Regia: Andrea Pallaoro
Paese: Stati Uniti - Italia - Messico
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 97'
Lingua: Inglese
Interpreti: Catalina Sandino Moreno (Christina/Madre), Brían F. O'Byrne (Ennis/Padre),
Mary Mouser (Ruth/Figlia)
Sinossi
Nella provincia americana più profonda, Ennis, severo e instancabile allevatore, fatica a mantenere il controllo sulla propria vita: la moglie, la giovane Christina, è sempre più chiusa in se stessa, mentre i figli sognano una via d’uscita dal chiuso e soffocante silenzio in cui vivono.
Con il crescere delle tensioni, ogni personaggio dovrà confrontarsi con i propri desideri e le proprie paure, nel conflitto sempre più pericoloso fra libertà e controllo, intimità e alienazione.
Note di regia
Il film nasce dalla convinzione che per riuscire a comprendere il comportamento umano, ogni giudizio morale deve essere sospeso. I personaggi di Medeas non sono rappresentati come buoni o cattivi, ma piuttosto come esseri umani complessi con le loro paure, ansie, bisogni e desideri. Anche per questo motivo ho preferito mettere da parte i meccanismi narrativi tradizionali per concentrarmi su semplici impulsi sensoriali, estetici, emotivi, alla ricerca di un cinema minimalista in cui il racconto è il risultato dell'osservazione dei personaggi e del mondo che li circonda, non un’imposizione artificiosa su di essi.
La vicenda di Medeas è basata in gran parte su fatti realmente accaduti, rielaborati attraverso un approfondito studio psicologico. Valendosi di un rigore strutturale preciso, coerente, quasi geometrico, Medeas oscilla tra il concreto e il metafisico, coinvolgendo in questa ambivalenza, sia stilistica che tematica, i personaggi e l'ambiente circostante. I paesaggi di questa terra riarsa, sofferente per la siccità, sono trattati come estensioni visive degli stati emotivi dei protagonisti, di cui richiamano e amplificano sentimenti, aspirazioni, turbamenti.
Dal punto di vista tecnico, con il direttore della fotografia abbiamo lavorato molto sulla profondità di campo, in modo da ottenere un intreccio continuo tra primi piani e sfondo. Molte inquadrature rielaborano lo spazio grazie all'uso di specchi, finestre, corridoi, puntando allo stesso obiettivo: rimandare costantemente alla dialettica tra interno e esterno, tra psicologico e fisico.
Lo stesso vale per il fuori campo, che ha un ruolo fondamentale e ha guidato molte scelte di composizione e illuminazione. Rispetto al suono, invece, ne abbiamo fatto un utilizzo esclusivamente diegetico, sempre per consentire allo spettatore di trarre liberamente le proprie conclusioni senza inutili manipolazioni esterne.
Il lavoro con gli attori è molto legato all'attenzione per quei momenti di cinema capaci di disorientare e perturbare lo spettatore, portandolo al tempo stesso a un livello più profondo e personale di comprensione. Tendo quindi prevalentemente a stimolare la profondità istintiva dell’attore, piuttosto che il suo intelletto. Sono attratto da una performance viscerale e impulsiva per il suo potenziale di sovvertire le norme più rigide della morale sociale.
[fonte: medeasthefilm.com]
Commento di JulesJT
Trattasi sicuramente di una visione che gioca molto sui sensi e le immagini proprio per "sopperire" alla ridotta comunicazione madre-figli. Ognuno di quei ragazzi ha mostrato di possedere una spiccata sensibilità d'animo
che probabilmente emerge maggiormente proprio nei nuclei familiari in cui la comunicazione orale viene messa a dura prova, disabilità o meno (questo è a mio avviso un fattore secondario).
L'aspetto che va comunque messo in risalto è quindi la fotografia: primi piani che si focalizzano spesso sul contatto fisico, sul tatto in generale (lievi carezze, abbracci, calore familiare) e sui suggestivi scenari estivi in cui la pellicola in questione è ambientata. Paesaggi spogli, con poco verde, influenzati dal clima secco e poco incline a donare un po' di gradevole pioggia (se non nel "beffardo" finale) e che sono capaci di trasmetterci una sensazione di immobilismo, di immutabilità degli eventi.
Lungometraggio di chiaro stampo minimalista che ci parla attraverso immagini dall'indubbio fascino estetico e tramite l'intimità dei contatti umani/familiari, non importa che siano di gioia o collera. Sono comunque autentici.
Gran bella prova per Andrea Pallaoro, giovane regista trentino trapiantato in età adolescenziale negli Stati Uniti e che dimostra ancora una volta che il Cinema può rivelare delle interessanti sorprese.
Traduzione: JulesJT
SOTTOTITOLI
(Versione: 720p)
Medeas.AsianWorld.zip 6.67K
92 Numero di downloads
Messaggio modificato da JulesJT il 15 November 2015 - 02:46 PM