Li chiamarono... briganti! (1999) di Pasquale Squitieri. Il film è incentrato sulle vicende del brigante Carmine Crocco. Dopo la spedizione dei mille e l'unità d'Italia, il meridione è sconvolto da una guerra civile che vede il regio esercito italiano e la guardia nazionale impiegati contro bande di briganti, composte perlopiù da braccianti disperati ed ex militari del regno borbonico. Tra i rivoltosi si distingue Carmine Crocco che tornato al proprio paese, scopre che il potere ha sempre la stessa faccia, infatti con il nuovo re Savoia, la situazione economica e sociale non è affatto cambiata e la classe dominante, in passato fedele al re Borbone, continua a mantenere i propri privilegi ed ha le mani libere per speculare ed opprimere la gente. Crocco è amareggiato per la promessa mancata del nuovo governo e gli esponenti legittimisti, vedendo in lui una grande dote di leader, lo convincono a diventare il capo della reazione antiunitaria, sposando la causa dei Borbone.
Uno ei pochi film che io abbia mai visto dove la riunificazione dell'Italia non viene raccontata con la classica favoletta del Garibaldi eroe dei due mondi ma con quello che è realmente accaduto, ovvero una vera e propria colonizzazione dei Savoia ai danni del sud. Qui le vicende ci vengono raccontate mettendo in risalto una visione più politica che storica, tantè che si capisce subito qual era il pensiero del regista su questa invasione.
Il film fu anche penalizzato dalla critica e ritirato dalle sale cinematografiche ed è introvabile sia in VHS che in DVD. I motivi della sospensione non sono stati resi noti, sebbene i sostenitori teorizzino una vera e propria censura.