Sessanta voti a Tokyo, 36 a Istanbul: nel secondo giro delle votazioni al Cio per scegliere la sede dei Giochi 2020, la capitale giapponese si è imposta con un grande distacco. Nel primo ’round’, Tokyo aveva ottenuto 42 voti, mentre Madrid e Istanbul avevano raccolto la stessa quantità di voti, fermandosi entrambe a quota 26. C’è stato quindi lo spareggio, e questa volta la capitale turca si è imposta con 49 preferenze, quattro in più di Madrid. Poco dopo si è svolta la seconda votazione, che ha visto appunto vincere Tokyo (60) davanti a Istanbul (36), mentre uno dei delegati Cio si è astenuto.
Una vittoria perfetta per tornare a sorridere, scacciare il fantasma nucleare di Fukushima, ricordare a tutti la forza di un paese che è pur sempre la terza economia al mondo. All’assemblea del Comitato olimpico internazionale, Tokyo ha battuto Istanbul e ospiterà quindi le Olimpiadi 2020. Anche se i punti di forza della candidatura nipponica sono tanti, ad aver sedotto i delegati del Cio è stato probabilmente l’intero progetto di ‘Tokyo 2020′, organizzato in modo molto compatto.
Secondo i meticolosi piani giapponesi, i Giochi si svolgeranno nel raggio di pochi chilometri della città, che ha 9 milioni di abitanti (13 milioni nell’area metropolitana). Almeno sulla carta, non c’è quindi alcuna dispersione né spazi per sbavature organizzative. Senza dimenticare poi il fattore sicurezza e l’importanza data da Tokyo all’innovazione e lo sviluppo tecnologico a sostegno dello sport. La carta della tecno-efficienza evidentemente ha funzionato. Ma quella incassata a Buenos Aires è per il Giappone un trionfo che ha un significato più profondo, ben al di là dei confini dello sport.
Per mesi, Tokyo ha dovuto fare i conti con il dramma nel 2011 di Fukushima, la centrale nucleare non molto lontana (250 km) dalla capitale. E infatti, anche in Argentina, la delegazione nipponica ha più volte dovuto ricordare – alla stampa e ai tanti critici – che non ci sono ragioni di allarme e che le radiazioni presenti in città “non sono diverse a quelle di Londra, New York o Parigi. Il resto – hanno più volte detto i giapponesi – sono solo chiacchiere”. Infatti, si afferma ora nella delegazione e a Tokyo, è il momento di dire basta a ‘rumors’ avvelenati e notizie false. L’importante è guardare al futuro. La megalopoli asiatica potrà quindi utilizzare il lungo cammino verso i Giochi del 2020 come già fece in occasione del ’64, quando l’intero paese seppe approfittare al meglio delle Olimpiadi per rilanciarsi e archiviare per sempre l’orrore della Seconda guerra mondiale.
[fonti: newsdalgiappone.com; corrieredellosport.it]
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 August 2016 - 09:31 AM