Ciò che ci viene mostrato è un mondo profondamente 'umano', nel senso che raffigura egregiamente le sfumature più bieche, lorde, delle poltiglie intrise di egoismo.
Ognuno ha la possibilità di farsi un nome, di intraprendere una personalissima ascesa sociale, di diventare "qualcuno".
Per essere ciò che vogliono calpestano davvero tutto, anche quel poco di buono che hanno creato in passato.
E perché? Perché fondamentalmente sono infelici. Si circondano di potere ma tramite esso non riescono mai a realizzarsi, a perseguire quell'appagamento che tanto bramano.
È come se vivessero all'interno di un vetro a doppio riflesso: da un lato vi è il potere acquisito che influenza il prossimo e dall'altro la loro eterna insoddisfazione, sentimento col quale sanno che dovranno convivere ininterrottamente.
Magistrali (nonché suggestive) le splendide musiche composte da Jeff Beal. Esprimono in maniera esemplare la freddezza che permea questo show e che caratterizza i suoi interpreti principali, individui che - seppur con qualche rimpianto - hanno deciso di continuare a seguire il sentiero dell'ambizione e di non uscirne più, legandosi indissolubilmente ad essa.
Glaciali.