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GERRY
Deity
regia: Gus Van Sant
sceneggiatura: Gus Van Sant, Casey Affleck, Matt Damon.
fotografia: Harris Savides.
montaggio: Casey Affleck, Matt Damon, Gus Van Sant.
musica: Arvo Part.
cast: Matt Damon (Gerry), Casey Affleck (Gerry)
produzione: Dany Wolf, per My Cactus, Altara, International Traders.
Usa, 2002, col, 103’
estasi dello smarrimento
- Andiamo di là. Tutti i sentieri portano allo stesso luogo.
- Fanculo, amico.
- Fanculo!
- Fanculo tutto?
- Fanculo tutto!
- Più forte!
- FANCULO TUTTO!
- Fanculo tutto!
- Sarà una cazzo di fatica arrivare alla fine.
- Fanculo tutto!
- Fanculo tutto. Torniamo indietro.
- Fanculo tutto...
- Questo è il sentiero che... Aspetta. Siamo venuti da qui?
Gerry e Gerry sono due amici.
Lasciano la macchina al bordo di una strada statale e imboccano a piedi una pista che li porta nel bel mezzo del “wilderness”, i luoghi selvaggi americani, le terre di nessuno.
Ma passo dopo passo, la direzione è sempre più incerta e il ritorno sempre più improbabile.
Gerry segna l’ingresso di Gus Van Sant in un cinema sperimentale, più underground che semplicemente “indipendente”.
Il regista scopre il piano-sequenza come strumento di indagine e non lo lascia più (vedi i successivi, magnifici Elephant e Last Days). Sulle tracce - per sua stessa ammissione - del cinema di Bela Tarr (regista ungherese autore del chilometrico film Satantango), Van Sant bandisce il montaggio come scansione ritmica e (illusione di) durata, per accostarsi il più possibile alla vita vera, quella ritmata unicamente dal respiro e dal battito cardiaco: al di là e al di fuori di ogni costruzione narrativa, di ogni strategia d’entertainment, di ogni discorso intellettuale.
Per questo l’andamento del film è ipnotico, quasi magico.
Per questo non è mai uscito in sala in Italia.
Difficile da seguire e da accettare, se si oppone resistenza, ma una vera e propria esperienza se ci si lascia andare... e andare... e andare.
Walk the life, la vita camminando: si cammina e si cammina, in silenzio.
Le parole non servono, sono solo dei salvagente che presto perderanno la loro funzione illusoria.
Parole e pensieri passano ed evaporano come nuvole, come miraggi.
E il paradosso è sempre in agguato: non siamo mai partiti. Non torneremo mai più.
Ci muoviamo, ma siamo sempre fermi.
(Gerry: “Abbiamo gerryzzato tutto…”)
Buon viaggio...
Messaggio modificato da JulesJT il 17 December 2014 - 09:53 AM
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