Rouge
cantonese
Trama
Negli anni ’30 l’unico erede di una famiglia benestante di Hong Kong, chiamato da tutti Master 12, s’innamora di Fleur prostituta in uno dei più grandi bordelli della città. Il loro amore è contrastato dalla famiglia di lui che lo ha già promesso in sposo a una cugina.
Prima ancora di sapere come andrà a finire tra i due amanti Stanley Kwan, uno dei registi di punta dell’Hong Kong anni ’80 - ’90, ci porta ai giorni nostri, con una coppia molto meno dedita alle passioni romantiche e più alle cose materiali.
Tutto si stravolge e quando già si pensa a uno stucchevole parallelismo tra un amore di ieri e uno di oggi ecco apparire Fleur emaciata in volto ma tale e quale a come l’avevamo lasciata cinquanta anni prima, con gli stessi vestiti che cerca di mettere un annuncio sul giornale per il suo amato di allora chiedendogli di farsi trovare allo stesso posto. Incontrerà il lui della coppia moderna che lavora per un giornale (come la sua “compagna”). Il film a questo punto prenderà una venatura horror quando inizierà a venire a galla la reale natura della Fleur che vediamo nel presente…
Commento
A ripensarlo oggi il cinema di Hong Kong, pur non avendo la pretesa di esserlo, è il cinema che meglio ha rispecchiato il mondo degli anni ’90. Un mondo in cui si parlava di meltin’ pot, di società multietnica idee e speranze di commistioni tra culture e forme d’arte diverse. Hong Kong sotto questo punto di vista con i suoi film è riuscita a far viaggiare nei suoi film i generi più disparati. Con l’esclusione di Wong Kar-wai forse l’unico regista considerabile a ragione un autore, tutti gli altri registi di Hong Kong hanno vagato tra i generi e persino nello stesso film riuscivano ad unire commedia e horror, o action e melò (John Woo su tutti) o come in questo caso dove c’è una vera e propria macedonia di generi anche se di fondo il melò la fa da padrona.
Oggi quel mondo è morto e così parrebbe anche il cinema di Hong Kong.
Ma se ci possono essere speranze per il futuro, quanto meno per la cinematografia made in HK, il pubblico di tutto il mondo non potrà più avere le emozioni trasmesse da quelle due autentiche star che erano Leslie Cheung e Anita Mui. Il primo ha avuto un po’ di visibilità da noi grazie a “Storia di fantasmi cinesi” e soprattutto alla pellicola di Wong Kar-wai “Happy together” e al miglior film di Chen Kaige “Addio mia concubina”. Di Anita Mui non si è visto nulla e vi assicuriamo che i vostri occhi sono stati privati di una regina della recitazione. Titolo che viene confermato in pieno con questa pellicola.
Preso dal blog desordre commento che condivido al 100% :lol2:
Che altro aggiungere...
Siete pronti a farvi invadere da una fortissima emozione?
Info
Regia: Stanley Kwan
Attori: Anita Mui, Leslie Cheung, Alex Man e Emily Chu
Sceneggiatura: Lillian Lee & Yau Daai On Ping
Fotografia: Wong Chung-Biu
Produttore: Jackie Chan
Anno: 1988
PREMI ALL'HONG KONG FILM AWARDS DEL 1989
Premiato come Miglior film
Premiato come Miglior regista (Stanley Kwan)
Premiato come Miglior attrice (Anita Mui)
Premiato come Miglior montaggio (Cheung Yiu-Chung)
Premiato come Miglior colonna sonora (Michael Lai)
Premiato come Miglior canzone originale ("Yin ji kau - Rouge arrest (Lai/Tang) cantata da Anita Mui)
Nominato nella categoria Miglior attore (Leslie Cheung)
Nominato nella categoria Miglior sceneggiatura (Lilian Lee & Yau Daai On Ping
Nominato nella categoria Miglior fotografia (Wong Chung-Biu)
Nominato nella categoria Miglior scenografia (Pok Yeuk-Muk & Ma Kwong-Wing
PREMI AL Taiwan Golden Horse Awards 1988
Premiato come Miglior attrice (Anita Mui)
Ringrazio: kornnet al quale faccio un monumento per la grafica con la quale riesco ad arricchire le mie rece, spero possa tornare a navigare veloce
creep che ha revisionato i sottotitoli
Monana che avrebbe dovuto revisionare i sottotitoli ma se l'è fatta sotto :lol2:
Buona Visione
Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 05:07 PM