Naomi Kawase, Shara, 2003
Nell'antica cittadina di Nara, in un giorno d'estate durante la festa del Dio Jizo, il giovane Kei, fratello gemello di Shun, scompare improvvisamente nel nulla. Cinque anni dopo, Shun, diventato nel frattempo studente di liceo, non ha ancora superato il trauma della perdita del fratello: si sente attratto dall'amica d'infanzia Yu, ma il dolore segreto che entrambi nascondo nel cuore impedisce la loro relazione. Poi, un giorno, Yu scopre il mistero della sua nascita e Shun conosce il destino di Kei, e per i due ragazzi giunge finalmente il momento in cui prendere il destino nelle proprie mani.
Shara
(Sharasoju)
Regia: Kawase Naomi
Sceneggiatura: Kawase Naomi
Fotografia: Yamazaki Yutaka
Montaggio: Anraku Shotaru, Sanjo Tomoo
Musica: UA
Produzione: Nikkatsu, Yomiuri Television, Visual Arts, Real Products.
Giappone (2003) 35 mm, 99', colore
Interpreti: Fukunaga Kohei, Hyodo Yuka, Kawase Naomi,
Namase Katsuhisa, Higuchi Kanako
(Sharasoju, è il nome del giardino nel quale, secondo la tradizione buddista,
morì il Buddha, ai piedi di due alberi gemelli, detti alberi di shara.)
***
Cos'è Shara?
E' la storia di un buco con delle persone intorno.
E' la storia del vuoto terribile che lascia una persona che amiamo e che, da un giorno all'altro, non possiamo più rivedere. E' la tragedia della scomparsa di un figlio, di un fratello.
Le immagini del film sono interamente costruite sul tempo, tramite lunghi piani sequenza su avvenimenti quotidiani, banali, dove si avverte la ricerca dei "tempi morti": tutto ciò che, come sostiene Deleuze, Ozu ha compreso e fatto per primo, lasciando decantare la banalità dei suoi dialoghi, delle sue situazioni e, perché no, dei suoi personaggi. A Kawase Naomi, è evidente, la trama del film interessa fino a un certo punto. Ciò che la regista vuole è estrapolare la realtà dalle immagini, e forse qualcosa che va oltre la realtà, ciò che va oltre, che è invisibile (l'assenza, appunto, e tutti i sentimenti che le ruotano attorno). Ma non solo. Una certa metafisica del "sentire" i corpi, gli oggetti, i luoghi.
Anche i suoni sono importanti: una campana fissa, di quelle da preghiera, per diversi minuti – e in più occasioni - risuona in lontananza, trasmettendo un'angoscia sottile, come un segnale inascoltato.
Sembra tutto fermo, invece tutto si muove. Come il tempo.
E' un film sul tempo, Shara, sull'evento nel suo farsi: come nel meraviglioso inseguimento-pedinamento fra i due fratelli lungo le viuzze assolate della cittadina dormiente e deserta che culmina, appunto, in una scomparsa improvvisa e plateale. Ma sul tempo inteso anche come durata, crescita, cambiamento. Un cercare di riempire un vuoto incolmabile, laddove l'assenza (o la morte) è anche segnale, richiamo alla vita, alla conoscenza e alla scoperta. E Rinascita. Per riuscire finalmente a vivere.
SITO UFFICIALE DI KAWASE NAOMI
Messaggio modificato da fabiojappo il 26 November 2016 - 09:53 AM