Noisy Requiem
Titolo: Noisy Requiem
Titolo Originale: Tsuitô no zawameki
Produzione: Giappone, 1988
Regia: Yoshihiko Matsui
Con: Toshihiko Hino, Simon Kumai, Yukiko Murata, Mamiko Nakai, Dan Oosuga, Kazuhiro Sano, Akane Shirafuji
Genere: Drammatico/Grottesco
imdb: 6.6/10 (25 voti) http://www.imdb.com/title/tt0281001/
Traduzione: battleroyale
Revisione: Shimamura81
Versione: 2.01
Durata: 150'
Colore: Bianco E Nero
Osaka. Strane e grottesche vite si intrecciano tra loro e prendono piega con esiti decisamente folli: un adolescente innamorato di una ragazzina assaggerà il gusto della morte, una nana repressa sessualmente non trova posto nel mondo, un pazzo innamorato di un manichino femminile uccide ragazze per riempire la sua "amata" di organi vitali al fine di donarle la vita, due senzatetto coreani e malati di mente vengono maltrattati da tutti coloro che incontrano...
[rece mia. Tratta dal mio blog di cinema orientale cinema_asiatico]
Dopo "Pig Chicken Suicide" (che su asianworld.it verrà pubblicato giovedì), finalmente mi sono ritrovato di fronte al secondo e ultimo film di questo geniale regista giapponese (imdb segnala anche un terzo film, di cui però non trovo traccia). E sono felice di confermare che questo "Noisy Requiem" è uno sconvolgente capolavoro della settima arte nipponica.
Scarno di dialoghi e girato splendidamente in un magnifico bianco e nero, questo caposaldo di quasi tre ore scorre con inquietudine e angoscia, indagando con gusto grottesco le vite di molti "derelitti della società" e le loro perversioni/speranze in un mondo troppo incasinato e dolente per poterci vivere.
Matsui esprime il suo talento, il suo estro visivo ispirandosi vagamente ai colleghi Terayama e Yoshida, rileggendo ciò che i suoi connazionali hanno fatto in passato con geniali originalità e personalità. "Noisy Requiem" è un concentrato di opposti: immagini bellissime e immagini inquietanti, macabre, sconvolgente. Un pugno allo stomaco che ha il sapore di una carezza.
Ne esce una magnifica riflessione sulla morte, sulla vita, sul dolore e sulla psiche umana, dove ogni minuto che passa diventa sempre più bello, dolente e poetico di quanto possa sembrare. Due ore e mezza che non si sentono, avvolte da un pathos e da una maestria difficilmente riscontrabili in altri film.
Sconvolgente la seconda parte dell'opera, dove la realtà lascia il posto al surrealismo più feroce e geniale che abbia mai trovato casa su pellicola. Il gusto macabro della bellezza. Capolavorissimo.
Da recuperare assolutamente.
IL MIO VOTO: 10
Mi permetto poi di postare la bellissima recensione tratta da http://artaud.wordpress.com scritta da artaud, che ha colto meravigliosamente il fascino di questo capolavoro:
"In attesa di scrivere un` approfondita critica/deriva, forse per qualcosa di cartaceo, metto giu` qui qualche delirio scritto dopo la visione di Tsuito no zawameki (Noisy requiem) di Matsui Yoshihiko. Visto in dvd, senza dubbio e` il miglior film che ho avuto l`occasione di vedere quest`anno (anche se e` datato 1988):
L`inizio e` gia` d`autore, fermo immagine sgranata quasi un quadro impressionista che si scioglie guadagnando movimento. Il tutto accompagnato da un funereo rintocco di campane.
il protagonista vaga per una zona maledetta di Osaka ammazza un piccione. Poi una donna. Vediamo che le preleva le interiora. Tutto senza musica ma con un malato canticchiare del protagonista come sottofondo. Siamo nella sua testa. Vediamo con i suoi occhi.
C`e` un uso del bianco del cielo per realizzare molte dissolvenze soprattutto nelle scene piu` cruenti. Ed e` un bianco che viene estremizzato anche in altre scene cruciali, un chiarore che si diffonde direttamente dalle cose. Bara no soretsu
Riempire l`adorato manichino con le interiora delle vittime. Non tanto dar vita umana alla bambola ma uccidere tutto e tutti, tutto il vivente deve annientarsi e deve solo rimanere il mondo delle cose. Questo sembra suggerirci il film, in un estremo atto d`amore.
Ci sono molte inquadrature dall`alto che allargandosi in zoom out ci fanno vedere i posti prediletti dal protagonista che sembra muoversi negli anfratti e nelle zone d`ombra dimenticate. Luoghi fra due binari di ferrovie, vecchie strade dimenticate, quasi come l`isola di cemento di Ballard il protagonista abita e popola delle zone altre, eterotopie che lo portano e costringono a derivare . E` una geografia fra le cose, fra un palazzo e l`altro . Il film e` una nichilistica mappatura degli scarti, luogi , persone, il mondo che si apre fra le cose. La visione periferale del cinema.
Ognuno ha il suo feticcio, pazzo in autobus con il vibratore, il barbone il tronco a forma di pelve, il protagonista il manichino.
Centrale e` il rapporto col Fuori, con un Esteriorita`, sociale prima di tutto, esterno della vita, fuori dell`amore che diventa altro da se`. Molte delle scene si svolgono in zone interstiziali, non-luoghi di solito obliati dalla quotidianita`. Tombini, fognature, zone cariche di rottami ai bordi delle ferrovie. Queste zone limite/oblio ci permettono di passare all`esterno e di capire cio` che essendo fuori crea il nostro interno. Cosi` le scene piu` significative sono quelle riprese dall`alto quando con un lento ma inesorabile zoom out la violenza che credevamo tutta interna al protagonista, si rivela essere parte del nostro paesaggio, quello delle vetrine coi manichini, dei negozi della bigu baburu, della normalita`. E il bianco e` il colore che santifica la disperazione, la sublima o almeno cerca di farlo.
Non e` un film punk, e` considerato un film indie ma in realta` e` un opera che si staglia da tutto questo. Un indi liricamente disperato. Forte l`ascendenza di Terayama. Un film d`amore. Qui l`amore comincia dove in altri film inizia la fine. Amore che abita zone non umane. Un canto alla diversita` , eccessiva certamente, ma che deflagra con la sua lentezza e con i suoi
bianchi-disperazione il panorama cinematografico nipponico."
BUONA VISIONE