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[RECE][SUB] Mismatched Nose


4 risposte a questa discussione

#1 creep

    antiluogocomunista

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Inviato 18 March 2014 - 10:10 AM

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Il sergente di polizia Song Ki-yol (Choi Yun-seok) si lascia scappare Baek Kong-san (Kim Hee-ra), un famigerato partigiano soprannominato "Jagko" per via del suo naso asimmetrico, mentre lo sta portando in centrale. Di conseguenza, Song viene espulso dalle forze di polizia e cade in disgrazia. Determinato a riabilitare il suo nome, Song dedica i successivi 30 anni della sua vita a rintracciare Jagko, ma non arrivando mai ad acciuffarlo. Anziano e malato di cancro, Song viene ricoverato in un centro di riabilitazione per anziani vicino Seul, dove v’incontra Jagko, anch’egli malato e in fin di vita. Deciso a non farselo scappare di nuovo, Song cerca di evadere dal centro di riabilitazione portando con sé il suo eterno nemico.





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[Contiene Spoiler]

"Un improvviso capolavoro nato nella primavera del 1980."

Mismatched Nose segna l’inizio della fase matura della carriera registica di Im Kwon-taek. In esso il regista affronta con coraggio il capitolo della storia moderna coreana che si intreccia con le sue memorie personali sulla Guerra di Corea. Il film presenta, attraverso i flashback, tre decadi spese dal Sergente Song Ki-yol all’inseguimento di Jagko, un partigiano che si è lasciato sfuggire sul Monte Jiri durante la Guerra di Corea. Im mostra una sorprendente abilità registica nell’amalgamare in un singolo racconto armonioso, tramite tecniche dalle più disparate, quasi 10 sequenze di flashback contenenti le vite separate e le memorie dei suoi due protagonisti. Ma ancor di più, il film merita attenzione per il fatto di descrivere un combattente partigiano con umanità, rendendolo empatico al pubblico. Ironia della sorte, Mismatched Nose ricevette addirittura il premio come miglior film anticomunista per due anni di fila. Song e Jagko, due nemici mortali che hanno dato vita a una caccia al topo attraverso gli anni, finiscono col comprendere, al tramonto delle loro esistenze, di essere stati entrambi vittime di una Guerra per procura tra le due superpotenze straniere. La scena finale del film, in cui Jagko muore appoggiando la testa sul suo inseguitore di tutta una vita, che nella forma ricorda molto da vicino la simile scena finale tra Dustin Hoffman e Jon Voight nel più celebre buddy movie Un uomo da marciapiede (1969) di John Schlesinger, comunica incisivamente il messaggio di Im Kwon-taek di riconciliazione nel nome della comune umanità e nazionalità.

Tratto da Koreanfilm.org





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Stralci del commento del regista Im Kwon-taek e del critico cinematografico Huh Moon-yung sul film, che potete vedere e ascoltare associando il file srt Jagko.commento.1.ITA.AsianWorld.it.srt scaricabile dal file zip dei sottotitoli alla traccia video e selezionando la traccia audio 2.



Di fatto, questo film fu pressoché il primo nella storia del Cinema Coreano a rappresentare un partigiano comunista come un essere umano, un uomo in carne e ossa. Eppure il film ricevette per ben due volte il premio come film anticomunista. A quel tempo non pensavo di stare dirigendo un film anticomunista. Solo una decade prima degli inizi degli anni 80, descrivevamo i comunisti come esseri inumani. Erano semplicemente ''rossi,'' e dovevamo rappresentarli come mostri o diavoli. Questo è quello che dovevamo fare, e se non l'avessimo fatto, allora il film, in una maniera o nell'altra, sarebbe stato censurato. Non avrebbero mai approvato una descrizione come quella che esce fuori da questo film. C'era un libro di un Americano chiamato “Questo Genere di Guerra: La Storia Classica della Guerra di Corea.” Lo scrittore è T. R. Fehrenbach. Guardava alla Guerra di Corea da una prospettiva più ampia, e sosteneva che la Guerra di Corea fosse una guerra per procura tra le superpotenze mondiali. Sosteneva che il popolo della Corea, un piccolo e debole paese, fosse una vittima che aveva combattuto una guerra per procura tra un paese senza sbocco sul mare e una nazione affacciata sul mare. Era questo che volevo esprimere nel film. Nella sceneggiatura, ciò veniva menzionato nel servizio televisivo. La TV trasmette un vertice, e lì menzionano come la Guerra di Corea fosse una guerra per procura tra superpotenze mondiali. La sceneggiatura passò il vaglio della commissione censoria. Ma quando rividero il film, tagliarono la scena. Questo è quello che volevo dire attraverso il film: i due personaggi, che nella loro intera vita si sono comportati come acerrimi nemici, finiscono col rendersi conto di essere delle mere vittime che hanno combattuto una guerra per procura. Ma senza quella scena, il tema non è chiaro. Perciò, il film divenne in un certo senso vago.

