Lisandro Alonso (2004) Los muertos
Di tanto in tanto vengono girati dei film che hanno l'ambizione di riportare il cinema al grado zero. Una sorta di cinema-documentario che più che documentare vuole scoprire, o ri-scoprire il senso delle immagini. Attraverso la micro-storia di Vargas (il film ci racconta soltanto due giornate della sua vita), Lisandro Alonso elabora un racconto che è anche e soprattutto l'esplorazione di un'altra Argentina, lontana dalla capitale e immersa nella natura e nella povertà più assoluta. Una natura "selvaggia e aspra e forte" come la selva dantesca, paradiso-inferno di luci e colori, semi-disabitata e allagata di silenzio, in cui i gesti umani sono pochi, essenziali e necessari. In questo modo il regista prosegue sullo stesso cammino aperto dal precedente La libertad, film con cui esordiva nel 2001 al festival di Cannes.....
Regia : Lisandro Alonso
sceneggiatura e montaggio: Lisandro Alonso.
fotografia: Cobi Migliora.
musica: Flormaleva.
interpreti: Argentino Vargas
produzione: 4 L.
Argentina, 2004, 78'
•Miglior Film e premio Cinemavvenire a Torino, 2004
Ultimo giorno di prigionia per il cinquantenne Argentino Vargas (omonimia fra attore e personaggio). Finalmente restituito alla libertà, l'uomo si fa tagliare i capelli e beve il mate (una specie di tè) con gli altri detenuti per congedarsi da loro. Fra questi c'è Dornez, che gli affida una lettera per la figlia Maria. Anche Vargas ha una figlia, Olgano, che vive su un'isola in mezzo a un fiume. L'uomo si mette in viaggio per raggiungerla, attraversando le regioni di Corrientes e Misiones, fino al fiume che si snoda in mezzo alla foresta tropicale. Durante il tragitto fa alcune soste per comprarle una camicia, andare con una prostituta, gustare un gelato. Infine recupera la barca che Olgano gli ha tenuto da parte e che è custodita da un vecchio pescatore. Da una conversazione fra i due, scopriamo che Vargas è stato dentro molti anni per aver ucciso i suoi fratelli. Ma non ci viene detto il perché.....
Dal momento in cui l'uomo sale sulla barca e comincia a remare verso l'isola, il film diventa quasi un percorso magico e iniziatico che non può non ricordare i viaggi spirituali di Herzog. Con la differenza che Alonso mira all'essenziale e rinuncia non solo ai dialoghi ma alla visibilità della regia, al montaggio, alla colonna sonora. Quest'ultima erompe solo nei titoli di coda con un loop chitarristico di forte impatto emotivo, che dà sfogo a tutte le emozioni introiettate nel corso di un film che durante il suo svolgimento rimane impenetrabile e misterioso, quasi ostile allo sguardo dello spettatore.....
Film all'insegna del piano-sequenza (straordinario quello della lenta navigazione sul fiume, interminabile, e che si vorrebbe non terminasse mai), Los muertos si apre con un volo della macchina da presa in mezzo alla foresta, fra le fronde degli alberi, come fosse la soggettiva di un uccello, o di un'ape, al termine della quale ci viene rivelata la presenza di due cadaveri, a poca distanza l'uno dall'altro. Si tratta forse dei fratelli di Vargas?
(Vittorio Renzi, Cineclick)
Traduzione: polpa
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Messaggio modificato da JulesJT il 14 October 2014 - 01:14 PM