[NEWS] Cronache dalla 70ª Mostra Intern. d'Arte Cinematografica
#82
Inviato 08 September 2013 - 02:01 PM
Sacro Gra è una schifezza, l'ho recuperato ieri notte perché lo avevo saltato (e avevo fatto bene).
Le emozioni più grandi me le ha regalate Tsai Ming Liang. E non solo perché il film è bellissimo. Quell'uomo è un mito. Lo abbiamo incontrato più volte: per dargli un regalo all'Excelsior, prima e dopo la conferenza stampa, dopo il film, ieri dopo il leone d'argento. Uno che all'uscita dalla cerimonia molla il premio e ti viene incontro per stringerti la mano, che ti ringrazia per il sostegno, che quando gli dici lo aspetti ancora, di continuare a fare film, ti risponde che lo farò per voi... beh: grandissimo !
Traduzioni solo: Nobody to Watch Over Me, The Crab Cannery Ship, Barefoot Gen II, Treeless Mountain, Hole in the Sky, A Brand New Life , Mukhsin, Non-ko, Outrage, The Convert, Aogeba Totoshi, China My Sorrow, Best Wishes for Tomorrow, The Volatile Woman, The Strange Story of Oyuki, Carmen Comes Home, Erotic Liaisons, Seventh Code, Song of the Horse, Tamako in Moratorium, Cream Lemon, Monsters Club, Father's Day, Uniform, The Ball at the Anjo House, La La La at Rock Bottom, Here Then, Exit, Happy-Go-Lucky, To Sleep So As to Dream, Our Daily Bread, The Boss Wife
Traduzioni squadra: The Borrower Arrietty, I Wish, Buddha Mountain, Hoshi o ou kodomo, The Fourth Portrait, My Magic, The Ravaged House, Sketches of Kaitan City, Love for Life, The Tibetan Dog, Typhoon Club, White Morning, Demon, Gu Gu the Cat, Tokyo Marigold, Kaza-hana, Hokusai, Kenji Mizoguchi: The Life of a Film Director, The End of Summer, My Man
Drama: Shokuzai, Going My Home /// Altro Cinema: Welcome to the Dollhouse , How I Ended This Summer, La Virgen de los Sicarios, Submarino, La traversée de l'Atlantique à la rame, California Dreamin', Something Has Happened, Laissé inachevé à Tokyo
#83
Inviato 08 September 2013 - 02:24 PM
Amazonia 3D
Sono entrato in sala convinto di vedere un documentario sulla foresta amazzonica, ed invece è la storia di una scimmia di città che, salvatasi da un disastro aereo, si ritrova sola in mezzo alla foresta a fare amicizia coi simpatici animaletti selvatici.
E' un film per ragazzi, probabilmente pensato in un contesto educativo, dove al posto dei dialoghi in Umanese®, gli animali parlano coi loro versi, ma si vogliono tanto bene lo stesso anche se, a volte, si fanno dei dispetti.
Una storia per bambini raccontata tramite immagini sontuose, magnificate da colori brillanti che solo l'uso degli occhiali 3D ha minato, in parte. Gli occhi sono felici.
Le orecchie meno, arrabbiate di musiche che vorrebbero essere in linea con l'intento scolastico ed invece stonano con la qualità della fotografia: sdolcinate, stucchevoli e vecchie. Mi hanno fatto l'effetto contrario, mi hanno dato ai nervi.
Per riassumerlo al meglio devo - a mio malgrado - tirare fuori un vocabolo che avevo estirpato dal dizionario a denti sanguinanti, giurando di non usarlo più: carino. Ma forse vanno bene anche tenero, dolce e simpatico. I momenti più bui della mia vita li ho vissuti dopo esser stato apostrofato così. Son passate decadi, ma ho ancora gli incubi.
Sconsigliato.
La cosa peggiore del film è che copia spudoratamente Tsai Ming Liang in una scena che nessuno si dimenticherà mai:
fabiojappo, il 08 September 2013 - 02:01 PM, ha scritto:
No, Tsai non deve più fare film. Altrimenti era solo una strategia infantile per farsi coccolare, ma dobbiamo avere più fiducia in lui, come a kim, glielo dobbiamo.
A proposto di Kim ki duk, leggo oggi che è stato distribuito in BEN 7 sale in Italia!
Messaggio modificato da lordevol il 08 September 2013 - 03:00 PM
#84
Inviato 08 September 2013 - 02:57 PM
Anche alla mostra approda il formato horror classico. Col solito maniaco assassino che fa mambassa di giovani in gita. Addirittura, caso più unico che raro, viene proiettato un film con un “numero” alla fine, indizio che di solito esplicita l'intento di sfruttare economicamente un brand che ha avuto successo in passato. Dov'è l'arte in tutto ciò?
Perchè proprio al Lido un film che fa parte di una categoria solitamente lasciata al mercato home-video/streaming ed adorata da ragazzini butterati e sfigatelli fuori limite massimo d'età?
