A TIME TO LOVE
Titolo Internazionale: A Time To Love
Titolo Originale: Qing ren jie
Nazione: Cina
Anno di produzione: 2005
Genere: Sentimentale
Durata: 113 minuti
Regia: Jianqi Huo
Cast: Wei Zhao, Yi Lu, Minjie Cui, Yujia Ding, Mu Liu, Xiaoying Song, Jiadong Xing, Qian Zhang,
Yijing Zhang, Miao Yu
SINOSSI
Qu Ran (Zhao Wei) e Hou Jia (Yi Lu) crescono insieme nello stesso palazzo e diventano amici inseparabili, presto scoprono l'amore, ma un dramma del passato che aprì una ferita tra la madre di Hou Jia e il padre di Qu Ran, impedisce ai due giovani di consumare quest'amore felicemente. Ciò li porterà a vivere vite separate, continuando ad amarsi negli anni, fino a...
COMMENTO
In quest'ultima fatica dell'apprezzato regista di Nuan, Life Show e Postmen in the Mountains. Zhao Wei, da vita insieme con Yi Lu, ad un dramma sentimentale sobrio, senza il chiasso tipico dei film strappalacrime, giocato sullo stereotipo Shakespiriano del contrasto famigliare e dell'impossibilità dell'amore tra i due, ma il tutto, si svolge in chiave intimista. Ambientato a cavallo tra gli anni settanta e il duemila nella Cina continentale. Il film di Huo, mette in risalto i condizionamenti patriarcali nella vita sentimentale di una coppia, che segue con una certa inettitudine agli occhi dello spettatore occidentale, i dettami delle rispettive famiglie, senza che queste creino necessariamente delle barriere fisiche. In questo risiede se vogliamo una piccola analisi sociale, del pudore che ancora persiste nella gioventù cinese, ma anche l'importanza del legame famigliare. Un film, delicato, senza fanfare che si muove un po' tiepidamente, affidandosi ad una trama semplice e banale, ma che conserva una facciata poetica, impreziosita da i continui riferimenti a Romeo e Giulietta, quasi a cercare un ingenuo parallelo, tra il dramma del bardo e la storia dei due protagonisti. Un film soprattutto orientato ai gusti dei sentimentali, che rifugge il classico stile austero del cinema continentale cinese, per osare di più, verso la chiave del melodramma all'occidentale con qualche caduta e diverse pecche, alcuni personaggi, e alcuni momenti della narrazione sono letteralmente trascurati per non dire abbozzati, ma anche con molte note positive, che giungono dalla scelta di una fotografia, bella, ma mai invadente, in tono con la scarna scenografia, voluta per evidenziare l'intimità della storia, un po' debitrice del cinema di Yimou e Xiaoshuai, e dalle interpretazioni, come la prova equilibrata della bellissima e graziosa protagonista; Zhao Wei, interprete di una lunga lista di bellissimi lungometraggi da Goddes of Mercy di An Hui, a Green Tea di Zhang Yuan, passando per le commedie honkonghesi, Chinese Odissey 2000 di Jeff Lau e Shaolin Soccer di Stephen Chow, la quale si conferma a mio modesto parere una delle migliori attrici cinesi in circolazione.
Per dirla alla Ghezzi... Buona visione
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 07:42 PM