Autore: Iris Chang
Editore Corbaccio, Milano
Prima edizione: 2000
Pagine: 304
Traduzione di Sergio D. Altieri
Titolo originale: The Rape of Nanking
© Iris Chang 1997
Prezzo di copertina: Euro 15,49
Il 7 luglio 1937, con l'incidente del ponte di Marco Polo ebbe inizio l'invasione della Cina da parte del Giappone. La caduta di Shanghai, in novembre, aprì la strada all'avanzata delle armate giapponesi verso Nanchino, sede del governo nazionalista. Sotto tale minaccia, il 20 novembre la capitale fu spostata nella più sicura Chongqing. Chi fu in grado di farlo abbandonò Nanchino, la cui popolazione si ridusse a circa 500.000 persone.
Prima dell'attacco finale, che iniziò il 4 dicembre, il comando delle truppe del settore fu assunto dal generale Asaka, zio dell'imperatore Hirohito. Dopo dieci giorni di combattimenti i soldati giapponesi entrarono vittoriosi a Nanchino e per la città iniziarono sei settimane di efferata violenza.
Stime non verificabili quantificano in 80.000 i soldati cinesi sbandati che si erano rifugiati nella città. Tutti quelli catturati furono passati per le armi, ma anche la popolazione civile, incluse diverse migliaia di profughi provenienti dalle campagne circostanti fu coinvolta nel massacro, cui poterono in parte sottrarsi solo i 200.000 cinesi che avevano trovato rifugio nella zona di sicurezza allestita da alcuni cittadini occidentali. Per tutti gli altri cinesi in città una tragica successione di uccisioni, stupri, mutilazioni. Non esistono cifre ufficiali, ma il numero delle vittime viene calcolato, incrociando varie fonti, tra le 40.000 e le oltre 300.000.
In Giappone esiste un filone storico interpretativo che rigetta la tesi del massacro pianificato e ordinato dai vertici militari, riducendo l'incidente a una mera successione di "isolati" episodi di violenza da parte della truppa. Per questo il libro di Iris Chang, Lo stupro di Nanchino, che nel 1997 ha avuto il merito di riportare all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale questa tragedia dimenticata, è stato oggetto, in Giappone, di asprissime polemiche, tanto che l'editore locale ne ha bloccato l'uscita.