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[CULTURE] Orizuru: Hiroshima e Nagasaki


14 risposte a questa discussione

#1 Picchi

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Inviato 22 March 2012 - 07:56 PM

Hiroshima e Nagasaki


Parola alle vittime del nucleare


venerdì 23 marzo 2012 ore 15


Aula Magna Istituto Italiano di Studi Orientali


Università di Roma Sapienza
via Principe Amedeo 182/B


Nell’ambito della quinta edizione del Progetto Orizuru per denunciare l’atrocità del
nucleare e proclamare lo stop all’utilizzo dell’atomo, giungono in Italia con la Peace
Boat gli Hibakusha di Hiroshima e Nagasaki, sopravvissuti al disastro atomico del
1945 che compiono annualmente un viaggio-testimonianza intorno al mondo.


Venerdì 23 marzo alle ore 15 l’Aula Magna dell’Istituto Italiano di Studi Orientali
dell’Università di Roma Sapienza, ospiterà un dibattito accompagnato dal
racconto-testimonianza dei sopravvissuti.


http://w3.uniroma1.i...nti/orizuru.pdf




Io non mancherò, penso che sia davvero un incontro imperdibile.

"猿も木から落ちる" (Anche le scimmie cadono dagli alberi)





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#2 ~Loony~

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Inviato 22 March 2012 - 09:22 PM

Consiglio a tutti di partecipare, è un'esperienza incredibile e preziosa. :)

#3 fabiojappo

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Inviato 22 March 2012 - 11:13 PM

Imouto Picchi, facci un articolo-resoconto poi !

#4 François Truffaut

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Inviato 23 March 2012 - 06:24 PM

Ecco, apprendo solo ora di questo incontro. :(
Vabbè, Picchi, poi facci sapere com'è andata.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#5 Picchi

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Inviato 23 March 2012 - 09:56 PM

Ci sono andata ed è stata davvero una bella esperienza. Si è già sentito, letto, visto tanto sul nucleare, sulle bombe di Hiroshima e Nagasaki e sulle sue conseguenze, ma sentirle pronunciare da chi c'era e chi ne ha portato le consueguenze fa davvero effetto.
Per questo ho vestito i panni della giornalista e ho scritto tutto fino ad avere i crampi alle mani. Nei prossimi giorni trascriverò tutto sul pc e lo pubblicherò. Merita davvero di essere diffuso e conosciuto.

"猿も木から落ちる" (Anche le scimmie cadono dagli alberi)





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#6 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 24 March 2012 - 04:04 PM

Ottimo, son curioso di leggere.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#7 ~Loony~

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Inviato 24 March 2012 - 06:42 PM

Qui a Napoli lo fecero al Museo Nazionale, era molto suggestivo ed ero talmente presa che non scrissi nulla!
Quindi grazie Picchi per il resoconto che vorrai postare. :)

#8 Picchi

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Inviato 27 March 2012 - 02:43 PM

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Come promesso vi racconto l’evento. Sottolineo che le due testimonianze sono prese pare pare dalle parole, ho deciso di trascriverle così per non perdere il senso di spontaneità e mantenere ogni singola parola com’è stata pronunciata. Dunque perdonatemi eventuali errori!


L’evento si è aperto con i consueti saluti e ringraziamenti da parte dei professori della facoltà e dell’organizzazione Peace Boat Hibakusha.
È intervenuto anche il sottosegretario all’istruzione Mario Rossi Doria il quale ha ricordato che l’Italia si è rifiutata di utilizzare l’energia nucleare e quanto sia importante per noi la testimonianza dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. I testimoni sono un patrimonio mondiale che deve far riflettere soprattutto nei luoghi di studio. Ringraziando a nome della Repubblica Italiana ha ceduto la parola alle testimonianze dirette.

Gli hibakusha erano in totale dieci, cinque di Hiroshima e cinque di Nagasaki, due erano donne. Soltanto in due hanno raccontato la loro storia, lasciando poi spazio alle domande.


La prima a prendere parola è stata la signora Matsunaga Shizuko di Hiroshima.

