Chocolate
(KMP)
Dopo essere diventato un guru del cinema di arti marziali grazie ai due film di enorme successo interpretati dall'incredibile Tony Jaa (Ong-Bak e The protector, usciti anche da noi) l'ex architetto, scenografo e produttore thailandese Prachya Pinkaew con il suo terzo film non cambia di certo rotta: anche Chocolate è un film di arti marziali lievissimo e spettacolare, un'altra storia di vendetta e riscatto contro i soprusi di criminali senza scrupoli.
Quello che cambia, prima di tutto, è l'assenza di Tony Jaa, pronto a debuttare a breve come regista con il sequel di Ong-Bak (ne vedremo delle belle). Ma la protagonista di Chocolate, l'irresistibile Yanin "Jeeja" Vismistananda, classe 1984, non è molto da meno: mingherlina campionessa di taekwondo, convince completamente, con una prova atletica ambiziosa e faticosissima (si vedano i soliti impressionanti titoli di coda), ma assolutamente esaltante. Se l'ingenuità coraggiosa e spavalda di Jaa si trasforma in una forma di autismo, narrativamente più scontata e insieme più rischiosa, la tenerezza ispirata dal suo faccino lascia presto il posto al tifo più sfrenato. E nella sequenza in cui Jejaa - che ha imparato le arti marziali proprio guardando Ong-bak - incontra l'altro ragazzo disturbato, che combatte con uno stile a lei (e a noi) sconosciuto, Pinkaew riesce persino a "superare", con autoironia (e autocritica?) il dilagante "modello Jaa".
C'è un'interesse maggiore di Pinkaew per la storia e per lo sviluppo dei suoi personaggi: è evidente già dal fatto che le sequenze d'azione vengano rimandate così tanto, in favore di una lunga prima parte introduttiva e anche, in un certo senso, che lo script sia stato stato affidato a terzi, con una quantità di pieghe melodrammatiche che cercano di andare oltre agli elefanti morti di The protector. Ma tutto viene in secondo piano di fronte a sequenze d'azione che - come al solito - lasciano senza fiato: l'alchimia delle due parti arriva a tanto così da fare di Chocolate il miglior film thailandese di genere mai visto finora. E se The protector aveva "quel famoso piano sequenza delle scale", Chocolate ha un combattimento finale davvero senza precedenti, che merita già un posto nelle antologie del genere: una vera e propria "verticalizzazione" dello scontro, che butta alle ortiche per 10 minuti il modello del picchiaduro contemporaneo mettendo in scena una sorta di live action platform che si rifà all'antico modello di Donkey Kong - oppure, se preferite, a Snakes and ladders.
Non si pretenda quindi un capolavoro di scrittura, e nemmeno - per dire - una profondità che vada al di là di ciò che qualcuno potrebbe definire pretesto: il cinema di Pinkaew è effettivamente un cinema di corpi danzanti che riempiono lo schermo con i loro balletti di calci e di lividi. Ed è così, che il suo cinema ci piace da matti.
[articolo di kekkoz da http://giovanecinefilo.splinder.com/post/17100428]
Regia: Prachya Pinkaew
Sceneggiatura: Chukiat Sakveerakul e Nepalee Sakweerakul
Anno: 2008
Durata: 95 minuti
Cast:
JeeJa Yanin
Ammara Siripong ... Zin
Hiroshi Abe ... Masashi
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Chocolate
Messaggio modificato da fabiojappo il 03 November 2014 - 04:28 PM