Regia: Maurice Pialat
Co-produttore: François Truffaut
Paese: Francia
Anno: 1968
Genere: Drammatico
Durata: 80'
Lingua: Francese
Interpreti: Michel Terrazon, Linda Gutemberg, Raoul Billerey
Sinossi
François è un bimbo di 10 anni a cui la vita pare aver voltato le spalle. La madre, infatti, ha rinunciato a occuparsene ed è quindi stato inserito nei programmi di adozione.
Ha avuto così inizio il suo "viaggio" alla ricerca di una famiglia disposta a prendersene cura. Tuttavia il giovane ragazzo risulta essere un tipetto assai schivo, insofferente alle regole e dal comportamento difficile da interpretare nella stragrande maggioranza dei casi.
Nessuno lo vuole.
Trascorso un po' di tempo, si sistemerà dai coniugi Thierry, due simpatiche quanto tenere personcine che vivono insieme alla madre di lei, la quale è un'anziana donna ancora più adorabile.
Insieme a loro alloggia un altro ragazzino adottato, Raoul, un adolescente che di fatto diverrà il fratello maggiore acquisito di François.
All'interno di questo nucleo familiare, il giovane bimbo troverà quel calore umano che sempre gli è mancato ma sarà alquanto difficile debellare ogni singola traccia dell'enfant terrible che è in lui...
Dettagli: Eureka vs Criterion
Mi soffermo brevemente sulle differenze che ho riscontrato tra le 2 versioni home video (DVD) del suddetto film.
Stando a quanto ufficializzato dalla stessa Criterion, la tinta originaria dell'interpositivo (pellicola positiva utilizzata come fase intermedia nella duplicazione di un negativo in alcuni procedimenti di stampa cinematografica a colori) tendeva al giallo; per tale motivo hanno deciso di lavorare su quella.
La Eureka (Masters of Cinema) ha invece preferito attuare un classico restyling "ripulendo" le immagini e donando loro una tonalità decisamente più chiara, lucida.
Ecco, molte persone preferiscono quest'ultima (tra cui il sottoscritto) ma è altresì vero che quelli della Criterion sono coloro che più di ogni altro hanno mantenuto fede al film stesso. In genere loro cercano sempre di consultare qualcuno degli addetti ai lavori, siano essi il regista, il direttore della fotografia, ecc....
Qualitativamente le reputo entrambe meritevoli ma - in genere - io propendo sempre per un colore che risulti ben definito. Apprezzo comunque quelle tonalità giallognole tipiche di molti film degli anno '50-'60, le quali attribuiscono agli stessi quella strana sensazione di "calore", un'aura particolare (o almeno così mi piace pensare).
Come indicato poco fa, io ho fatto affidamento alla versione Eureka... ma, durante la fase di revisione dei sottotitoli, ho preso unicamente spunto da quelli rilasciati dalla Criterion. Questo perché - a mio giudizio - loro lavorano decisamente meglio di chiunque altro e le differenze si notano immediatamente. Le battute, infatti, sono più fedeli alla lingua francese, quindi i dialoghi risultano più naturali e facilmente comprensibili per traduttori e spettatori.
Di seguito alcune scans (a sinistra "Eureka" e a destra "Criterion").
[QUI l'articolo completo tratto dal sito ufficiale della Criterion]
Commento di JulesJT
Splendido lungometraggio che strizza l'occhio al neorealismo ma che i puritani più incalliti rifiutano di inserire nel filone della Nouvelle Vague, questo perché L'enfance nue uscì proprio quando l'ondata del leggendario movimento cinematografico francese si era ormai infranta (1968).
Tuttavia l'influenza di quel genere di cinema è palese, tanto che lo stesso Truffaut figura tra i principali produttori che hanno collaborato alla realizzazione del film in questione.
Sono quindi inevitabili i paragoni col mitico "I 400 colpi", dove protagonista è sempre un ragazzino problematico e incompreso da tutti. Le differenze, tuttavia, saltano subito all'occhio; nel film del divin Truffaut abbiamo un giovanotto che le combina di tutti i colori ma che sa già ciò che vuole: l'indipendenza, la libertà.
Nel capolavoro di Pialat, invece, siamo sì alle prese con il solito discolo incontrollabile ma - nel suo caso - egli vive con confusione e insofferenza ogni singolo rapporto che deve affrontare. Non riesce proprio a trovare una stabilità forse perché ha ancora bisogno di sperimentare e, soprattutto, non ha mai conosciuto il significato di "famiglia".
Ancora una volta sono rimasto basìto di fronte alla naturalezza con cui questi ragazzini recitano, sono di una bravura disarmante. Probabilmente il fatto di non essere abituati allo studio/esercizio continuo, fa sì che si vedano spesso costretti a ricorrere all'improvvisazione, rendendo così le loro interpretazioni assolutamente memorabili (ed è ciò che spesso i registi richiedono, cioè di rimanere sé stessi... si vedano appunto i vari Truffaut o Kore-eda).
Il giovane François gioca moltissimo sugli sguardi e i silenzi, talvolta davvero glaciali ed enigmatici. Non si capisce proprio cosa gli passi per la testa e, non appena sembra aver trovato una certa linea di condotta, ecco che ci sorprende inscenando una bricconata delle sue. Quasi sente il bisogno di far comprendere al prossimo di non essere etichettabile in nessuna maniera, costi quel che costi.
Ho infine semplicemente adorato i simpatici vecchietti che per ultimi hanno ospitato il pestifero protagonista. Sia i coniugi Thierry che l'anziana madre sono tutte delle persone piuttosto semplici ma squisitamente autentiche; mi hanno infatti ricordato gli indimenticabili Marcel e Arletty, ossia la tenera coppia di "Le Havre" di Kaurismäki (film che amo come pochi e del quale esalto sempre la tanto bistrattata genuinità di fondo).
Traduzione e recensione: JulesJT
SOTTOTITOLI
(Versione: DVD / Blu-ray)
Enfance.Nue.AsianWorld.zip 48.05K
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Messaggio modificato da JulesJT il 11 May 2021 - 07:02 PM