Non possiamo discutere Jagko senza parlare nel dettaglio dei flashback, perché il film è ormai considerato un manuale sui flashback da molti critici cinematografici e studiosi. Jagko è il primo film di Im Kwon-taek che fa uso dei flashback come intera struttura portante. Dopo questo film, i flashback giocarono un ruolo chiave come soluzione narrativa nella composizione dei suoi film, fino ai suoi lavori recenti. I flashback in questo film sono sorprendentemente vari, funzionali, estremamente complessi e esaurienti.

La storia originale di nome ''Jagko'' è molto breve, consta solo di due pagine. È troppo breve per essere definita una novella, ed è troppo lunga per essere chiamata storiella. Ad ogni modo, la storia era piuttosto vaga. Non aveva molto da dire. Perciò, al fine di prendere questa storia breve e trasporla in un film di due ore o un'ora e mezza per il film Jagko, dovemmo riempire la storia. L'impressione che ricevetti dalla storia originale era che pensavo si sentisse in qualche misura che fosse basata su una storia vera. La sfida più grande consisteva nel come infarcire la storia in modo che durasse da un'ora e quaranta minuti a due ore. Al fine di riempire la storia... fortunatamente, Song Gil-han conosceva un sacco di storie, e io ne conoscevo altrettante, sulle azioni degli attivisti di sinistra nelle province del sud di quel tempo, sulle azioni dei partigiani, come su quelle della polizia. Così all'inizio, la nostra urgenza era riempire la sceneggiatura di queste storie, storie che in un certo senso avevamo vissuto indirettamente, o che avevamo sentito da coloro che ne avevano fatto realmente parte. Nel corso della stesura riscontrammo il bisogno di creare e connettere le storie personali di un uomo chiamato Song Giyeol e di un uomo chiamato Jagko. Ma dal momento che i due avevano vissuto le loro intere vite l'uno lontano dall'altro, l'uno alla caccia dell'altro, non potevamo menzionare i loro passati insieme. Così menzionammo il passato di Song Giyeol e il passato di Jagko separatamente. Nel farlo, in certi punti facemmo collidere le loro storie, e penso che questa composizione sia in un certo modo molto elaborata. Parlando dei passati individuali dei due personaggi, se non avessimo usato i flashback e posizionato invece la storia di ogni personaggio in blocchi separati, raccontando la storia di uno in un tempo e la storia dell'altro in un'altro tempo, sarebbe stato difficile per il film suscitare un impatto drammatico, e la storia sarebbe risultata troppo noiosa per attrarre il pubblico. Ecco perché scegliemmo di utilizzare i flashback. Ad ogni modo, Song Gil-han e io ci rintanammo per più di un mese nella stanza di un motel e discutemmo dei flashback e del come si dovesse disvelare la storia nel presente. Cercammo di tessere insieme le storie con molta attenzione, e quando la sceneggiatura fu completata, non c'era bisogno di una sceneggiatura di supporto che desse una continuità narrativa. Pensai che anche senza una continuità narrativa, non avrei avuto problemi a girare un film con quella composizione intricata. Pensai che se qualcuno che avesse avuto molta esperienza nel Cinema avesse analizzato con attenzione come avevamo usato meticolosamente i flashback, allora quella persona ci avrebbe elogiati per essere stati così certosini. I flashback in questo film non sono dei semplici sguardi nel passato di un personaggio nel presente; sono globalmente intrecciati. I flashback non appaiono in ordine cronologico. Ad esempio, alcuni flashback ci mostrano eventi che accadono dopo il fatale distacco tra Song Giyeol e Jagko, mentre in seguito altri ci mostrano vicende che accadono prima di quell'episodio. Per cui, cronologicamente, i flashback sembrano essere tutti mischiati. Eppure quando si guarda il film, in realtà ciò sembra dare dinamicità ad esso. Dà al film un tocco di suspense, la tensione che si riceve da un giallo. L'ordine cronologico era insignificante. Introdussi eventi significativi del passato di queste persone, senza tener conto dell'ordine cronologico, per far comprendere al pubblico che, da una prospettiva più ampia, questo era il genere di vita che quegli uomini avevano vissuto. Dunque, una delle tante caratteristiche dei flashback in Jagko è che non sono disposti in qualche ordine logico o cronologico, ma piuttosto seguono una sorta di flusso emotivo. Seguono un flusso di emozioni. Cercammo di disporre i flashback affinché accrescessero il dramma seguendo il ritmo complessivo del film.





