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257 risposte a questa discussione

#235 Blindevil

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Inviato 31 July 2013 - 01:48 PM

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Le notti bianche, di Fedor M. Dostoevskij. Un sognatore, la cui giovinezza è trascorsa in un mondo di illusioni e fantastiche avventure vissute attraverso la sua immaginazione, conosce una sera una ragazza, Nasten'ka, con la quale per la prima volta il protagonista gode di momenti di vita vera. Ma alla seconda notte trascorsa in sua compagnia, il giovane scopre che la ragazza è prossima alle nozze, e nonostante l'amore crescente che prova per lei, cercherà di aiutarla a riconquistare il suo amato. Tra le opere più famose di Dostoevskij insieme a Delitto e castigo, questo romanzo breve del maestro russo racchiude nella sua breve storia una gran quantità di emozioni, molte specchio di una situazione vissuta realmente dall'autore, in una sublimazione decadente e malinconica di una vita vuota, trascorsa nei sogni irrealizzabili, qui proiettata su un ardente quanto irrealizzabile desiderio d'amore. Due protagonisti, il maschile, alterego di Dostoevskij, a narrare in prima persona, così diversi e simili che si avvicinano e allontanano a più riprese salvo poi trovare ognuno la rispettiva strada nel toccante epilogo, che lascia un retrogusto dolce(più)amaro su come spesso sia impossibile cambiare il mondo e il proprio destino.
Noi samurai,siamo come il vento che passa veloce sulla terra,ma la terra rimane e appartiene ai contadini.

#236 Blindevil

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Inviato 22 August 2013 - 10:40 PM

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Cuore di tenebra, di Joseph Conrad. Su di un battello ancorato in un porto del Tamigi, Marlow, un vecchio marinaio, comincia a raccontare la storia di un viaggio intrapreso molti anni prima quando sognava di divenire capitano di una nave stanziata in Africa. Riuscito nel suo intento, l'uomo sentì sin da subito parlare di un misterioso individuo, Kurtz, di cui non si avevano più notizie da mesi e dal quale dipendeva il recupero di ingenti quantità di avorio. A bordo di un battello a vapore perciò Marlow è incaricato dal capo della Compagnia di condurlo a recuperare Kurtz nel mezzo della giungla più selvaggia... Il capolavoro di Conrad è ancor oggi un romanzo (breve) di inusitata potenza, capace di inquietare a più riprese con le sue atmosfere cupe e opprimenti, tratteggiando un ritratto fascinoso e spaventoso dell'anima più nascosta e insondabile dell'Africa Nera. Magnifico nelle descrizioni degli ambienti, Conrad ha avuto il merito di creare un personaggio come Kurtz che sarebbe entrato nella leggenda, rappresentato anche (seppur con caratteristiche diverse) al cinema da Marlon Brando in una versione aggiornata alla guerra del Vietnam in Apocalypse Now. Spira poca luce nelle poco più di 100 pagine dell'opera, ma la tenebra che ne fuoriesce vibra ancora di ruggente bellezza.
Noi samurai,siamo come il vento che passa veloce sulla terra,ma la terra rimane e appartiene ai contadini.

#237 fabiojappo

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Inviato 23 August 2013 - 09:48 AM

Visualizza MessaggioBlindevil, il 22 August 2013 - 10:40 PM, ha scritto:

Cuore di tenebra, di Joseph Conrad.

Da ragazzino adoravo Conrad, lessi (az, mi tocca usare il passato remoto...) quasi tutti i suoi libri. A "Cuore di tenebra" ne preferivo altri. Con particolare affetto ricordo "Lord Jim" (famoso anche il film con Peter O'Toole). Sarebbe da provare a rileggerlo dopo tanti anni...

#238 Shimamura

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Inviato 23 August 2013 - 09:54 AM

È come se cercassi di raccontarvi un sogno, ma sarebbe inutile perché nessun resoconto di un sogno può trasmettere la sensazione che nel sogno si prova, quella mescolanza di assurdità, di sorpresa e di smarrimento, in un fremito di spasmodica rivolta, quell’impressione di essere prigionieri dell’incredibile che è l’essenza stessa dei sogni…

Uno dei romanzi più belli di sempre, insiema a Linea d'ombra il capolavoro di Conrad.

Messaggio modificato da Shimamura il 23 August 2013 - 09:55 AM

Hear Me Talkin' to Ya




Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#239 Blindevil

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Inviato 24 August 2013 - 01:41 PM

