Regia: Ken Loach
Nazione: Regno Unito
Anno: 1969
Genere: Drammatico
Durata: 110'
Lingua: Inglese
Interpreti: David Bradley, Freddie Fletcher, Lynne Perrie
Sinossi
Billy è un ragazzino che abita nella periferia di una cittadina del South Yorkshire insieme alla madre e al fratello Jud. La prima è una donna divorziata che fatica a trovare una relazione stabile (e dà l'impressione di non riuscire a capire i relativi figli), mentre il secondo è un tipo piuttosto fumantino, insofferente e che non perde mai l'occasione di stuzzicare lo sventurato fratellino.
Billy è fondamentalmente solo, non ha un giro di amicizie e sembra non avere nessun hobby che lo possa aiutare a distrarsi un po'. Un giorno - tuttavia - si interessa casualmente a un piccolo gheppio (femmina); decide quindi di addestrarla e di imparare velocemente i primi rudimenti della falconeria. Grazie a questo animaletto riuscirà a trovare finalmente un po' di svago e di serenità, sensazioni che non ha mai assaporato appieno né nel contesto scolastico (dove è spesso oggetto di scherno da parte dei suoi coetanei o vessato da buona parte del corpo docente) né a casa sua.
Cenni storici
Primo lungometraggio prodotto dalla Kestrel Productions (fondata da Loach insieme al socio Tony Garnett), "Kes" è basato sul romanzo di Barry Hines "A Kestrel For A Knave" (1968).
Questo risulta essere il film più significativo del regista inglese per diversi motivi ma rappresenta innanzitutto la prima grande pellicola neorealista di stampo britannico. Negli anni '60 - infatti - l'Inghilterra non aveva nessun film da contrapporre all'egemonia italiana (De Sica, Rossellini, ecc....) o alla Nouvelle Vague francese (Truffaut, Godard,....). Ma non è soltanto questo uno degli aspetti più rilevanti; è altresì importante sottolineare i soggetti sui quali Loach si è ispirato per dare origine all'opera in questione: la working class inglese, figlia del Dopoguerra ed "elemento" di interesse socio-politico (tra l'altro in un periodo in cui vennero istituite numerose leggi di stampo laburista a favore delle classi meno abbienti). Citando questa categoria sociale non si indicano soltanto coloro che appartenevano alla classe operaia (quella delle grandi industrie), bensì ci si riferisce a tutte le persone che dovevano/devono lavorare per vivere. Ed è proprio su di esse che il signor Kenneth Loach basò la sua intera filmografia, la quale riflette l'impegno civile, politico e la critica nei confronti di un sistema che non supporta coloro che rappresentano la vera forza-lavoro di una società; senza contare poi il degrado urbano, la desolazione, la mancanza di punti di riferimento utili per crescere a livello culturale, ecc..... Fino a quel punto Loach si era più che altro concentrato nel realizzare documentari per la TV inglese (ad esempio l'ottimo "Cathy Come Home", prodotto per la BBC). Con "Kes" ha letteralmente rielaborato il suo modo di produrre pellicole unendo la drammaticità dei documentari a uno stile narrativo più adatto al pubblico cinematografico. C'è chi l'ha definito non perfetto ma comunque di un'importanza socio-culturale notevole. "Kes" è riuscito a rappresentare egregiamente quella porzione di Inghilterra che non aveva voce in capitolo, quella che verrà successivamente colpita dal "pugno di ferro" delle politiche sociali messe in atto dalla Thatcher. Ha dato spazio alle condizioni di vita delle persone economicamente svantaggiate, alle loro sensazioni, alla loro quotidianità, aggiungendo tuttavia un tocco di umanità che trascende la freddezza documentaristica e arriva dritta al pubblico. Considerato uno dei migliori 10 film britannici del secolo scorso, "Kes" simboleggia di fatto un pezzo di storia del Cinema.
Commento di JulesJT
Quando sono venuto a conoscenza di questo film, sapevo già chi fosse Ken Loach e quale genere di Cinema amasse rappresentare: disagi delle classi meno abbienti, rivalse sociali, critica nei confronti delle politiche che non rispettano i diritti fondamentali e vengono meno alle loro stesse funzioni. Insomma, un cinema che fa della protesta la sua bandiera. Tuttavia ero all'oscuro di quanto fosse considerato importante il suddetto film; è stato il punto di partenza per tutti quei capolavori che oggi sono ben noti al pubblico internazionale (My name is Joe, Il Vento che accarezza l'erba, ecc....). È stato il vero precursore di tutto il suo cinema. Sinceramente non mi aspettavo nulla di diverso rispetto a quanto visto finora, eppure "Kes" è dotato di un'umanità e poeticità d'immagine uniche. Sono rimasto affascinato dalle silenziose sequenze che mostrano il giovane Billy avventurarsi in quei pochi scorci di natura offertigli dalla sua terra al fine di evadere da un ambiente che non gli è congeniale. Lui non è una persona passiva, non cerca affannosamente di isolarsi rifiutando ogni genere di contatto umano - anzi - partecipa ma semplicemente non appartiene al contesto sociale nel quale è inserito.
È buffo ma la frase che ripete con più frequenza è: "I don't know, sir". Non lo sa neanche lui, nel senso che sa di essere presente ma non ne conosce il motivo, vive in un mondo che non gli interessa ma nel quale pare essere costretto a rimanere.
Inoltre adora semplicemente tutto del suo gheppio (kestrel), animaletto per il quale prova un sentimento di profonda ammirazione. Insomma, ha trovato un "caloroso rifugio" in questo primordiale rapporto uomo-natura. Si è sentito vivo. Non a caso le scene dell'imprinting sono quanto di più tenero e naturale abbia mai visto in un lungometraggio. Meravigliose, toccanti e cariche di sentimento. Cos'altro aggiungere? Soltanto una prolungata standing ovation per il caro Kenneth, regista capace di unire armoniosamente rabbia, smarrimento, dissenso, malcontento popolare e brama di libertà in un'unica, fondamentale opera.
Immenso.
Traduzione e recensione: JulesJT
SOTTOTITOLI
(Versione: Blu-ray Criterion Collection)
Kes.AsianWorld.zip 42.2K
114 Numero di downloads
https://www.youtube....h?v=PLYR-yx0TXE
Messaggio modificato da JulesJT il 15 November 2024 - 11:00 AM