Era il 6 agosto del 1945, un lunedì. Il tempo era piacevole e il sole era alto nel cielo. Era stato dato l’allarme aereo alle ore 07:09 ma fu ritirato quella stessa mattina alle ore 07:31. Avevo 13 anni all’epoca. Lavoravo in un luogo che distava poco più di 2 km dal punto dell’esplosione. Mi accingevo a iniziare il lavoro quando ad un tratto alzai gli occhi al cielo e vidi un lampo improvviso in lontananza. Ebbi appena il tempo di accorgermi che era un B29 che una luce forte e poi un’esplosione mi investì spostandomi di qualche metro. Passò un po’ di tempo e poi ripresi conoscenza. Ripresi i sensi e mi accorsi che mi ero coperta istintivamente gli occhi, il viso e le orecchie con le mani. Ero stata scaraventata a terra così, in quella posizione. Mi guardai attorno più volte e lentamente riacquistai la vista e a vedere le cose. Fu allora che gridai aiuto. Mi resi conto che ero senza scarpe e malferma cominciai a camminare. Tuttavia la strada era piena zeppa di detriti di ogni tipo e non si poteva procedere. Però continuai a camminare per cercare qualcuno e incontrai delle persone distese a terra che si erano rifugiate. Mi dissero che dovevo accovacciarmi anche io perché poteva esserci un altro attacco. Fu allora che mi accorsi che parte del collo sinistro e dei miei capelli dietro erano bruciati e mi dolevano. Ma ero più preoccupata per la mia ansia interiore e alzando gli occhi al cielo pensai “Voglio tornare a casa il prima possibile”. Nel cielo vidi un grande fungo di fumo che sembrava espandersi e venire nella mia direzione. Nonostante la mia casa distasse soltanto 2 km non riuscivo a farci ritorno. Quando ci riuscii di fronte casa c’era una persona che mi guardava. Era mia madre ma aveva un aspetto molto diverso, i suoi capelli erano tutti all’indietro e il suo viso era tagliato come un melograno spaccato. Non riuscii ad avvicinarmi a lei e gridai “Mamma!” piangendo. Una settimana dopo tornai a scuola che distava 1.4Km dal punto dell’esplosione. Mi resi conto che i due terzi della scuola erano morti, circa 200 persone. Con un insegnante e cinque, sei studenti abbiamo raccolto i resti delle persone in un luogo che adesso è Il Giardino della Pace di Hiroshima.
Penso di essere sopravvissuta tutto sommato bene. Credo di dover continuare a dire che non si debba più ripetere quello che accaduto 66 anni fa a Hiroshima. Vi prego quanto possibile di conservare quanto vi ho detto e di diffonderlo, mi farebbe tanto piacere. Vi ringrazio per avermi ascoltato con tanta attenzione e partecipazione.



Il secondo è stato il signor Masukawa Masakazu di Nagasaki.


