La ville des Pirates
Francia/Portogallo, 1983
111 min.
Regia: Raoul Ruiz
Sceneggiatura: Raoul Ruiz
Fotografia: Acácio de Almeida
Montaggio: Valeria Sarmiento
Musiche: Jorge Arriagada
Cast: Hugues Quester, Anne Alvaro, André Engel, Melvil Poupaud, Duarte de Almeida, Clarisse Dole, Clarisse Dole, André Gomes
È forse il più estremo, labirintico, inspiegabile (impermeabile a qualsiasi riduzione schematica) tra i film del prolifico R.Ruiz. Non ci sono pirati e tanto meno una città, sostituita da un'isola semideserta e ventosa nei 'territori d'oltremare'.
La ville des pirates è (de)composto sotto il segno del surrealismo, con il suo confidare nell'estasi, nello scandalo, nel richiamo alla natura selvaggia, alla mistificazione, ai sogni profetici, all'umorismo, al perturbante e viste le sorprendenti disorientanti evocazioni di Buñuel e Dalí, e l'affinità al discorso poetico di Eluard e Péret, ci si chiede se Ruiz non abbia elaborato il suo scenario utilizzando la modalità di scrittura automatica surrealista.
Isidore è un'eroina puramente surrealista, in parte Ofelia, in parte Salomé, in parte Berenice, incline alla trance, al sonnambulismo, al contatto con 'l'altra parte'.
La surrealtà abitata dalle macchine desideranti di Ruiz è fondata sull'enigma, sul paradosso, dettagli delle storie raccontate dai suoi personaggi riecheggiano le une nelle altre in un infinito gioco di rimandi, tanto da suggerire un ordine occulto dietro eventi distinti; ci si muove in avanti restando sempre nello stesso luogo o citando Elisa Veronica Zucchi:
"Il cinema di Ruiz è attraversato dal gusto per l'anagramma narrativo ovvero per quel rebus costruito entro il linguaggio filmico e filosofico a cui - perché si chiuda - manca sempre qualcosa, o c'è sempre qualcosa in più. È proprio a partire da questo manque, da questo 'qualcosa che c'è, ma in quel che c'è non c'è' come affermava Carmelo Bene… insomma dal quadro mancante e decisivo per lo scioglimento del rebus, che può aver luogo quella ricerca impossibile… la ricerca impossibile dell'imago incompiuta e del punto di vista impossibile e, pertanto frammentario, cieco, che soli sono in grado di dar voce a una muta testimonianza di un vizio inconfessabile e di alludere a una cerimonia. Ma di che cerimonia si tratta? Quale regola tacita dobbiamo superare per prendervi parte?"
Le rocce e il mare non sono gli unici echi del film surrealista per eccellenza, L'Age d'or, l'umorismo criptico del maestro spagnolo viene ampiamente omaggiato, così come il Dalì dell'hitchcockiano Spellbound, gli scritti di Jacques Vaché e Robert Desnos, la fotografia di Bill Brandt, una costellazione di congruenze che ha il merito di estendere e non svuotare la ricchezza del lavoro di Ruiz.
Anime perdute in attesa dell'eterno ritorno…
"L'inquadratura è come un'isola, vista attraverso gli occhi di un bambino che isola l'oggetto: per un bambino, tutto il mondo è l'oggetto con cui gioca"
R. Ruiz
Buona visione
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La Ville Des Pirates (1984 - Raoul Ruiz).rar 28.89K
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Messaggio modificato da JulesJT il 20 December 2014 - 06:32 PM
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