Prima di tutto perchè ha uno sguardo poetico sui paesaggi australiani, capace di creare intermezzi di una bellezza unica nel genere. Secondo perchè è politicamente scorretto, e mica solo perchè non c'è l'happy ending, mica perchè taglia a pezzi uomini (cominciando ovviamente con l'evirazione), uccide donne ed anziani innocenti a sangue freddo e tortura giovani laureati, no, detesta l'Inghilterra ed i suoi concittadini. Ancora di più quando vengono in Australia pensandosi chissà chi, senza portare il giusto rispetto o in cerca di avventura.
Insomma è un assassino con una una morale patriottica.
"Volevi l'avventura, vero? Eccotela l'avventura!"
“Inglesi, pfffh, deboli come il piscio”
Mi è stato simpatico da subito. Ma non sono solo frecciatine:
dopo la solita introduzione ad effetto (solitamente è poco più che un trailer – vedi anche Miss Violence), meravigliosamente riuscita e capace di conferire al protagonista un carisma che altri horror sognano, dopo tutti i cliché, le coppiette e le scelte assurde dei maiali da sgozzare, arriva la parte centrale del film, ovvero quella in cui un povero inglesino frocetto viene immobilizzato in una sedia all'interno di una stanza piena di cacciaviti, seghe, tenaglie, trinciatrici, coltelli e martelli.
Pronti per l'ennesima tortura, giusto?
No, il film cambia faccia, ed inizia la rivalsa della Madre Patria™ Australia contro gli stronzi colonizzatori inglesi.
Gran bei momenti che non vi rovino.
Da segnalare con grande entusiasmo gli inseguimenti in auto (anche qui, di una qualità che i soliti horror non si possono permettere) senza effetti speciali CGI: quando fa esplodere il TIR o fa cadere la jeep, beh, il regista avrà davvero quei mezzi meccanici sulla coscienza in punto di morte
Grande talento ed ottimo investimento sia di tempo che di soldi, per questo divertente Wolf Creek 2.
Consigliato
Messaggio modificato da lordevol il 08 September 2013 - 03:06 PM
#85
Inviato 08 September 2013 - 04:05 PM
Devo ricordarmi che, nella legge che ho fatto firmare a forza venerdì pomeriggio all'anziano Presidente della Repubblica in carica (era a vedere il documentario su Fellini), va aggiunta la postilla che Edgar Reitz e Wang Bing potranno continuare a girare film di oltre 90 minuti senza essere incarcerati nè torturati.
Feng Ai di Wang Bing
E' un film documentario su un manicomio, del sud della Cina, che ha la stessa architettura, gli stessi trattamenti e le stesse misure di sicurezza di una prigione. Sbarre alle finestre, un'unica stretta terrazza al secondo piano che gira a quadrato attorno all'inaccessibile cortile al piano terra, terrazza sulla quale i “pazienti” camminano tutto il giorno come zombie senza arrivare da nessuna parte, pareti scrostate coperte di scritte e disegni a pennarello, una squallida sala TV, sporcizia, degrado, solitudine, nessun servizio igienico, cinque letti per camera, pazzi, criminali, gente abbandonata e nuda che urina a terra, vecchi, persone senza un nome e pochissime con un passato. Tutti sempre costantemente in cerca di cibo, di sigarette, di uno sguardo d'affetto, poi negato, odiato e respinto. Il tempo che passa ma non cambia mai niente™.
Il tempo che perde di significato si concretizza anche nelle 4 ore di film. Tutte necessarie.
Essendo un documento rivolto sostanzialmente alla crescita culturale personale dello spettatore, la domanda che ci si può porre è: è quello che sto cercando? O voglio metter su una videocassetta e sperare che la mia vita di impiegato del c@zzo (e non riguarda certo il lavoro che si fa!) si metta per un attimo in pausa in modo da soffrire di meno?
Ecco, nel secondo caso, il film è sconsigliato. E' un progetto che va verso la conoscenza e la presa di coscienza, non è un blando anestetico. Richiede una certa cultura di fondo ed una predisposizione alla curiosità. Insomma, richiede al pubblico una base minima di intelligenza.
Perchè Wang Bing si e Sacro Gra, tra i tanti, no?
Il regista ha vissuto 4 mesi dentro quell'inferno seguendo quelle regole inumane prima di iniziare a girare.
Wang Bing non parla, non fa domande e non sceglie una direzione, ha già tutte le risposte ben prima di registrare la prima immagine. Perchè l'unica risposta che ha senso avere quando non si vuole dare un'impronta leziosa e soggettiva è che la vita va mostrata, non forzata.
