a.k.a. "Departures" / "Dipartite"
Vincitore di numerosissimi riconoscimenti sia in Giappone che all'estero, tra cui il "Premio Oscar" (Academy Award) come miglior film straniero assegnato nel 2009.
Durata 2h 10'
Versione Sottotitoli : "Cielo"
Interpreti principali:
Masahiro Motoki (il violoncellista Daigo Kobayashi); Tsutomu Yamazaki (il capo della NK Agent, Ikuei Sasaki); Ryoko Hirosue (Mika Kobayashi, moglie del protagonista); Kazuko Yoshiyuki (Tsuyako Yamashita, proprietaria del bagno pubblico a Yamagata); Kimiko Yo (Yuriko Kamimura, impiegata della NK Agent); Takashi Sasano (Shokichi Hirata, il vecchietto che gioca a go nel bagno pubblico).
Trama: Il violoncellista Daigo Kobayashi (egregiamente interpretato dal pluripremiato Masahiro Motoki) suona da poco in un'orchestra sinfonica, ha appena iniziato a pagare il suo nuovo violoncello professionale da 130.000 euro e vive felicemente con la bella moglie Mika (Ryoko Hirosue, qualcuno la ricorderà di certo in "Wasabi" di Gérard Krawczyk) a Tokyo. Purtroppo lo scarso successo e la carenza di fondi porta l'orchestra ad essere sciolta e Daigo si ritrova d'improvviso disoccupato e senza prospettive: ha pochissima fiducia, infatti, nelle sue capacità di esecutore e di conseguenza, segnato dal fallimento, decide di tornare con Mika alla sua piccola città natale, Yamagata, nel nord ovest del Giappone: lì infatti possiede una casa, lasciatagli dalla madre, morta due anni prima. Mentre cerca un nuovo lavoro si imbatte in un allettante annuncio sul giornale locale: cercasi personale per "preparare viaggi" (o meglio "partenze"), salario alto, tempo di lavoro contenuto, nessuna esperienza precedente richiesta. Tutto fin troppo bello per essere vero, cosa ci sarà sotto? Da qui per il nostro Daigo inizierà una fase nuova della vita, la scoperta di una vocazione per lui completamente inattesa, fino a risanare le ferite della sua infanzia e colmare finalmente il vuoto lasciato da un padre di cui non ricorda nemmeno il volto.
Commento: Quando ho saputo che un film giapponese aveva vinto l'oscar come miglior film straniero, battendo cosucce come "La classe" e "Valzer con Bashir", ho fatto tanto d'occhi. Non che gli Academy Award significhino molto, a mio avviso, Hollywood premia praticamente solo se stessa e questo è scontato. Ma mi è nata comunque una forte curiosità verso questo film e credo di non essere stato il solo a rizzare le orecchie alla notizia. Adesso che l'ho visto (e tradotto), digerito e assimilato posso dire di essere grato a quest'opera prima di tutto perchè affronta un tema che mi sta particolarmente a cuore: la rimozione dell'idea, della rappresentazione e dell'esperienza della morte nella cultura di massa contemporanea. Aggiungerò che il mio film preferito, quando avevo 10 anni, era "Il settimo sigillo" di Bergman. Ma non sono qui a scrivere di filosofia, sono qui per parlare di un film. Questa non è certamente una pellicola da "voto 10", per quello che è il mio gusto personale, ma ha un pregio indiscutibile: ha cercato e realizzato un equilibrio difficile tra la parodia e il dramma. I suoi punti di forza a mio avviso sono tre: una sceneggiatura ben scritta (da Kundo Koyama), intelligente, tutto sommato leggera, che offre spunti di humor nero, che possiede un ritmo sano e misurato, che non si smarrisce nella tentazione a estetismi vuoti e melensità eccessive (forse i salmoni che risalgono il fiume e i sassi che esprimono i sentimenti non sono proprio geniali, lo ammetto). Un interprete protagonista che risulta subito simpatico, bello, all'altezza, Masahiro Motoki (notevole anche Tsutomu Yamazaki, mai dimenticato "Mr Crocodile Dandee" nipponico, a.k.a. Goro il camionista, in "Tampopo", non a caso protagonista nel 1985 in "The Funeral" di Itami Juzo). Una colonna sonora meravigliosa e commovente, ovviamente a base di violoncello, composta da Joe Hisaishi, con tocchi di Brahms e di Bach; per chi non se lo ricordasse, Joe Hisaishi è il compositore di quasi tutte le colonne sonore dei film di Kitano e Miyazaki: non proprio il primo che passa. Le tematiche che affronta o quantomeno tocca la pellicola sono tante: l'esperienza umana del lutto e il valore della ritualità che serve a rendere tollerabile la perdita, la paura della morte, come dicevamo, ma anche la vita di coppia, il pregiudizio che riguarda professioni giudicate degradanti e impure, l'eredità amara di un padre che abbandona il figlio, le piccole realtà di un'umanità a tratti bizzarra e postmoderna nel Giappone rurale contemporaneo. Non posso negare che l'evoluzione del protagonista sia abbastanza prevedibile e che il lieto fine non arrivi inatteso, ma l'intima complicità che il pubblico sente nei confronti di Daigo e del suo percorso di scoperta e di confronto con la morte non è cosa da poco. I momenti indimenticabili del film sono senza dubbio quelli che catturano la bellezza e la dignità insita nel rito di detersione e vestizione delle salme e la scena finale in particolare; qualcuno sono certo dirà che in generale la regia risulta piuttosto pulitina e talvolta didascalica, ma di certo rende del tutto "accessibile" l'opera ad un pubblico vasto. Pubblico che ha premiato infatti il film al botteghino giapponese, nell'attesa dell'uscita nelle sale americane, prevista per Maggio 2009 (se le mie fonti non s'ingannano), di cui avremo spero presto notizia.
Curiosità:
Su youtube trovate facilmente la scena della premiazione del film alla notte degli oscar. Kimiko Yo: "It's a miracle! Thank you!"
Il film è stato proiettato al Far East Film Festival di Udine in anteprima italiana.
Masahiro Motoki ha imparato a suonare DAVVERO il violoncello per recitare la parte e io, che nel mio piccolo sono un ex violinista, devo dire che solo un musicista puo' notare che il movimento dell'archetto è impreciso e che la musica non la suona lui per davvero (com'è abbastanza logico aspettarsi).
Nota culturale:
"In Asia, e in particolare in Giappone, dove la cremazione è la pratica più diffusa, la vestizione e l'estremo saluto assumono connotati assai ritualizzati, dal momento che venendo meno l'inumazione e il successivo rituale della visita al sepolcro, si tratta dell'ultima occasione per i parenti di omaggiare il defunto e di salutarlo per sempre. Il corpo verrà successivamente cremato e le ceneri conservate sull'altare di famiglia insieme alla foto davanti alla quale verrà tenuto costantemente acceso un incenso.", da un articolo di Anna Maria Pelella apparso su www.alcinema.org.
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Per questo motivo i sottotitoli relativi a questo film sono stati ritirati.
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Departures
Messaggio modificato da JulesJT il 06 September 2015 - 12:30 PM
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