Nausicaa, il Apr 21 2008, 05:20 PM, ha scritto:
La rete del ragno mentre si tesseva e intessuta l'ho osservata, compreso il finale, ma è sfilacciandola che non mi convince del tutto...
Secondo me, un pregio del film è la sua apparente inorganicità, ti faccio un accostamento azzardato, che non c'entra molto, ma forse aiuta a esplicare il mio punto di vista. Prendiamo le diverse parti del film, e concepiamole come monadi, cioè unità. Ognuna delle quali, ha un suo significato preciso, che se ricordi, secondo Leibniz, per dirla molto breve, essendo di per se già completa, perché forma molto semplice, la monade era autosufficiente. Ma poteva modificare il suo stesso io, solo tramite fattori interni, ma questo non c'interessa. Ora, quello che Ratanaruang, cerca di fare, e di mostrare singoli episodi, uniti in seguito da un filo conduttore, che poi ha una sua logica nell'insieme. Che si può osservare da ottiche differenti. Ma queste mondadi/sequenze, che spesso, esistono, e sembrano essere indipendenti dalla struttura complessiva, arricchiscono enormemente la psicologia di alcuni personaggi. Infatti le stesse sequenze, vivono di vita propria, e non sembrano modificate dall'esterno, ma da avvenimenti interni, alle sequenze stesse. (Che poi si rivelano tutte figlie di un grande disegno) Pensa al viaggio di Asano sulla nave, fino a Pucket, si direbbe quasi un altro film. Come lo stesso soggiorno nella città, non ha un corpo unico, ma frammenti composti.
Ogni singolo frammento, aumenta la consistenza psicologica del protagonista, che all'inzio è disegnato come un uomo, distaccato, che rasenta l'apatia, la quale in realtà si dimostra essere una manifestazione, della rassegnazione che alberga in lui, nata dal senso di colpa.
Via via che il tempo scorre, ci si trova di fronte a un uomo in contrasto con il suo aspetto, goffo e algido, per entrare in un mondo interiore, complesso e devastato, dove l'unica ragion d'essere è trovare delle risposte, alla costruzione del labirinto forgiato dal suo capo.
Se cominci a guardare una singola sequenza, evitando la fine , ti accorgi, che non è necessario ordinarle, proprio perché l'effetto è volutamente ondivago, si astiene da una linearità
La fine, è l'unico punto di riferimento, in cui si forgia il risultato finale, e le singole sequenze, girate in precedenza acquistano un significato diverso, e ingigantiscono il valore dell'opera.