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Stralci del commento dello sceneggiatore Song Gil-han e del professore dell'Università Nazionale delle Belle Arti di Corea Kim Hong-jun sul film, che potete vedere e ascoltare associando il file srt Jagko.commento.2.ITA.AsianWorld.it.srt scaricabile dal file zip dei sottotitoli alla traccia video e selezionando la traccia audio 3.



Nel 1980 ricevetti il Daejong Film Award per la Migliore Sceneggiatura con Jagko. Fondamentalmente è una storia d'inseguimento tra un partigiano fuggitivo e un poliziotto che gli dà la caccia. Discutemmo di questo con Kim Jung-Hee, che aveva scritto la storia originale. Kim aveva scritto una storia lunga 3 o 4 pagine, e l'aveva pubblicata nella rivista di Letteratura Contemporanea. Pensammo che questo ci avrebbe messo in un certo senso al riparo dalla censura, che era un potenziale rischio per questo lavoro. Così pensammo di lavorare prendendo come riferimento la storia di Kim, ''Jagko.'' Durante la stesura, il regista e io discutemmo delle nostre esperienze d'infanzia legate al vivere in un paese diviso, e penso che rimodellammo la storia prendendo in considerazione quelle esperienze. All'inizio, lm Kwon-taek e io non ci conoscevamo. A quel tempo, una società di produzione aveva in mente di fare un film di guerra, e proposero a Im di fare il regista e a me di scrivere la sceneggiatura, così accettammo la proposta. Ma a quell'epoca, la sicurezza non ci lasciava respiro. Per fare il film avremmo dovuto vivere con un'unità dell'esercito per almeno un mese, al fine di portare sullo schermo una rappresentazione sincera. Sentimmo che era impossibile, così ci tirammo fuori, e sulla via del ritorno sostammo in un motel. Suggerii al regista di fare un film su questa storia, ed egli accettò di buon grado. All'epoca stavo lavorando per la Samyeong Films, che produsse questo film, ed ero rimasto colpito dai lavori del regista, dal suo film precedente, No Glory, insieme ad altri svariati film che aveva realizzato. Dunque pensai che sarebbe stato piacevole lavorare con lui a questo film. Ecco come finimmo col lavorare insieme. Questa non era una storia che poteva cambiare a seconda del luogo delle riprese. Dal momento che la struttura drammatica copre un lungo arco temporale di circa trenta anni, la struttura drammatica doveva risaltare, e nondimeno doveva avere un filo logico. Così completai la sceneggiatura, e non so se il regista fosse soddisfatto al 100%, ma ebbe così una chiara comprensione della storia fin dall'inizio. Penso che partì da una solida cornice per la regia del film, più che in altri film. Prima fu completata la sceneggiatura, e su quella si basarono le riprese. Non si fa un grande uso dei flashback di questi tempi, ma in questo film giocano un ruolo importante. Questo film mostra le vite di due uomini che inseguono e sono inseguiti l'uno dall'altro per un lungo arco di tempo, e le loro vite raccontano la storia moderna della Corea. Piuttosto che presentare le loro vite in semplice ordine cronologico, i flashback riportano alla luce i loro passati e ci fanno immaginare le loro vite. I flashback intensificano gli stati d'animo dei personaggi e alimentano la loro rabbia, la loro ostinazione, e il loro odio. Penso che come film che fanno uso frequente dei flashback, questo film e Kilsodeum possano essere considerati come casi da manuale, e ne vado fiero. I flashback vengono di solito utilizzati come un modo per il protagonista di rievocare il passato, o come una misura estrema per informare il pubblico di un'informazione legata al passato. Ma in questo film i flashback non ripetono semplicemente un avvenimento passato. Se guardiamo all'ordine degli eventi, ciò che avviene prima, in realtà in Jagko viene introdotto