Buddha Mountain
Titolo originale: Guan yin shan
Nazione: Cina
Anno: 2010
Durata: 102 minuti
Sceneggiatura: Fang Li, Li Yu
Regia: Li Yu
Genere: Drammatico
Cast: Fan Bingbing, Bolin Chen, Fei Long (Wang Helong), Sylvia Chang
Traduzione: Kiny0 e fabiojappo
Revisione: Tyto
Trama
Nan Feng, Ding Bo e Fei Zao sono amici inseparabili. Un giorno, mentre stanno cercando un nuovo posto dove vivere insieme, incontrano la signora Chang, cantante dell'Opera di Pechino ormai ritirata che sta affittando delle camere. Tra i giovani e la donna, rimasta sola e disperata dopo la morte del figlio, si stabilisce un bel rapporto.Commento di fabiojappo
Famiglie in crisi, rapporti difficili tra padri (ubriaconi) e figli, giovani tormentati, elaborazione del lutto, solitudine, amicizia, spiritualità buddista, terremoto (quello terribile di Wenchuan nel 2008)... Ci infila tante cose Li Yu nel suo nuovo film. Troppe probabilmente. Eppure "Buddha Mountain" è alla fine un film riuscito, bello, emozionante.Merito innanzitutto delle ottime interpretazioni fornite dai quattro protagonisti. A cominciare da Sylvia Chang, straordinaria, e da Fan Bingbing, sempre più brava (e bella). Da sottolineare per esempio l'intensità che riesce a dare nella scena in cui si scola una bottiglia davanti al padre. L'uso della camera a mano (che di solito non mi piace) non infastidisce. Anzi avvicina lo spettatore a questi personaggi. Magari un po' sbandati, ma dotati di grande umanità. Come quando si prendono cura della signora Chang.
Il rapporto che i quattro instaurano sembra quasi dimostrare la possibilità che tra le generazioni non ci sia solo uno scontro, ma anche un incontro. Tra il vecchio e il nuovo, tra l'Opera di Pechino e quel Michael Jackson adorato dal simpatico cicciottello del trio di giovani.
Note... buddiste (consulenza di Cignoman)
"La montagna di Guanyin" è la traduzione in italiano del titolo del film. Guanyin è il bodhisattva buddhista della compassione, ovvero la rappresentazione dell'infinita e perfetta compassione di un essere illuminato, totalmente votato all'emancipazione di tutti gli esseri senzienti dal dolore, la cui causa in senso buddhista è l'impermanenza, la transitorietà di tutte le cose.Rappresentato spesso in sembianze femminili, viene venerato nell'Asia orientale. Letteralmente il nome per esteso, Guanshiyin, significa "colei che posa il suo sguardo su tutti i lamenti del mondo". L'equivalente giapponese è la dea Kannon, in Vietnam è Quan Âm, in Corea è Gwan-eum, mentre in sanscrito la personificazione della compassione corrispondente è il bodhisattva (in sembianze maschili, in questo caso) Avalokitesvara, la matrice indiana originaria, secondo molti studiosi.
Nel film "Buddha Mountain", la statua di Guanyin nel piccolo tempio è rappresentata con un vaso nella mano sinistra, contenitore del nettare della liberazione eterna, il nirvana.
(versione shinostarr)
Della stessa regista in archivio i sottotitoli di Lost in Beijing (a cura di Kiny0)
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Messaggio modificato da fabiojappo il 17 June 2024 - 02:35 PM
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