[SPECIALE] Naomi Kawase: il cinema, i film
Alla scoperta della regista giapponese#10
Inviato 11 July 2010 - 11:51 AM
Le mie recensioni cinematografiche: http://matteo-bjork-...i.blogspot.com/
Lungometraggi subbati per aw: Lunchbox, Wool 100% , Tomie: Revenge, Sexual Parasite: Killer Pussy, Pray, Violated Angels, Go Go Second Time Virgin (Migliore attrice al XIV AW Award), A Slit-Mouthed Woman, Kuchisake, Teenage Hooker Became Killing Machine In DaeHakRoh, Marronnier, Raigyo, X-Cross, Loft (premio alla miglior regia al XV AW Award), The House, Evil Dead Trap 2 , Id, Female Market, The Coffin, Art Of The Devil 3, Coming Soon, Wife Collector, Nang Nak , Whispering Corridors 5: A Blood Pledge, Grotesque, Gonin, 4bia , Lover, Unborn But Forgotten, Life Is Cool , Serial Rapist, Noisy Requiem, Pig Chicken Suicide, Tamami: The Baby's Curse, Nymph, Blissfully Yours, La Belle, February 29, The Cut, Zinda, Rule Number One, Creepy Hide And Seek, M, Visage, Female, Naked Pursuit, Today And The Other Days, Red To Kill, Embracing, Kaleidoscope, Sky, Wind, Fire, Water, Earth, Letter From A Yellow Cherry Blossom, The Third Eye, 4bia 2, The Whispering Of The Gods, My Ex, The Burning, The Haunted Apartments, Vegetarian, Vanished, Forbidden Siren, Hole In The Sky (fabiojappo feat. battleroyale), Invitation Only, Night And Day, My Daughter, Amphetamine, Soundless Wind Chime, Child's Eye, Poetry, Oki's Movie , Natalie, Acqua Tiepida Sotto Un Ponte Rosso, The Echo, Gelatin Silver, Love, Help, Hazard, Late Bloomer, Routine Holiday, Olgami- The Hole, Caterpillar, The Commitment, Raffles Hotel, Ocean Flame, The Sylvian Experiments, Bloody Beach, The Vanished, Dream Affection, White: The Melody Of The Curse, Eighteen, I Am Keiko, Guilty Of Romance, Muscle, Birthday, Journey To Japan, POV: A Cursed Film, Exhausted, Uniform Virgin: The Prey, Gimme Shelter
Serie tv subbate per aw: Prayer Beads
Cortometraggi subbati per aw: Guinea Pig: Flowers Of Flesh And Blood, Guinea Pig: Mermaid In The Manhole, Guinea Pig: He Never Dies ,4444444444, Katasumi , Tokyo Scanner, Boy Meets Boy , Kyoko Vs. Yuki, Dead Girl Walking, Sinking Into The Moon, Suicidal Variations, House Of Bugs, Tokyo March, Emperor Tomato Ketchup, Birth/Mother, I Graduated, But..., Fighting Friends, Ketika, Lalu dan Akhirnya, South Of South, Incoherence, Imagine
L'altro Cinema: Drawing Restraint 9 , La Concejala Antropofaga, Subjektitüde
Inwork: Rec (60%), Kisses (50%), Serbis (90%)
#11
Inviato 11 July 2010 - 02:40 PM
Insomma, una regista vittima di quella sindrome che colpisce spesso i registi esplosi ai festival: sottovalutata da molti, sopravvalutata da alcuni...
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
#12
Inviato 11 July 2010 - 06:19 PM
Messaggio modificato da ronnydaca il 11 July 2010 - 06:20 PM
In attesa di migrazione
#13
Inviato 11 July 2010 - 10:31 PM
Shimamura81, il 11 July 2010 - 02:40 PM, ha scritto:
Vabbè, l'hanno sparata grossa, senza avere le credenziali per farlo (potevo capire se lo avessero scritto Positif e i Cahiers, ma Midnight Eyes...!).
