato in patria per i suoi lavori, il pluripremiato regista filippino Khavn De La Cruz insieme alla sceneggiatrice e produttrice Achinette Villamor, il regista e danzatore buto Masaki Iwana.
Approfondendo ogni anno la produzione di un singolo paese o area geografica, il festival intende mostrare il grande apporto dell’Asia in termini di sperimentazione, ricerca estetica e innovazione linguistica sul panorama mondiale. Punto di osservazione privilegiato sull’Asia e sulle sue rappresentazioni, il festival mostra lo sguardo non convenzionale di registi indipendenti, che spesso affrontano grandi difficoltà nella distribuzione dei loro lavori. Ghosts of Asia sarà, in questo senso, una panoramica sui “fantasmi” che riemergono da vecchi e nuovi colonialismi, con l’obiettivo di indagare un’area del mondo fragile, protagonista di un’esponenziale trasformazione, che subisce gli effetti disastrosi del cambiamento climatico, le nuove schiavitù dell’economia neoliberista, la disgregazione del tessuto culturale e sociale. Il cinema indipendente, seppur spesso sottoposto alle censure governative, rappresenta infatti un importante strumento di critica e un testimone fondamentale del reale. Estremamente variegato e prolifico a dispetto delle complesse condizioni economiche e politiche in cui viene prodotto, riporta alla luce la storia non scritta, aprendo un confronto con il tema della censura, dei diritti umani, delle lotte lgbt, delle rotte del lavoro e delle nuove schiavitù, facendo riemergere il peso della storia, la fragilità della memoria, la repressione silenziosa delle diversità.
THAILANDIA. Ospite del festival sarà Thunska Pansittivorakul, al quale sarà dedicata una retrospettiva.
Censurato per The Terrorists, che mostra la repressione delle forze dell’ordine thailandesi nel 2010 durante la manifestazione delle magliette rosse, acclamato per Supernatural, un homoerotic sci fi ambientato in un mondo futurista che rappresenta allo stesso tempo un quadro distopico della Thailandia contemporanea, e Homogenous Empty Time, documentario che osserva le cause della crescita del nazionalismo in Thailandia attraverso un’indagine su cadetti militari e gruppi religiosi. Un regista controverso scoperto dal grande Apichatpong Weerasethakul che appositamente per il festival ha preparato una selezione di video fuori formato. In programma anche Die Tomorrow di Nawapol Thamrongrattanarit, già presentato alla Berlinale 2018, The Times it Gets Dark di Anocha Suwichakornpong, passato per Locarno, e Manta Ray di Phuttiphong Aroonpheng che ha vinto quest'anno la sezione Orizzonti di Venezia. Un film che racconta dei corpi di sconosciuti che annegano nel mare della Thailandia e vengono sepolti nelle profondità della terra: i corpi dei rifugiati Rohingya, la cui voce rimane inascoltata.
FILIPPINE. Protagonista del festival è ancora una volta la new wave filippina, scena nata negli anni Novanta che oggi rappresenta un cinema affermato, coraggioso e acclamato internazionalmente. In programma tutte importanti prime italiane. A comincinciare da Season of the Devil del grande Lav Diaz, in competizione per l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2018. Khavn De La Cruz, ospite all'Across Asia Film Festival, presenterà invece Balangiga e Bamboo Dogs. Mentre la sua sceneggiatrice e produttrice Achinette Villamor terrà una masterclass. Inoltre sarà proiettato Nervous Translation, premiato anche al Rotterdam International Film Festival, della regista rivelazione Shireen Seno.
SINGAPORE E INDONESIA. L’esplorazione del Sud Est asiatico comprende anche film di altri Paesi. Da Singapore arriva A Land Imagined di Siew Hua Yeo, Pardo d’Oro al Festival del Cinema di Locarno 2018: una storia attualissima di caporalato, violenza dell'uomo sull'uomo, lavoro inteso come schiavismo, inframmezzata alla magia tutta asiatica nel costruire atmosfere rarefatte e fantastiche. Dall'Indonesia Memories of My Body di Garin Nugroho, in concorso nella sezione Orizzonti dell'ultima Mostra del cinema di Venezia: una storia di formazione poetico-realistica basata sulla vita di un ballerino.
CINA E GIAPPONE. A completare il programma il lungometraggio cinese Free and Easy di Jun Geng e alcuni film giapponesi. A partire, nella serata d'apertura, dall’ultimo capolavoro di Shin’ya Tsukamoto già in concorso a Venezia: il particolare chanbara Killing. In cartellone poi le prime italiane di Jesus di Hiroshi Okuyama, regista rivelazione che a soli 22 anni è stato premiato al Festival del Cinema di San Sebastian, e di Charlotte Susabi del regista e danzatore buto Masaki Iwana, presente in sala per raccontare al pubblico la realizzazione di questo film drammatico e surrealista con protagonista l’artista giapponese Kamimura che combatte con i fantasmi del suo mondo, tra realtà, illusione e memoria attraverso l’incontro con tre donne.
SEZIONE CINEMA E ARTI VISIVE Across Asia Film Festival lavora da sempre sui linguaggi di confine, sul cinema arthouse, dove la ricerca linguistica sull’immagine o su tecniche non tradizionali di narrazione espande la cornice cinematografica verso un nuovo approccio alla visione. Il cinema si interseca anche con la musica sperimentale e con il suono in ‘The night of the living soundtracks’ dove musicisti dell’area sperimentale, del jazz, dell’improvvisazione e dell’elettroacustica sono invitati a reinventare film dimenticati dell’epoca del muto, scrivendone e interpretandone dal vivo la colonna sonora. A Page of Madness di Teinosuke Kinugasa, capolavoro del cinema muto sperimentale giapponese sonorizzato da Khavn De La Cruz. La sezione prevede inoltre l’esposizione di video di cineasti che si sono confrontati con la video arte: i thailandesi Jakrawal Nilthamrong e Taiki Kapapsit.
La programmazione sarà realizzata nelle sale cinematografiche di Cagliari, Cineteca Sarda, Spazio Odissea, Greenwich d’Essai, tradizionalmente partner del festival, e in spazi non convenzionali, Chiesa di Santa Chiara, Teatro Massimo, Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu, scelti con l’intento di valorizzare il tessuto urbano e il patrimonio artistico e culturale della città. Per la prima volta il festival espande la sua programmazione oltre la città di Cagliari con incontri, masterclass e proiezioni al Liceo Artistico G. Brotzu di Quartu e all’Università degli Studi di Sassari.
Con la direzione artistica di Stefano Galanti e Maria Paola Zedda, il Festival è realizzato con il patrocinio e il sostegno di Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Cagliari, Fondazione di Sardegna, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, i Musei Civici di Cagliari, la Cineteca Sarda, Greenwich d’essai, Spazio Odissea, Carovana SMI, Vengo anch’io, Sardegna Teatro, Gramsci Lab, Università degli Studi di Sassari.
Info e programma su: www.acrossasiaff.org
AsianWorld.it è media partner della manifestazione
Messaggio modificato da fabiojappo il 03 December 2018 - 01:40 PM