La telecamera del regista è un occhio indiscreto che si muove in una Taipei priva di anima, seguendo vite slavate di una generazione anonima che non lascia impronte tangibili, ragazzini che giocano a fare gli adulti, alla ricerca di un guadagno facile, recitando parti di malavitosi, casanova e indovini, transfughi europei, giunti nel loro eldorado, che non trovano radici se non nel facile guadagno, e nel turbinio di questa città, un piccolo segnale di un romanticismo perduto che riconcilia con la desolazione sentimentale dei personaggi.
Il finale diventa così inaspettatamente dolce.
Citazione
Non mi ha convinto solo il moralismo pedante e marcato dei minuti conclusivi. Che però vengono riscattati da un finale di notevole sensibilità che ha il sapore di una carezza tesa a compensare i tanti pugni nello stomaco sferrati precedentemente.
Istantanea efficace.
François, mi allineo alla tua considerazione sull'istantanea finale. Grandissima trovata del compianto Yang
P.S Paolone; grazie per i sub