Niente artefici, niente macchiette, la vita scorre e le anime delle persone vengono fuori, prima o poi, non si nascondo e non si mascherano davanti alla telecamera, perchè la telecamera è li da sempre. Puoi fare il fenomeno per un'ora, alcuni per settimane, ma per mesi no, e qui nessuno ha fretta, né il regista né lo spettatore. Qui nessuno vuole bullarsi di niente né dare verità assolute. Si condivide l'esperienza, si dà l'opportunità di crescere in modi che nella vita, probabilmente, non capiterebbero altrimenti.
Nessuno chiede alcuna prestazione particolare, per questo nessuno è impegnato a rispondere accordandosi allo stimolo, o alle aspettative imposte, non scritte o anche solo immaginate. Niente artefici, niente gente che fa finta e prova ad essere credibile. Niente sindrome da grande fratello o da TV.
Wang Bing ci mette la vita nei suoi film. Herzog, che pure è un grande rivoluzionario del genere, creatore di documentari che hanno cambiato la storia del cinema, non ha mai raggiunto i suoi picchi. Michael Moore invece non è in gara perchè è noto che voglia dichiaratamente essere di parte.
Esiste altro oggi giorno?
Che un Eroe Epico come Lui fatichi a trovare finanziamenti per i suoi film è un peccato della carne che qualcuno dovrà punire col sangue in paradiso.
Consigliato a tutti, ne godranno in pochi. E' un'ottima cartina tornasole per capire di che pasta si è fatti. Ci son poche certezze al mondo, averne una capace di far anche aprire gli occhi è un privilegio.
Messaggio modificato da lordevol il 08 September 2013 - 06:09 PM
#86
Inviato 08 September 2013 - 04:26 PM
Messaggio modificato da lordevol il 08 September 2013 - 04:42 PM
#87
Inviato 08 September 2013 - 05:39 PM
Eccoci invece giunti all'appuntamento fisso che un po' tutti stavano aspettando: La classifica dei Grandi Momenti Vissuti Alla Mostra Del Cinema 2013™. Perchè lei si che c'ha l'occhio lungo.
La Classifica dei Grandi Momenti Vissuti Alla Mostra Del Cinema 2013™è patrocinata e finanziata dalla madrina del festival e personaggio pubblico Eva Riccobono:
All'undicesimo posto: Il bus ed il vaporetto sonnolenti che, all'una di notte, hanno sbagliato strada e son dovuti tornare indietro a tutta velocità per far scendere la gente alle fermate giuste.
Al decimo posto: La mia faccia virata inesorabilmente al verde all'ottavo giorno di Mostra dopo la media di tre ore di sonno a notte nutrendomi di soli alcolici gelati e caffè.
Al nono posto: Eva Riccobono, madrina del festival, che lei si che c'ha l'occhio lungo ed era citata tra i produttori di The Canyons di Paul Schrader.
All'ottavo posto: La cameriera figa del bar Universal - e sua sorella più piccola un po' meno figa - che si vergogna dell'accento veneziano e quella che l'energumeno diceva che ci provava del bar Leone D'oro.
Al settimo posto: Le maschere ed i guardia-sala carbonizzati dalle lampade solari che quest'anno hanno avuto il cazziatone e hanno iniziato a salutare ed abbassare un po' la cresta di cartapesta.
Al sesto posto: Sion Sono che balla scatenato alla festa di mezzanotte.
Al quinto posto: La maschera guardia-sala che, non sapendo contare fino a 90, o non presumendo l'esistenza di numeri superiori al 10, non è stata in grado di dirci se quelli in coda sarebbero potuti entrare o meno visto l'esiguo (ma ben definito) numero di posti in sala e vista l'ora e mezza di attesa prevista.
Al quarto posto: Quelli che si infiltrano per saltare le code davanti alle sale facendo finta di conoscere qualcuno che gli stava tenendo il posto.
Ed ora, il podio per:
Al terzo posto: Gli oltre 3500 click in dieci giorni su questa cronaca lidense lordevolese e pecorina. Che son 350 dimostrazioni d'affetto al giorno per me e per il gregge arguto. Che son 14 carezze all'ora, che sono un abbraccio ogni cinque minuti
Al secondo posto: La Cricchetta del Cinemino™ non esattamente al completo, ma di sicuro in grande spolvero, che cammina baldanzosa verso i vetusti bagni dell'Excelsior ancora, dopo anni di cronache.
Ed al primo posto della Classifica dei Grandi Momenti Vissuti Alla Mostra Del Cinema 2013™: i cessi pubblici ridotti a brandelli dopo dieci giorni di invasioni Barbariche!
FINE DELLA CRONACA®
Messaggio modificato da lordevol il 08 September 2013 - 05:40 PM
#88
Inviato 08 September 2013 - 06:23 PM
Asaka, il 08 September 2013 - 11:35 AM, ha scritto:
C'è un motivo se hanno assegnato ora questo premio a Sakamoto?
lordevol, il 08 September 2013 - 05:39 PM, ha scritto:
FINE DELLA CRONACA®
Grazie lordy, che il Sacro e Supremo Dio delle TetteTM ti protegga e preservi per sempre.
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
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