Machiko Kyo, la diva giapponese che conquistò anche l'Occidente
a cura di Picchi e fabiojappo
Machiko Kyo, all'anagrafe Yamo Motoko, nasce a Osaka il 25 marzo del 1924. Giovanissima entra come ballerina nella Shochiku Opera e a vent'anni inizia ad affacciarsi al mondo del cinema con piccoli ruoli in alcuni film. La svolta nella sua carriera arriva nel 1949 quando il produttore Masaichi Nagata la vuole per la casa Daiei: diventerà in poco tempo una stella del cinema e un sex symbol. La prima attrice giapponese ad essere curata come una star occidentale. Su di lei – ha osservato Donald Richie, il grande studioso di cinematografia nipponica recentemente scomparso – fu costruita la prima campagna basata sul glamour e il sex appeal, con il suo corpo più presente del suo volto.
Il più rappresentativo dei suoi primi ruoli è quello della protagonista, Naomi, di Chijin no ai, film di Keigo Kimura basato su un romanzo di Tanizaki. Nel cast anche Masayuki Mori che ritroverà in altri film, a cominciare da Rashomon. Lo straordinario capolavoro realizzato da Akira Kurosawa nel 1950 vince il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e l'Oscar ad honorem come miglior film straniero. Machiko Kyo ottiene anche un riconoscimento personale in patria, il Mainichi Film Award come miglior attrice. La sua performance nel ruolo di Masako, moglie del samurai ucciso, conquista tutti.
La sua reputazione di attrice viene confermata e consolidata successivamente in una serie di film nei quali viene diretta da Kozaburo Yoshimura (tra questi la nota trasposizione cinematografica del Genji monogatari del 1951). Anno fondamentale nella carriera di Machiko Kyo è il 1953 quando è protagonista di tre film, uno più importante dell'altro. Mikio Naruse la dirige in Ani imoto (Older Brother, Younger Sister), Teinosuke Kinugasa in Jigokumon (Gate of Hell) che vince il Gran Prix al Festival di Cannes e l'Oscar come miglior film straniero. Ma soprattutto Machiko Kyo è l'indimenticabile Lady Wakasa di Ugetsu monogatari (Tales of Ugetsu - I racconti della luna pallida d'agosto) di Kenji Mizoguchi che a Venezia conquista il Leone d'Argento. L'interpretazione della principessa fantasma che seduce il vasaio Genjiuro è forse il vertice massimo della carriera dell'attrice. Con le sue movenze, la recitazione che si rifà al teatro Noh, porta in scena un personaggio femminile che entra a pieno diritto nella leggenda del cinema.
Sono proprio questi due ultimi film sui quali punta il produttore Masaichi Nagata che in quell'anno lancia un forte piano di esportazione del cinema giapponese nel mondo. Le pellicole approdano negli Stati Uniti e ottengono un buon successo. Qualcuno paragona Machiko Kyo a Marilyn Monroe e Jane Russell (che nello stesso 1953 incantano insieme in “Gli uomini preferiscono le bionde” di Howard Hawks). Un paio d'anni dopo l'attrice viene anche scelta come protagonista femminile del film americano The Teahouse of the August Moon (La casa da tè alla luna d'agosto) diretto da Daniel Mann e con nel cast due star come Glenn Ford e Marlon Bando. Per la sua interpretazione riceve anche una nomination ai Golden Globe.
A metà degli anni Cinquanta la collaborazione con Mizoguchi, allora ai suoi ultimi lavori, porta all'attrice altri ruoli memorabili: quello della principessa in Yokihi (Princess Yang Kwei-Fei) e ancor di più quello della prorompente prostituta in Akasen chitai (Street of Shame). Altri grandi maestri del cinema dirigono l'attrice negli anni successivi. A cominciare da Yasujiro Ozu che nel 1959 realizza Ukigusa (Floating Weeds), una specie di remake di un altro film degli anni Trenta dello stesso regista. Lavora anche con Kaneto Shindo che la dirige in Kanashimi wa onna dakeni e più volte con Kon Ichikawa. Da ricordare in particolare Kagi (Odd Obsession) tratto dal famoso romanzo di Tanizaki.
Gli anni Sessanta sono meno gloriosi, la golden age del cinema giapponese comincia a vedere il suo tramonto. Non mancano comunque pellicole importanti e ruoli memorabili per Machiko Kyo. Nel 1964 grazie alla perfomance in Amai ase di Shiro Toyoda vince come migliore attrice Mainichi Film Award e Kinema Jumpo Award. Due anni dopo dà un contributo importante in Tanin no kao (The Face of Another) di Hiroshi Teshigahara nel quale interpreta la signora Okuyama, moglie di Tatsuya Nakadai.
The Face of Another è l'ultimo capolavoro al quale prende parte. Tra i film successivi da segnalare Senzaburu di Yasuzo Masumura del 1969. In seguito l'attrice si dedica soprattutto al teatro con alcune apparizioni anche in tv, mentre quelle cinematografiche diminuiscono, complice pure il fallimento della Daiei nel 1971. Attraverso il suo lavoro indimenticabile con molti dei più grandi registi della storia (Kurosawa, Mizoguchi, Ozu, Naruse, Ichikawa, Teshigahara, Shindo...) Machiko Kyo rimane uno dei volti più riconoscibili, dei simboli del cinema giapponese.
Fonti utilizzate:
- Filmografia su IMDb
- "International Dictionary of Films and Filmmakers" (vol. 3 - Actors and Actresses)
Sottotitoli dei film con Machiko Kyo
presenti nell'archivio di AW
(link alle relative discussioni)
Rashomon *
*Sottotitoli tolti in seguito all'uscita in Italia del dvd
Video-omaggio trovato su Youtube
Messaggio modificato da fabiojappo il 14 May 2019 - 06:12 PM