Spring in a Small Town
(Xiao cheng zhi chun)
REGIA: Mu Fei
Sceneggiatura: Tianji Li
Cast: Chaoming Cui, Wei Li, Yu Shi, Wei Wei
Colonna musicale: Yijun Huang
Fotografia: Shengwei Li
Durata: 85
B/N
Anno: 1948
uwen vive col ricco e malato marito, con la di lui sorellina e con il fedele maggiordomo in una fatiscente villa nella Cina del post-seconda guerra mondiale; il marito è una sorta di ipocondriaco, malaticcio e stanco di vivere, consapevole del fatto che la bella moglie non lo ama tanto quanto lui ama lei; Yuwen si trascina stancamente giorno per giorno in una stanca apatia e monotonia indotta dalla condizione del marito, in una sorta di circolo vizioso. Un giorno, come una sorta di napalm ben sistemato, arriva a porre fine a questa situazione di stallo il migliore amico del marito ed ex amante di Yuwen all’insaputa di tutti, un medico impegnato sul sociale che per tutta la guerra ha girato la Cina aiutando chi ne avesse bisogno. Rivedendo la vecchia fiamma il dottorino si accorge di esserne ancora innamorato; idem per Yuwen che si risveglia dal torpore in cui ha vissuto fin da quando fu abbandonata proprio dal dottore; allo stesso modo il marito si risveglia dall’apatia, felice per la visita gradita, e la sorellina di lui piano piano si innamora del dottore. Insomma il nuovo arrivato è la molla che incrina tutti gli addormentati equilibri precedenti, mettendo in moto un catena di azioni e reazioni potenzialmente distruttive.
In questo tetragono amoroso, tutto finirà per restare com’era; ma come succede nelle reazioni chimiche il risultato contiene gli elementi di partenza pur se in forma quasi totalmente diversa. I protagonisti di questa reazione dopo la visita del dottore sono cambiati, più consapevoli, più vitali e forse più felici.
Fei Mu, insieme a Cai Chusheng, è certamente uno dei maestri storici del cinema cinese. Questo film ne è la prova: poetico, profondo quanto semplice, mai banale; descrive questa situazione con fine sensibilità. Una curiosità: nella prima parte del film i personaggi sono apatici, stanchi di vivere; ciò viene riflesso nelle uniche due ambientazioni esterne: le mura in rovina della città e il fatiscente e cadente giardino della villa. Inoltre, sempre nella prima parte della pellicola e durante lo svolgimento del plot gli ambienti chiusi della villa sono asfissianti, sembrano più piccoli ed opprimenti di quanto siano in realtà, riflettendo forse l’asfissia che attanaglia i cuori e le vite dei protagonisti. Piccolezze che ci danno un’idea della grandezza di questo maestro.
Nicola Cupperi
Questo dovete vederlo assolutamente tutti.
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 07:30 PM