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Cecità, di José Saramago. In una città senza nome, si diffonde improvvisamente un epidemia di cecità. Dapprima il governo decide di internare i contagiati all'interno di un manicomio, sperando che con la quarantena il morbo sconosciuto non si diffonda. All'interno del loro luogo di reclusione i "nuovi ciechi" sono costretti a subire ogni tipo di privazione, oltre a quella visiva, aiutati in parte dalla moglie di un medico che, per rimanere vicino al marito, si è finta cieca anch'essa. E mentre all'interno della struttura un gruppo di criminali colpiti anch'essi dalla perdita della vista comincia a spadroneggiare con la violenza, all'esterno le precauzioni per soffocare il dilagare dell'epidemia sembrano non funzionare... Capolavoro di Saramago, Cecità è un romanzo crudo e scioccante che mette l'essere uomo di fronte alle sue peggiori paure, dove anche in uno stato condiviso di perdita sensoriale, la crudeltà riesce comunque ad emergere e a imporre steccati tra il bene e il male. Ansia, dolore, mancanza degli affetti più cari e il continuo ricordo di ciò che significava vedere, sempre più appassito ogni giorno che passa, per una storia a tinte forti, non priva di passaggi disturbanti, in cui unico spettatore, e noi con lei, è una donna miracolosamente scampata al contagio. Personaggi senza nome, indicati solo per la loro professione o per una particolarità fisica, con i quali è comunque facile entrare in sintonia in questo viaggio sofferto che si sviluppa prima all'interno delle opprimenti mura del manicomio adibito a luogo di quarantena, in seguito nelle rovine di una città toccata dall'apocalisse visiva. Metafore su metafore, ricche di profondità e lucidità, che traghettano queste anime perse verso un futuro incerto con la paura di non poter mai più osservare la luce del sole.
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#240 Blindevil

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Inviato 05 September 2013 - 05:05 PM

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Candido, di Voltaire. Il giovane Candido, chiamato così per il carattere ingenuo e benevolo con tutti, vive in Westfalia nel castello di un ricco barone. Il ragazzo, che cresce con gli insegnamenti del precettore-filosofo Pangloss, è innamorato della figlia del nobile, Cunegonda, ma quando il padre di lei li scopre in atteggiamenti intimi scaccia il giovane che così inizia ad avventurarsi per il mondo in incredibili (dis)avventure. Quando scopre che il castello del barone è stato raso al suolo dagli invasori Bulgari, e rincontra dopo altre peripezie l'amata Cunegonda, da lui ritenuta morta nell'assalto, il suo viaggio è però soltanto all'inizio... Voltaire riesce con questo romanzo breve e all'apparenza semplice a demolire le ipocrisie della società contemporanea, criticando attraverso metafore ironiche e grottesche la follia delle guerre e l'insensatezza delle religioni, trovando sempre nuovi personaggi e figure che lo accompagnano nel suo percorso e che impersonificano diverse correnti di pensiero. Una ricerca di felicità che sembra sempre più impossibile da raggiungere, attraverso paesi e continenti, in cui disgrazie su disgrazie vengon raccontate dai personaggi incontrati sul suo cammino, narrate con uno stile buffo e ilare che però non nasconde la, spesso efferata, crudeltà delle varie storie. Perché in fondo alla fine l'importante è che "ognuno si prenda cura del proprio giardino".
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#241 Akira

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Inviato 06 September 2013 - 10:33 PM

E non dimenticare che questo, in fondo, è il migliore dei mondi possibili.

#242 Blindevil

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Inviato 14 October 2013 - 02:25 AM

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Cuore di cane, di Mikhail A. Bulgakov. Un cane randagio pensa di aver trovato la sua fortuna quando viene adottato da un ricco e stimato scienziato. Ma in realtà il luminare ha in programma per l'animale ben altri progetti, per tentare un'operazione mai effettuata prima: trapiantare i testicoli e l'ipofisi di un uomo morto alla bestia. Con sommo sgomento, dopo l'esperimento imprevedibilmente il cane comincia a trasformarsi pian piano proprio in un uomo... In questo romanzo breve Bulgakov riesce a scioccare (assai disturbante la sequenza dell'esperimento, narrata con precisione "chirurgica"), commuovere e a tracciare, in chiave metaforica, un'analisi sociale della Russia a lui contemporanea, tra accese discussioni tra i ricchi e il proletariato. Pallino, il cane divenuto uomo, ci racconta la prima parte della storia attraverso il suo punto di vista, per poi lasciar spazio a una narrazione terza che osserva i suoi sviluppi in un nuovo corpo e un nuovo modo di essere. Interessante anche la contrapposizione tra la vivace e ingenua "umanità" di Pallino quando è ancora una bestia, e la sua progressiva sparizione in favore di un carattere violento e sboccato quando diventa un uomo, in un racconto non privo di gustosa ironia ma anche di una costante e inesorabile amarezza di fondo.
Noi samurai,siamo come il vento che passa veloce sulla terra,ma la terra rimane e appartiene ai contadini.

#243 Blindevil

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Inviato 16 October 2013 - 08:13 PM

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I dolori del giovane Werther, di Johann Wolfgang Goethe. Attraverso una serie di lettere, il giovane protagonista racconta all'amico Guglielmo il suo amore impossibile per la bella Carlotta, ragazza conosciuta nel villaggio di Wilheim, già promessa ad un altro uomo. Romanzo epistolare di Goethe, considerato il manifesto dello Sturm und Drang, un'opera di prosa e sentimenti messi in parole con un'aura decadente e opprimente, nel lento mutare del carattere del suo narratore / protagonista, incapace di controllare il suo sincero amore per una donna che non potrà mai avere, e dai forti rimandi autobiografici dello stesso autore. Con un forte inno naturalista, vista la campagna come luogo di pace e serenità lontano dagli impegni di una società che tende a sminuire e lobotomizzare l'individuo, a catalogarlo per classi sociali, I dolori del giovane Werther è un'opera tragica e sofferta, nella quale è facile l'empatia anche per la sua visione, seppur disperata, alquanto realistica degli affari di cuore.
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