Going My Home
ゴーイング マイ ホーム
Serie tv scritta e diretta da:
Hirokazu Koreeda
Genere: Family
Numero episodi: 10
Durata: 46 min. (il primo è doppio)
In onda: ottobre-dicembre 2012
Rete televisiva: Fuji TV
Cast:
Traduzione sottotitoli per AsianWorld.it:
GraziaSS, fabiojappo, Machisu, andreapulp, Kiny0, Cignoman, Tyto, JulesJT
Revisioni e presentazione: fabiojappo
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Dedicato a Cignoman
Trama (del primo episodio). Ryota Tsuboi si occupa di marketing e pubblicità in una grande azienda. Sua moglie Sae è una food stylist. Hanno una figlia, Moe, una bambina tranquilla che però preoccupa un po' i genitori perché dice di vedere delle creature immaginarie. Un giorno l’improvvisa malattia del padre costringe Ryota ad andare nella sua città natale, dove si trovano anche la sorella e la madre. Durante una visita all'ospedale si imbatte in una misteriosa ragazza...
Commento (generale). Abbiamo cominciato a pensare a questo progetto appena saputo dell’esistenza della miniserie. Koreeda è uno dei registi giapponesi più importanti degli ultimi vent’anni e AsianWorld.it ha contributo a far conoscere un po’ il suo cinema anche tra gli appassionati italiani con la traduzione dei sottotitoli di quasi tutti i suoi film (controllare in archivio). Film spesso straordinari che è difficile non amare. Da qui la voglia di proporre anche questo lavoro per la televisione. Un dorama in dieci episodi che in patria, peccato, non è andato benissimo a livello di audience. Da un certo punto di vista anche un dato rassicurante per chi apprezza il cinema di Koreeda, “garanzia” che l’autore giapponese non è sceso a compromessi per attirare più pubblico possibile. Detto questo, la serie presenta tutte le caratteristiche per coinvolgere ogni tipo di spettatore che non cerca per forza azione e alta tensione. A partire dalla varietà e dalla simpatia dei personaggi. I volti sono quelli di interpreti noti come Hiroshi Abe e You, già protagonisti di Still Walking di Koreeda (lui presente anche in I Wish e lei in Nobody Knows), e ancora Aoi Miyazaki e Toshiyuki Nishida. Senza dimenticare il resto del cast che funziona perfettamente. La serie tv affronta alcuni dei temi più cari al regista giapponese come i rapporti di famiglia, ma anche il trascorrere del tempo, la memoria. I rimandi più diretti sono sicuramente al già citato Still Walking, non solo per lo stesso attore protagonista e per il nome comune del personaggio: Ryota. Lo stile è ovviamente di gran classe. Non mancano sequenze con camera bassa (alla Ozu), dialoghi ripresi di lato senza necessariamente ricorrere al campo-controcampo, inserimenti improvvisi in scene che sembrano già iniziate. Da una parte spiazzanti dall'altra capaci di infondere fluidità all'insieme. Al racconto formato dall'accumulo di dettagli (a volte in apparenza poco significanti) che servono a rappresentare la vita. Le piccole cose che rendono universale una storia.
Hirokazu Koreeda nasce a Tokyo il 6 giugno del 1962. Sogna di fare lo scrittore, ma all’università sviluppa interesse per il cinema e dopo la laurea comincia a lavorare per la rete TV Man Union nota per la produzione di documentari. L’esordio come regista avviene nel 1991 con Lessons from a Calf sull’impresa dei bambini di una scuola elementare che allevano una mucca. Negli anni seguenti realizza altri documentari legati soprattutto a fatti di cronaca, ma anche al mondo della cultura come dimostrano i lavori dedicati allo scrittore Kenji Miyazawa e al cinema di Hou Hsiao-hsien e Edward Yang. Anche quando passerà con successo al cinema di finzione non abbandonerà completamente il genere. Da segnalare per esempio Without Memory, su un uomo che non riesce ad accumulare ricordi, e Journey without a end by Cocco, sulla nota cantante. Nel 1995 è però partita la carriera cinematografica di Koreeda, subito con un grande film come Maborosi che a Venezia vince il premio Osella per la miglior regia. Un altro festival italiano, quello di Torino, riconosce il valore del suo secondo lungometraggio: il particolarissimo After Life che si guadagna il premio per la migliore sceneggiatura. Per il lavoro seguente, Distance, il regista si ispira al mondo delle sette religiose (in particolare a quella di Aum Shinrikyo). E la cronaca, dolorosa, è alla base anche di Nobody Knows, tratto dalla storia vera di quattro fratellini abbandonati dalla madre. Capolavoro che riceve numerosi riconoscimenti internazionali, primo fra tutti quello per il miglior attore al festival di Cannes a Yuya Yagira (allora quattordicenne). Koreeda affronta poi due passaggi quasi obbligati per un regista giapponese: il film in costume, con Hana, e l'adattamento di una manga, con Air Doll. In mezzo a questi lungometraggi realizza il bellissimo dramma familiare Still Walking. Nel 2011 con I Wish i bambini tornano a essere protagonisti assoluti di un suo film, ma con toni meno drammatici. Si cimenta poi con la serie tv Going My Home che precede la realizzazione di Like Father Like Son con il quale ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes dell'anno scorso.
Il libro. Pochi mesi fa è uscito "Splendidi riflessi di ciò che ci manca. Il cinema di Kore-eda Hirokazu" a cura di Claudia Bertolé. La prima monografia vera e propria sul regista. Si parla in modo approfondito anche della serie tv.
L'intervista. Lo scorso novembre alcuni di noi hanno incontrato Koreeda al Festival di Roma. Ho potuto fare io stesso qualche domanda al maestro giapponese, una proprio su Going My Home.
(versione consigliata: 720p)
Progetto completato
Theme Song
Yotsuba no Clover di Noriyuki Makihara
LO STAFF RICORDA CHE È VIETATO HARDSUBBARE O METTERE IN STREAMING
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Messaggio modificato da Kiny0 il 12 January 2020 - 02:22 PM
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