Ramblers
# Realism no Yado #
(2003)
'83
Regia: Nobuhiro Yamashita
Versioni: MoST - KG
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Due giovani filmakers indipendenti (Kinoshita e Tsuboi) e un ambizioso attore (Funaki), si danno appuntamento in una sperduta località per discutere di un progetto filmico.
All'incontro si presentano solo i due registi, i quali è la prima volta che si conoscono. Funaki non si è svegliato in tempo ma ha promesso di raggiungerli al più presto.
Pertanto gli altri due decidono come prima tappa di raggiungere la pensione dove alloggeranno. Da lì in poi, nel loro peregrinare nella piccola località, avranno a che fare con curiosi personaggi, in particolare con una ragazza nuda incontrata su di una spiaggia che afferma di aver fatto il bagno ma che il mare le ha spazzato via tutti gli effetti personali...
Questo è il terzo lungometraggio di Nobuhiro Yamashita ("Linda, Linda, Linda", "A Gentle Breeze in the Village"). Il minimalismo qui spicca notevolmente e in futuro si assesterà come caratteristica principale del regista. Molti i piani sequenza. Frequenti le situazioni tragicomiche, grazie soprattutto alla bravura dei due protagonisti, che riescono a dare forza alla messa in scena anche solo con gli sguardi e realizzando meravigliosi momenti umoristici.
Molte scene sono divertenti proprio perché vedono i due personaggi spesso e volentieri a disagio nelle situazioni nelle quali incappano. Frastornati dalle persone con le quali s'imbattono.
Sembra un posto che non esiste, così come le persone che ci abitano che appaiono fuori tempo e luogo. O forse sono proprio loro due, con la mentalità metropolitana (sono di Tokyo), ad esserlo in questo scenario provinciale?
Non c'è niente di rassicurante in questo film, di solare, di vincente. Può anche essere considerato deprimente, quasi a chiedersi se la vita sia così, un peregrinare sonnolento, disilluso, banale, con persone che non hanno nulla di costruttivo da offrire sul piano umano. Una metafora del vivere comune, metropoli o provincia che sia.
Nel film nessuno ride mai, se non in un momento dove si ha esagerato con l'alcol e verso la fine in un momento quasi catartico. Siamo noi spettatori a ridere o perlomeno ad essere divertiti. Credo che in fondo il lavoro di Yamashita si ami o si odi.
È né più né meno un road movie a piedi per le stradine della località. E così come loro, noi osserviamo un andamento costante, lento, nel perenne grigiume del cielo che accompagna il loro passo.
Messaggio modificato da moonblood il 10 February 2012 - 11:33 PM