“Buongiorno (in italiano), mi chiamo Masukawa. Fa caldo, vi dispiace se mi tolgo la giacca? (Si è rivolto a tutti con un sorriso e dopo essersi tolto la giacca ha continuato). Innanzitutto voglio ringraziare l’Ambasciata oggi qui presente.
Sono nato nel 1941, nato e cresciuto a Nagasaki. Nel ‘45 avevo 4 anni e fu gettata la seconda bomba dopo quella di Hiroshima. In un solo attimo di distruzione si è portata via la vita di migliaia di persone... 66 anni fa, ora ho 70 anni. Ma l’esplosione non è un evento lontano bensì un ricordo di ieri. La mia casa distava 2 km dal punto di impatto. La mia famiglia aveva un’impresa di prodotti ittici, vendeva prodotti alcolici e una ditta di trasporti. Eravamo sei in casa, i miei nonni, i miei genitori, io e mia sorella più piccola ma l’inasprimento della guerra ci fece trasferire in un villaggio di campagna, a 3 km dall’esplosione. Assieme al lampo abbagliante con un attimo di ritardo un suono cupo. La casa tremò i vetri si infransero. Mi cadde addosso un futon e fui scaraventato dentro uno stanzino. A causa del rimbalzo sbattei la testa e cominciai a piangere. Fui preso e portato nel cortile in un rifugio antiaereo. All’interno era tutto buio e silenzioso, nell’oscurità brillava solo la candela.
Questo è il mio ricordo di quell’esperienza. Eppure in quello stesso momento quell’enorme tragedia non potrò più dimenticarla. Mio nonno e mio padre furono colpiti direttamente dall’esplosione. La mia famiglia aveva una gestione famigliare, mio padre di 29 anni era impiegato al municipio e il suo lavoro era di occuparsi dell’approvvigionamento di cavalli per l’esercito. Mio nonno, 61 anni, aveva una ditta di trasporti di cavalli ed era sempre in giro a cercarli. Quel giorno si teneva una fiera di cavalli in prossimità dell’esplosione ed erano usciti per andarci insieme. In serata non tornarono, così il giorno seguente. Il terzo giorno mia nonna, che si era ferita gravemente a una mano a causa dei vetri rotti dall’esplosione, uscì a cercarli da sola perché mia madre era incinta. Le fabbriche erano completamente devastate, lasciando scoperti soltanto gli scheletri, e la mia casa era bruciata. Il luogo dove si era svolta la fiera era una distesa incenerita ricoperta di cadaveri umani e di cavalli. Su una piccola strada in collina trovò quello che rimaneva delle biciclette. Ma di loro non c’era traccia. Erano vivi? Erano morti? A giudicare dalle circostanze faceva pensare che non lo fossero. Pensai che fossero morti. Perché non si trovavano i cadaveri? La bomba diventa una sfera infuocata e raggiunge milioni di gradi, la temperatura intorno di 5.000°. L’acciaio fonde a 1.500° , considerando un calore così alto un umano non può sopravvivere. È una cosa crudele lo so ma penso che siano evaporati come acqua. Da quanto mi disse mia nonna più tardi, quando raccolse le ossa le si sbriciolavano tra le mani, come polvere. Questa è la bomba atomica.
La mia casa aveva perso i suoi pilastri fondamentali, mio nonno e mio padre, e la casa fu rimessa in piedi da mia madre e mia nonna. Mentirei se non dicessi che non fu una gran fatica. Lo fecero tutti dopo la bomba.

Una volta adulto proseguii lungo la strada che avevo sognato da bambino: lavorare in televisione. Trovai lavoro in una tv e produssi diversi programmi televisivi. Ma la vita non va mai come uno vorrebbe. Mi ero sposato a 29 anni e avevo avuto il primo figlio quando mi fu diagnosticato il cancro. Era cominciato con un senso di intorpidimento alle mani, alle spalle e alla schiena. I sintomi andarono peggiorando e non riuscii più a camminare e a usare le mani. Al policlinico dell’università mi dissero che era un cancro del midollo osseo: “Le possibilità di riuscita sono esigue, il cancro si è trasferito fino all’apparato respiratorio. Valuti bene se vale la pena operarsi.”È la fine della mia vita? Mi domandai. Non riuscii a dire a mia moglie una cosa del genere, non ora che aveva appena avuto un bambino, così ne parlai con mia madre. Decisi di farla e l’operazione ebbe successo. Riporto soltanto una lieve paralisi alla gamba sinistra.

A 60 anni, in pensione, con degli amici abbiamo messo in piedi un museo che testimoni la pace. Riceviamo donazioni da cittadini di tutto il Paese e facciamo anche delle attività. Facciamo un mondo di pace per i bambini del futuro. Una cosa che dispiace è che sembra che nel mondo si è dimenticato che esistono 2.000 armi atomiche che possono distruggere tutta l’umanità. Finché sarò in vita chiederò l’abolizione delle armi nucleari. Però allo stesso tempo bisogna considerare anche il terrorismo, le guerre, ecc., che aumentano problematiche come la povertà la fame, la discriminazione e la negazione dei diritti umani (istruzione e sanità). Le armi atomiche minacciano l’umanità ma penso anche che se l’uomo è riuscito a costruire armi che possono distruggere se stesso, utilizzando le sue conoscenze per costruire la pace, non potrebbe costruire un mondo meraviglioso? Ai bambini che vengono a far visita al museo dico sempre che va bene qualsiasi cosa per quanto piccola, passo dopo passo andiamo avanti, verso la fine di tutte le guerre e l’abolizione delle armi nucleari. È un cammino duro ma credo che l’uomo possa farlo. Mi auguro che un giorno i bambini di tutto il mondo potranno vivere in pace. Forse sono stato un po’ duro ma questa è la mia esperienza personale di quando avevo 4 anni.