E comunque, senza l'eccesso di autobiografismo ci saremmo persi Scorsese, Truffaut e tanti altri. Il problema, piuttosto, è lo spettatore, quando la sua sensibilità non riesce ad entrare in sintonia con l'io di registi come quelli di cui sopra.
#14
Inviato 13 July 2010 - 02:43 PM
François Truffaut, il 11 July 2010 - 10:31 PM, ha scritto:
E comunque, senza l'eccesso di autobiografismo ci saremmo persi Scorsese, Truffaut e tanti altri. Il problema, piuttosto, è lo spettatore, quando la sua sensibilità non riesce ad entrare in sintonia con l'io di registi come quelli di cui sopra.
Mica tanto Francé!
Midnight Eyes è il più importante sito in lingua occidentale dedicato al cinemagiapponese, oltre che il più seguito al mondo. Jasper Sharp in quanto a competenza sull'argomento è secondo solo a Ritchie, ed inoltre è un sito che parla solo di cinema contemporaneo (anni 70 in poi, max un po' di nouvelle Vague, ma poco...). Rispetto ai Cahiers è molto più attuale, all'avanguardia (parlava di Departures e di Kurosawa Junior quando il resto del mondo non sapeva manco chi fossero...). È citato in tutte le bibliografie di volumi dedicati al cinema nipponico (al contrario delle due riviste francofone di cui sopra, citate solo con riferimento ai volumi degli anni 50 e 60, o per lo più per ricordare della squallida diatriba su Kurosawa e Mizoguchi e per far notare che i loro redattori non sapevano chi fosse Ozu almeno fino agli anni 80, mentre Ritchie ne parlava già negli anni 50...).
Gli studiosi americani hanno contribuito allo sdoganamento del cinema giapponese molto più dei colleghi europei e Midnight Eyes prosegue su quella scia, parlando anche del cinema più underground, analizzandolo, sviscerandolo e soprattutto facendolo con oggettività (non ci sono registi migliori di altri, vali per il film che hai realizzato. Se è bello bene, se non ti stronco. Punto!).
I cahiers e positif, come nota tutta la critica cinematografica, in modo unanime, campano sulla fama accumulata 40 anni fa', ma ora sono due riviste di cinema come le altre. Sicuramente migliori di Ciak, ma non per questo vuol dire che il loro parere sia migliore degli altri...
Riguardo al cinema dell'io, figurati, sono il primo ad amarlo, e ti cito in proposito il regista più egocentrico ed autobiografico di tutti, cioè Fellini (Scorsese è autobiografico solo in parte, mentre Truffaut è sì autobiografico, ma non sempre originale (leggi Renoir, anche lui autore di un cinema dell'Io, ma che cinema rispetto a quello di Truffaut...), e per questo non da tutti amato, e spesso stroncato (altro regista o troppo sopravvalutato o troppo sottovalutato...).
Riguardo la Kawase, è partita così così, è maturata bene e poi si è adagiata su un cinema di tipo "autocitazionista", volto all'"autoesaltazione", più dell'Ego che dell'Io. Il che dopo un po' rompe le balle.
Naturalmente trattasi di giudizi personali, che nulla vogliono togliere ad una regista che, soprattutto con Mogari no mori ci ha regalato uno dei film giapponesi più belli degli ultimi 20 anni...
Messaggio modificato da Shimamura81 il 13 July 2010 - 02:46 PM
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
#15
Inviato 13 July 2010 - 08:32 PM
Shimamura81, il 13 July 2010 - 02:43 PM, ha scritto:
Midnight Eyes è il più importante sito in lingua occidentale dedicato al cinemagiapponese, oltre che il più seguito al mondo. Jasper Sharp in quanto a competenza sull'argomento è secondo solo a Ritchie, ed inoltre è un sito che parla solo di cinema contemporaneo (anni 70 in poi, max un po' di nouvelle Vague, ma poco...). Rispetto ai Cahiers è molto più attuale, all'avanguardia (parlava di Departures e di Kurosawa Junior quando il resto del mondo non sapeva manco chi fossero...). È citato in tutte le bibliografie di volumi dedicati al cinema nipponico (al contrario delle due riviste francofone di cui sopra, citate solo con riferimento ai volumi degli anni 50 e 60, o per lo più per ricordare della squallida diatriba su Kurosawa e Mizoguchi e per far notare che i loro redattori non sapevano chi fosse Ozu almeno fino agli anni 80, mentre Ritchie ne parlava già negli anni 50...).
