OUTRAGE
(versione Gerry)
Titolo originale: Autoreiji
Nazione: Giappone
Anno: 2010
Genere: Drammatico - Yakuza
Durata: 109 minuti
Regia: Kitano Takeshi
Sceneggiatura: Kitano Takeshi
Fotografia: Yanagijima Katsumi
Musiche: Suzuki Keiichi
Interpreti: Kitano Takeshi, Kase Ryo, Shiina Kippei, Miura Tomokazu
TRAMA
Kato, il braccio destro del Presidente a guida del Sanno-kai, avverte Ikemoto, uno dei boss dell’organizzazione, che il capo è infastidito dai suoi rapporti con un’altra famiglia criminale. Per cercare di alleviare i sospetti Ikemoto chiede aiuto al suo sottoposto Otomo abituato a fare il lavoro sporco.
COMMENTO
La mia prima reazione alla visione di Outrage? Che è un “outrage” al vero Kitano. Quello di cui mi sono innamorato, oltre un decennio fa, all’uscita di “Hana-bi”. Come tanti.
Dove sono la poesia, l’anima, le riflessioni che connotano il suo cinema? Non ci sono. Mancano pure quelle scene incredibilmente geniali presenti anche nei suoi film “minori”. Niente di particolare, da questo punto di vista, se non qualche riuscita scena di violenza. E di scene violente ce ne sono tante. Ma non sono quelle tipiche esplosioni inserite all’interno della storia. Sembrano essere il film stesso.
Tutto da buttare allora? Forse no. Dopo la prima visione che lascia sconcertati (più della trilogia dell’autodistruzione da molti criticata, sicuramente discutibile, ma che io apprezzo soprattutto quando penso ad “Achilles and the Tortoise”), rivedendo con attenzione il film il mio giudizio è migliorato. Non perché si scopra chissà cosa. Ma perché lo si prende per quel che è. Uno yakuza eiga che Kitano ha fatto per divertimento, forse anche per soldi, e come confezione ha fatto bene.
Il lavoro di sottrazione, una delle caratteristiche di Kitano, si può dire che questa volta agisca a livello “interno”, con il Maestro che svuota l’anima del suo lavoro, e si mette in disparte anche come attore (il personaggio che interpreta, Otomo, non è in fondo centralissimo). Quello che resta è una girandola di tradimenti, di vendette, di torture. Forse una trama (debole) più adatta a un film d’azione. Roba non da Kitano che le cose mozzafiato, sfrenate le lascia ad altri.
Così il film appare freddo (una freddezza sottolineata anche dalle musiche di Keiichi Suzuki), lascia freddi, eppure, cercando di dimenticarsi delle meraviglie create in passato da questo genio, sufficientemente soddisfatti (da sottolineare anche l’ottima fotografia del fido collaboratore Katsumi Yanagijima).
Un film che ha deluso molti e probabilmente deluderà tanti altri. Ma comunque da vedere, almeno per amore di Kitano a cui diversi utenti, credo, devono la passione per il cinema asiatico. E se non altro per farsi venire voglia di riguardare i suoi immensi capolavori: da “A scene at the sea” a “Dolls”, da “Hana-bi” a “Sonatine”, da “Kikujiro”…
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Ancora una volta grazie al “fratello” ronnydaca per la revisione
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Outrage
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Messaggio modificato da fabiojappo il 23 September 2014 - 07:43 PM