Domande:


Ex-studente: Dopo quanto è accaduto nella seconda guerra mondiale avete nuovamente subito i danni del nucleare con l’incidente di Fukushima. Perché nonostante le due bombe su Hiroshima e Nagasaki il governo ha comunque deciso di costruire basi nucleari?

-Takaaki Kitamura: In Giappone non ci sono materie prime e il governo ha costruito la basi per poter avere l’energia per soddisfare lo sviluppo e le necessità anche se andava contro il volere del popolo. All’inizio si pensava che le basi nucleari fossero sicure, lo si pensava fino all’anno scorso. Come Cernobyl ha creato problemi e preoccupazioni al governo e a chi viveva in quella zona. È un incidente che non si dovrebbe più ripetere.

-(?): Dopo l’incidente di Fukushima nessun giapponese adesso avrebbe alcun dubbio su quale scelta fare. La responsabilità è di tutti che abbiamo appoggiato queste scelte.

-
-Nagashima Mitoshi (Hiroshima): Questa è una notizia che è uscita soltanto nel novembre del 2011. Nel 1953 ci fu un incidente alla Daigoku Fuyumaru (?) Sembra che a causa del capitano americano Marshall furono colpiti dal mercurio dei pescatori giapponesi e a causa delle sostanze tossiche assorbite siano morti. Non solo loro ma anche il pesce fu intossicato e il maguro (tonno) che non poteva esser mangiato fece notizia nel Paese. Già allora ci fu una manifestazione anti-nucleare. Fu fatta una manifestazione molto grande per non portare avanti questo tipo di energia. Il governo nipponico chiese un indennizzo agli Stati Uniti a seguito dell’incidente, ma gli venne dato solo la metà di quanto chiesto con la determinazione nel villaggio di Tokai la costruzione di una base nucleare. Questa notizia apparve sui giornali soltanto dopo l’incidente di Fukushima.



-Studente: Mi sono sempre chiesto come sia il suono di una bomba atomica e questo posso chiederlo solo a voi.

- Yamada Kazumi (Nagasaki): Io ero a 2 km dal punto dell’esplosione. Prima ci fu una luce come un lampo e dopo la luce, il suono. Il ricordo maggiore è il lampo non il suono perché in quel frangente si era nel panico.

-Nakamura (Hiroshima): Ero a 1,8 Km dal luogo dello scoppio. Difficile descrivere il suono più che altro la sensazione. Sembra un tuono... ho avvertito un tuono, come tanti tamburi... come se si stesse rompendo la terra.

- Sadao Haraguchi(Nagasaki): Avevo 14 anni ed ero a 3 km. Ricordo un lampo violento, difficile descriverlo a parole. Sembrava che qualcosa avesse colpito il mio occhio e poi sono stato scaraventato a 10 mt di distanza. Spaventato com’ero non ricordo il suono.

- Ri Shoukon (Hiroshima): Avevo 16 anni e non ricordo di averlo sentito. Mi sono riversato sul terreno e a chiudere occhi, naso, orecchie. (Ndc:durante il periodo della guerra veniva insegnato a fare così nelle scuole per evitare di rovinarsi l’udito . Quando esplode una bomba prima si avverte la luce e poi il suono).




-Studente: Nonostante le bombe , nonostante l’incidente di Cernobyl e di Fukushima, ci sono dei Capo di Stato che ancora portano avanti il nucleare come l’Iran e la Corea del Nord. Cosa gli direste se poteste incontrarli?

-Hiroshi Nakamura(Hiroshima): Non potrei che gridare la mia testimonianza di persona.



-Studente: Avete detto che desiderate il disarmo atomico ma le sole energie alternative non bastano e questo è un tema cruciale su cui si dibatte molto. Quali sono per voi le alternative al nucleare?