Gli studiosi americani hanno contribuito allo sdoganamento del cinema giapponese molto più dei colleghi europei e Midnight Eyes prosegue su quella scia, parlando anche del cinema più underground, analizzandolo, sviscerandolo e soprattutto facendolo con oggettività (non ci sono registi migliori di altri, vali per il film che hai realizzato. Se è bello bene, se non ti stronco. Punto!).
I cahiers e positif, come nota tutta la critica cinematografica, in modo unanime, campano sulla fama accumulata 40 anni fa', ma ora sono due riviste di cinema come le altre. Sicuramente migliori di Ciak, ma non per questo vuol dire che il loro parere sia migliore degli altri...
Inutile mettermi a spiegare cosa sono e cosa sono stati i Cahiers e Positif (sarebbe troppo noioso: però ci tengo a precisare che, sì, sono cambiati, ma perché anche l'approccio al cinema è cambiato), né dei loro meriti: dico solo che una rivista davvero seria ed autorevole, come dovrebbe essere Midnight Eye (di cui non condivido alcune simpatie), non può scrivere che Nanayo è il peggio film giapponese degli ultimi dieci anni. Tra l'altro la pellicola in questione non è nemmeno giapponese giapponese, eh, se proprio vogliamo essere pignoli.
Shimamura81, il 13 July 2010 - 02:43 PM, ha scritto:
Uhm, shima, non credo: lo dimostra il fatto che ormai si misura sempre di più con un cinema di finzione. Ergo, c'è stata un'evoluzione. E poi le parole 'autoesaltazione' e 'autocitazione' non mi convincono se vengono accostate al cinema della Kawase, che ha sempre cercato con la macchina da presa di trovare risposte, altro che certezze autoreferenziali, tra le domande rimaste insolute di una storia personale - di cui non possiamo farle una colpa - che ad un certo punto - diciamo da Moe no suzaku in poi - si è aperta a problematiche più universali.
#16
Inviato 14 July 2010 - 11:40 AM
François Truffaut, il 13 July 2010 - 08:32 PM, ha scritto:
No, aspetta, ma non nel seso che è il peggior film in assoluto (ci mancherebbe, il mercato nipponico, accanto a tanti bei film, riesce ad offrire anche il peggio del cinema!!!!), ma che è stato, come film in cui si riponevano maggiori aspettative, la più grossa delusione degli ultimi anni (Seguita da Tetsuo III) E questo io lo condivido, visto il lavoro cui faceva seguito....
François Truffaut, il 13 July 2010 - 08:32 PM, ha scritto:
Mah... tratta sempre gli stessi temi, il suo nome ricorre a più non posso, cerca di evolversi, ma molto poco... In realtà racconta sempre la stessa storia, un po' come faceva Ozu, solo che Ozu raccontava le storie degli altri, non la sua... Le ci vorrebbe un atto di coraggio, un cambiamento radicale, per mettersi alla prova, evitando questo autoreferenzialismo, che come ricordava Tessier, proprio a proposito della Kawase, alla lunga provoca fastidio...
Speriamo nei lavori futuri... Ha talento, sarebbe un peccato se andasse sprecato (già agli ultimi festival cui ha partecipato è stata totalmente snobbata, e se si pensa che in Giappone se la filano in pochi e che fuori dal Giappone se la ricordano solo a Cannes, allora...)
