HINOKIO
(tlf)
TRAMA
Satoru è un ragazzo chiuso in se stesso dopo la morte della madre. Per aiutarlo a superare il trauma, il padre ingegnere costruisce un robot umanoide grazie al quale potrà, seppure indirettamente, frequentare le lezioni scolastiche.
A scuola, tuttavia, il robot/sostituto troverà un'accoglienza piuttosto fredda, alcuni bulli lo prenderanno di mira, e dovrà faticare non poco per essere accettato come membro della classe.
Tra tanti problemi sboccia il primo amore di Satoru per una coetanea, fatto di tentennamenti e goffi tentativi di avvicinarsi alla ragazza dei propri sogni.
Parabola dell'incomunicabilità tra padre e figlio, vagamente ispirato alla favola di Collodi, pur non essendone un rifacimento sul grande schermo, Hinokio affronta con estrema delicatezza anche il tema dell'abbandono, della morte, dei problemi relazionali tipici della pre-adolescenza.
Satoru si chiude fisicamente e si apre, potremmo dire, tecnologicamente all'Altro in un futuro forse non troppo lontano in cui l'esistenza della persona potrebbe essere mediata dall'ausilio delle nuove tecnologie.
Non c'è un burattino/robot che vuole diventare umano, come in "Pinocchio", ma l'inverso: il difficile cammino del ritorno alla vita di un bambino cui il mondo crolla addosso all'improvviso e cui l'utilizzo di un "intermediario" robotico funge da sicura barriera contro l'esterno e contro le emozioni che quello può suscitare.
Interpretato con convinzione e trasporto anche dai giovanissimi protagonisti, opera prima di Akiyama Takahiko, regista che conviene tenere d'occhio, il film commuove e se talvolta scade nel facile sentimentalismo, nel complesso emoziona genuinamente e permette di sorvolare su qualche ingenuità della sceneggiatura. (fonte: Giuseppe Ferro da http://www.asakusa.it/)
ecco la mia prima traduzione per asianworld.it, spero di non aver fatto errori nel caso non esitate a farmelo sapere.
nano
Messaggio modificato da fabiojappo il 10 June 2014 - 06:05 PM