-Nagashima Mitoshi (Hiroshima): Io lavoro nel campo dell’energia idrica. In Giappone abbiamo tanti fiumi che possiamo sfruttare per aumentare l’energia che viene dall’acqua, o anche l’energia eoliche come hanno fatto alle Canarie. Anche l’energia solare attraverso i pannelli solari sono una buona alternativa. Dobbiamo solo sfruttarli di più. (Ndc. In realtà la risposta era molto più lunga ma gli appunti che ho preso sono troppo confusi per riscrivere in maniera comprensibile i dati forniti).




-Studente: Gli Americani sono stati coloro che hanno lanciato le due bombe atomiche e poi ne avete subito anche l’occupazione. (N.d.C. L’occupazione americana durò dal ‘45 al ‘52 e fu la prima volta che i Giapponesi ne subirono una.). Cosa avete provato?

-Hiroshi Nakamura (Hiroshima): Non so se saprò rispondere alla domanda, ma ci provo. La nostra idea non era di vendicarci attraverso la classica vendetta, con la violenza. Abbiamo avuto un atteggiamento diverso: attraverso lo sviluppo economico volevamo dimostrare di poter vincere contro gli Stati Uniti. Ora coltivo la terra e voglio dare l’esempio di come si può agire diversamente, senza uccidere.




-Prof.ssa Mastrangelo: Cos’è che vi fa dire “sono felice”dopo tutte le brutte esperienze passate?
-(?):Sono felice quando posso cenare con i miei familiari.


Un signore è intervenuto per ribadire che la centralità dell’essere umano deve essere al di sopra di qualsiasi logica economica. Se il direttore della Tepco non si fosse rifiutato di gettare l’acqua sopra il nocciolo prima per non rovinare la centrale nucleare di 2.000.000 di dollari non ci sarebbero state tutte le conseguenze che ora il Giappone deve affrontare. Gli Hibakusha si sono tutti trovati assolutamente d’accordo.



-Studente: Quali sono state le conseguenze negli anni?

-Matsunaga Shizuko (Hiroshima): Avevo 13 anni all’epoca e sono felice di essere qui oggi. All’età di 29 anni ho avuto un tumore al seno e sono stata operata. Poi ho scoperto di avere un tumore alla tiroide e sono stata operata diverse volte.

-Masukawa Masakazu (Nagasaki):Sono stati raccolti molti dati sia di Hiroshima e Nagasaki ma anche di Cernobyl (in realtà ci sono molti altri incidenti avvenuti con il nucleare) consultateli. Per ora ancora non sappiamo la reale vastità delle conseguenze delle radiazioni. Finora sono morti 2.000.000 di persone. Dobbiamo anche tenere conto del fatto che le reazioni sono individuali e possono variare da persona a persone. C’è ancora molto da scoprire.



Qui è terminato l’incontro, purtroppo proprio quando volevo fare una domanda sulle conseguenze emotive e sociali. Se mai mi ricapiterà l’occasione, lo chiederò. Purtroppo un paio di interventi li ho saltati perché era finita la mina della matita! Scusate se ci sono errori e se la scrittura è semplice, ma non sono giornalista e non è stato facile star dietro a tutto. ^^' Mi auguro che queste testimonianze possano arrivare il più lontano possibile.
Non posso che essere d’accordo con Kenzaburo Oe che ricorda gli Hibakusha così:

Coloro che non si suicidarono nonostante avessero tutte le ragioni per farlo; che hanno salvato la dignità umana in mezzo alle più orrende condizioni mai sofferte dall'umanità.”

Messaggio modificato da François Truffaut il 02 April 2012 - 03:16 PM
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#9 Asaka

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Inviato 30 March 2012 - 08:56 PM

Picchi, grazie di aver trascritto tutte queste cose. Ti ringrazio solo ora perché solo ora ho potuto leggere con calma.
La voce di questi sopravvissuti andrebbe fatta conoscere a tutti. Alcune parti del racconto sono davvero agghiaccianti. C'è tanto da imparare.
Grazie ancora.





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