Messaggio modificato da Shimamura81 il 14 July 2010 - 11:52 AM
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
#17
Inviato 16 July 2010 - 10:40 PM
Shimamura81, il 14 July 2010 - 11:40 AM, ha scritto:
Shima, perdonami la sincerità, ma la tua mi sembra un'analisi poco equilibrata: non credo che racconti sempre la stessa storia (ad esempio, tra The Mourning Forest e Nanayo c'è un bello scarto), né che racconti sempre la 'sua' storia (non confondiamo i progetti a carattere documentaristico, dove spesso indaga se stessa programmaticamente, con quelli di finzione, dove invece si nasconde dietro i personaggi per affrontare temi più universali).
Shimamura81, il 14 July 2010 - 11:40 AM, ha scritto:
Dunque, di tradire la sua poetica? Tu chiederesti ad un Wong Kar Wai di cambiare pelle? Io no. E poi mi sembra che la Kawase non stia raschiando il barile della sua ispirazione: se non erro, anche tu riconosci che il suo penultimo film, The Mourning Forest, è ad alti livelli.
Shimamura81, il 14 July 2010 - 11:40 AM, ha scritto:
Mica tanto: non penso si possa definire snobbata una regista che ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes con il suo penultimo film, il già citato The Mourning Forest. Il successivo Nanayo non è andato a Cannes e Venezia perché ha 'dovuto' aprire il Bangkok International Film Festival, come segno di riconoscenza da parte della Kawase. Non mi risultano altri film con cui avrebbe potuto partecipare ai vari cinefestival.
Sei ingiustamente severo nei confronti della Kawase.
#18
Inviato 17 July 2010 - 11:23 AM
François Truffaut, il 16 July 2010 - 10:40 PM, ha scritto:
Ohooohohohohohoh!
Un po' è vero, chi fa del cinema parlando troppo di sé mi sta sui maroni
La Kawase racconta sempre di sé, che lo faccia direttamente (i documentari) o via fiction (I film) poco cambia...
Ogni sua opera altro non è che un show di sé stessa , anche quando lei appare in sordina, cerca comunque di apparire. Come si fa a non definire anche The Mourning forest autobiografico??!! Peraltro anche la Kawase lo ha definito tale... inoltre non sono d'accordo sul fatto che sia possibile scindere in due parti l'opera della Kawase. È e resta un unicum, composto sia da documentari che da opere di fiction, tutte collegate tra loro. dicendo il contrario si annulla buona parte della sua poetica...
il suo cinema è in realtà un cinema che apprezzo (Vedi i miei voti in bacheca, tranne 1 tutti al di sopra della sufficienza, mai da stroncatura) solo non mi piace che mi sbatta il suo muso in ogni film. Anche Tsukamoto lo fa, ma mica per raccontarmi della sua sfiga... (e peraltro il giappone di grandi narratori con il medesimo passato della Kawase ne ha avuti, penso solo a Natsume, Kawabata e Mishima, ma mica te le scartavetrano come lei???! No?). Questo suo desiderio di apparire, di mettersi in mostra (anche comparendo se non in veste di sé stessa, come attrice... Bastaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Nanayo rappresenta il primo vero distacco della Kawase dal suo passato (ma ne parleremo poi nel topic apposito), e si vede, nel bene e nel male...
sul rapporto della regista coi festival il punto è questo: La kawase è Cannes. Punto. Oltre la critica francese non va... (Vedi letter from a yellow cherry blossom a Rotterdam (Locarno premiò hotaru, (Fipresci), ma pochi lo ricordano.
insomma...
io vorrei una Kawase molto più alla Mourning forest, alla suzaku, e soprattutto alla Hotaru (Insucesso epocale per la Kawase, ma forse uno dei più belli dei suoi film (ed io li ho visti quasi tutti!!)
Messaggio modificato da Shimamura81 il 17 July 2010 - 02:08 PM
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
1 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 1 ospiti, 0 utenti anonimi