dopo. Facemmo così perché dovevamo calcolare che tipo di impatto emotivo un flashback avrebbe provocato sulla sequenza successiva. L'ordine non era un problema. Anche se frastagliavamo le loro intere vite in pezzi, potevamo riuscire nel nostro intento perché le sequenze erano collegate in qualche modo una all'altra. I flashback intersecano il tempo, il loro ordine è scombinato, e nel pubblico viene istillata la curiosità su come siano accaduti gli eventi. Così, quando appare il flashback successivo, lo connettono alla scena precedente ed evitano di vederlo come un riassunto ridondante degli eventi. Così il pubblico non rimane confuso, e l'informazione non viene ripetuta. Questa potrebbe apparire una struttura piuttosto confusa, ma in seguito la presentai in una lezione e la analizzai con gli studenti, e rimasi sorpreso nel constatare come avessi impostato una struttura talmente accurata, come le scene fossero rievocate, e come questa serie di flashback scorresse con naturalezza con il flusso del dramma, dall'inizio della storia fino all'epilogo.
Una volta, ricordo che eravamo a Daehangno. Stavamo entrambi bevendo un bicchiere in un bar, e lui mi chiese cosa ne pensassi di un rifacimento di questo film. E gli risposi che mi sarebbe piaciuto, perché più tardi scoprimmo di essere stati ingannati nell'utilizzo di una pellicola scadente per questo film, e il regista aveva i suoi rimpianti. Aveva girato il film in fretta e furia per farlo partecipare ai Daejong Film Awards, e c'erano scene che aveva realizzato sbrigativamente per rispettare la scadenza. Ci furono addirittura storie che dovemmo tener fuori. La durata di questo film è di circa un'ora e mezza, ma se l'avessimo portato a due ore, avremmo potuto aggiungere storie migliori. Se l'avessimo potuto rifare, avremmo potuto aggiungere delle sequenze interessanti, e anche affrancarlo completamente dalla sua identità di film anticomunista. Pensavo potesse essere un'opportunità per comunicare il nostro vero intento al pubblico. Lo pensava il regista, e lo pensavo anch'io, ma il progetto fu accantonato per via di altri film in cantiere. Personalmente, questo fu il primo film che feci con il regista lm, e fu realizzato subito dopo la rivolta di Gwangju del 18 Maggio. Era un periodo in cui il regista sentiva l'urgenza di cambiare, e in questo periodo di cambiamenti, anch'io sentii quella necessità. Ecco perché realizzammo questo film insieme.





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Genere
Drammatico, Guerra, Buddy Movie

Regia
Im Kwon-taek

Sceneggiatura
Song Gil-han

Soggetto
Kim Jung-Hee

Produzione
Kang Dae-jin

Interpreti
Kim Hee-ra, Choi Yun-seok,
Bang Hee, Kim Chung-ran,
Park Ae-na, Lee Su-han

Direttore della Fotografia
Koo Joong-mo

Luci
Cho Ki-nam

Montaggio
Kim Hee-su

Musiche
Kim Young-dong

Direzione artistica
Kim Seong-bae



Corea del Sud, 1980, 110'











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Village of Haze
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#2 Barbalex

    PortaCaffé

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Inviato 18 March 2014 - 01:15 PM

Grazie!! ma in edicola non lo trovo aiutatemi

#3 creep

    antiluogocomunista

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Inviato 18 March 2014 - 01:37 PM

ti invio un mp

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#4 tartakirka

    Ciakkista

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Inviato 19 March 2014 - 09:53 PM

grazie creep, mi associo a barbalex, stesso problema.

#5 andreapulp

    Microfonista

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Inviato 20 March 2014 - 01:18 PM

Bellissimo approfondimento su un grande regista! Grazie creep!





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