È stata approvata, nel pieno della notte di venerdì 6 dicembre, la drastica legge sui Segreti di Stato in Giappone – una legge che il premier conservatore Shinzo Abe ha voluto a tutti i costi, per quanto fosse opposta da più della metà della popolazione. Il Primo Ministro però ha potuto contare su un’ampia maggioranza in entrambe le Camere, e la legge è divenuta realtà. I numerosi gruppi che si sono andati creando nelle ultime settimane – da quando la legge è stata proposta – per contrastarla si opponevano tutti alla stessa cosa: la definizione di “segreto di Stato” è ampia ed ambigua, e non esisterà un organismo indipendente capace di monitorare come verrà applicata la legge, che allo stato attuale consente al governo giapponese di nascondere qualunque tipo di informazione sotto al Segreto di Stato, e di perseguire penalmente chiunque ne sia entrato in possesso. Per cercare di vincere l’opposizione alla legge, Abe ha accettato di creare un corpo di monitoraggio, ma questi non è indipendente dal governo, dal momento che è parte del Ufficio di Gabinetto. La legge è stata approvata con 130 voti a favore contro 82 contrari.
Per quanto il Primo Ministro non sia riuscito a convincere i cittadini giapponesi dell’utilità di questa legge, proposta ed approvata in tempo da record, Abe insiste che sia necessaria, per proteggere le informazioni che provengono da “alleati stranieri” - che tutti stanno interpretando come una legge fatta per rafforzare ulteriormente la già stretta alleanza fra il Giappone e gli USA. Secondo la nuova legge tutte le informazioni pertinenti alla difesa, alla diplomazia, all’antiterrorismo e alla sicurezza sono materiale sottoposto a segreto. La giustificazione per una legge così ampia che è stata fornita è che questo potrà efficacemente punire gli impiegati governativi che dovessero decidere di passare informazioni ai media. Fino ad oggi, l’unico organismo giapponese che poteva imporre il Segreto di Stato su delle informazioni era il Ministero della Difesa: oggi, questa prerogativa si estende anche a tutti i ministeri e ai loro funzionari. Con la nuova legge, la pena per chi viola il Segreto di Stato può arrivare fino a 10 anni di prigione, oltre a fino a 10 milioni di yen di multa.
L’ex premier democratico Naoto Kan, tra i pochi in questi giorni ad essersi battuto contro l’approvazione della legge, anche ricorrendo alla poche forme di ostruzionismo consentite dai regolamenti, ha detto: "è un enorme passo indietro e al tempo stesso una pericolosa accelerazione verso una nuova era fondata sull’autoritarismo. D’ora in poi sarà sempre più difficile, per la stampa e dunque per i cittadini controllare il processo decisionale del governo e, nel caso, contestarlo”. Unanime anche la condanna dei mass media, perfino di quelli più conservatori come i quotidiani Yomiuri e Sankei.
“È l’incubo della destra revanchista, mai sopita in questo paese, che si fa realtà" – spiega Lawrence Repeta, docente di diritto costituzionale presso l’università Meiji di Tokyo – "il governo di Abe sta accelerando il suo processo di revisione costituzionale, approfittando del diffuso disinteresse dei cittadini per la politica".
Una disposizione che ha attirato forti proteste da giornalisti, avvocati e accademici. Più di 250 personaggi famosi, compresi Hayao Miyazaki e Isao Takahata, insieme a giornalisti, ricercatori, avvocati e altre figure influenti avevano lanciato un appello per bloccare la legge accusata di essere "anti-libertà, anti-democratica e pericolosa ".
Dure anche le parole di Takichi Nishiyama, giornalista arrestato e condannato, nel dopoguerra, per la pubblicazione di materiale coperto da segreto di stato, relativo alle trattative tra Stati Uniti e Giappone negli anni '70 per la restituzione della sovranità sull’isola di Okinawa. “Non c’era certo bisogno di approvare una nuova legge, in questo paese è già piuttosto complicato procurarsi le informazioni. Vogliamo tornare agli anni ’30, quando oltre 100 mila persone vennero arrestate, e molte di loro torturate, per aver violato la legge?”.
Abe ha risposto alle critiche dicendo che il governo intende creare un corpo di monitoraggio per fornire controlli ed equità nel processo di definizione di un segreto. Ma gli oppositori dicono che la legislazione in merito è troppo indeterminata e vaga e un comitato di nomina governativa difficilmente si pronuncerà contro chi lo ha nominato e assunto.
[fonti: lastampa.it; animeclick.it]
Messaggio modificato da JulesJT il 11 December 2013 - 01:58 PM