Martial Club
di Liu Chia-liang (Lau Kar-leung) (1981)
Il film narra le vicende di un giovane Wong Fei-hung e del suo amico Yinlin alle prese con i preparativi per la danza del leone che ravviverà la festa locale.
Le scuole di arti marziali del maestro Wong (a cui appartiene Fei-hung) e del maestro Zheng (dell'amico Yinlin) sono in rapporti amichevoli, mentre quella del maestro Lu cerca sempre di ottenere supremazia assoluta e approfitta di ogni opportunità per tentare la scalata.
I due giovani amici sono sempre in competizione e alla ricerca di combattenti marziali da sfidare per dimostrare la propria bravura nel kung fu, ma mentre Fei-hung si dimostra più assennato e ligio alle regole della vita marziale, Yinlin è più frivolo e godereccio e si caccia in continuazione nei guai.
E' proprio l'arrivo di un misterioso e fortissimo straniero, Shan Xiong (interpretato da Johnny Wang), a innescare una serie di eventi ed incomprensioni che sfoceranno nel classico spettacolare combattimento finale dove Wong Fei-hung darà sfoggio della maturità marziale e caratteriale raggiunta.
Questo film si colloca dopo Challenge of the Masters riprendendo il personaggio di Wong Fei-hung e presenta i classici toni leggeri da Kung Fu Comedy tipici delle pellicole di Liu Chia-liang condite dalle spettacolari coreografie marziali performate dai bravissimi attori del gruppo stabile del regista.
Kara Hui nella parte della sorella di Yinlin è strepitosa come al solito, sebbene nelle vesti di comprimaria, e Gordon Liu tratteggia un Fei-hung molto serio e maturo per la sua età, ben diverso dalla figura interpretata da Jackie Chan nei due Drunken Master.
Un punto di originalità della pellicola è nel super cattivo di turno, il maestro straniero Shan Xiong. In controtendenza con lo stereotipo imposto dalla maggiorparte delle pellicole del periodo, Shan Xiong non è affatto un personaggio negativo e ha una propria forte moralità che impone anche sul maestro Lu, suo vecchio amico che lo ospita nella propria scuola con lo scopo di raggirarlo per i propri scopi.
Grazie a Shan Xiong, Fei-hung riesce a maturare come persona e combattente marziale.
Il regista innesta così nel film anche il sottotesto della valenza morale delle arti marziali, secondo punto di originalità tipico dei suoi film.
Tipicamente un film di kung fu del periodo vedeva come unici messaggi "il mio kung fu è migliore del tuo" e "hai ucciso x e adesso te la farò pagare".
Liu Chia-liang propone spesso situazioni maestro-allievo dove il primo cerca di trasmettere al secondo i valori di lealtà, moralità e generosità che devono per forza accompagnare un esperto di arti marziali, per distinguerlo da un volgare assassino abile nelle arti di combattimento.
Una curiosità di questo film è che finalmente spiega un insieme di regole basilari della danza del leone, spesso vista in tanti film di kung fu.
Impariamo così che il leone incarna con la sua dignità e ferocia lo spirito delle scuole di arti marziali.
La danza del leone nasce come occasione per rinsaldare le amicizie delle varie scuole che si mettono in competizione per dimostrare la loro bravura cercando di dare il meglio di sè in questa danza.
Ma ci sono una serie di comportamenti che durante la danza del leone possono portare al combattimento perchè provocatori.
Alcuni di questi sono:
Un leone non deve annusare il posteriore di un altro.
Quando un leone è vicino ad un altro, non è ammesso sbattere le palpebre
Non si può avvicinare un altro leone tenendo una gamba alzata
Un must del genere!
Qui trovate uno spezzone del film (il finale... chi non vuole sorprese è avvertito!)
Messaggio modificato da AsianPat il 17 August 2013 - 11:37 AM