[RECE][SUB] Amerika
bowman 02 Nov 2009
Amerika.zip (14.78K)
Numero di downloads: 87
Amerika
Repubblica Ceca, 1994
86 min.
Regia: Vladimír Michálek
Sceneggiatura: Vladimír Michálek, Martin Duba, dall'omonimo romanzo incompiuto di Franz Kafka.
Operatore: Martin Duba
Musica: Michal Dvorak, David Koller
Personaggi e interpreti: Karl Roßmann - Martin Dejdar, Zio/Padre - Jiri Labus, Clara - Jarka Rytychová, Teresa - Catherine Kozáková, il fuochista - Jiří Schmitzer, Delamarche - Oldřich Kaiser, Robinson - Pavel Landovský, Brunelda - Libuše Tomanová, Mack - Tomáš Vorel, Greene - Pavel Nový, Pollunder - Milan Riehs.
Scacciato dalla propria famiglia per una presunta colpa, il giovane Karl Roßmann decide di sbarcare in America, dove viene accolto dallo zio.
Curioso e tenace si impegna a fondo per cominciare una nuova vita, ma ogni previsione viene disattesa, si trova scaraventato ad un tratto in un mondo che contraddice le sue aspettative e sfugge completamente a ogni possibilitŕ di determinazione e di controllo.
Vladimír Michálek filma la sua America con occhio cinico e disincantato sin dall’arrivo della nave nel porto, dove un posticcio skyline circondato da una luce innaturale accoglie le speranze del giovane Karl.
La vastitŕ del nuovo mondo viene relegata al ruolo di mera scenografia affidata ai fondali privi di qualsiasi riferimento spaziale o temporale degli esterni, ai macchinari e ai sontuosi marmi degli interni della casa dello zio del protagonista, grottesca maschera del self-made man, apologeta del lavoro e del merito dal quale, per la seconda volta, il protagonista riceverŕ la sua espulsione.
Ed č sui personaggi, che nel romanzo si presentano possenti fin nella loro fisicitŕ allo sguardo dell’ingenuo Karl, che l’occhio del regista si dimostra meno indulgente arrivando a svuotarli della loro stessa materialitŕ; tirapiedi, alcolizzati, pseudo artisti, vagabondi, porzione di un’umanitŕ seriale e cinica, anonima platea che costringe all'immobilitŕ lo sguardo per giorni, sottraendolo a quel “teatro quasi sconfinato” dove, come lo stesso Kafka confidň all’amico Max Brod, “il giovane eroe avrebbe trovato, come per una celeste magia, un mestiere, la libertŕ, un sostegno, perfino la patria e i genitori”.
“Č come se Karl portasse in dono all’America quella visione iperreale che soltanto l’obbiettivo ci concede. Nella sua valigia da emigrante nascondeva l’allucinazione del cinema.”
Roberto Calasso
Buona visione
Messaggio modificato da elgrembiulon il 03 November 2009 - 10:04 AM
Sazuke 02 Nov 2009
Continua la tua opera kafkiana... ci manca solo La Metamorfosi di Jan Nemec...
Grazie.
bowman 02 Nov 2009
mariolini 05 Nov 2009
Dimenticavo, grazie bowman
Messaggio modificato da mariolini il 05 November 2009 - 02:28 PM
Sazuke 05 Nov 2009
mariolini, il 05 November 2009 - 02:26 PM, ha scritto:
Io ho visto la registrazione di rai3 e i sottotitoli erano indecenti: a parte che, incredibilmente, era tradotta mediamente una battuta su tre, ma la parte tradotta sembrava fatta con un traduttore automatico tanto era zeppa di errori, improprietŕ e svarioni. Chissŕ come mai... in genere i sottotitoli di rai3 sono fatti bene.